black letter edizioni bd
Se stavate pensando di ricevere la lettera per Hogwards, mi dispiace per voi. In questo mondo, le uniche lettere magiche arrivano dagli angeli. E no, non aspettatevi benedizioni. Ciò che imbucheranno nella vostra cassetta postale, sarà solo un presagio di morte.

Nel non troppo lontano maggio 2024, Edizioni BD e J-Pop portano sugli scaffali di librerie e fumetterie il primo volume di Black Letter. Un titolo firmato dall’artista italiana Mogiko, pseudonimo di Giulia Monti, e destinato a stupire i lettori di manga italiani.


ORA TOCCA A TE.


Isola di Neogashima. Agenzia “funebre” Miyagawa Mori. È in questo misterioso contesto che si svolge il racconto di Black Letter. In un mondo in cui la morte ha tutt’altro valore rispetto alla nostra umana concezione, nessuno riesce a sfuggire all’arrivo degli angeli.

Queste creature affascinanti, con bianche ali e scuri abiti, hanno un solo compito: consegnare lettere. C’è giusto qualche parola scritta sulla carta, il cui valore è, però, pesante quanto un macigno. La data e l’ora dei morte del destinatario sono incisi sulla lettera.

Ormai, tutti si sono abituati a questo destino. Prima o poi, tutti riceveranno la lettera. Eppure, l’arrivo della busta è sempre capace di stringere il cuore in una morsa, letteralmente, mortale. Una volta letta, gli umani aspettano il fatidico giorno in cui parteciperanno alla propria “cerimonia di spegnimento”. È di questo che si occupa l’agenzia Miyagawa Mori.

BLACK LETTER: LA LETTERA NERA.

Quando Rushi, uno dei membri dell’agenzia, riceve il suo messaggio, qualcosa non va come previsto. Ovviamente non sta a me entrare nei dettagli, ma posso dire che una sorprendente anomalia porterà il giovane, in compagnia dei suoi amici e altri lavoratori dell’agenzia, ad affrontare faccia a faccia un angelo.

Black LetterQuesta irregolarità porta il terreno e il divino ad incrociarsi. Il dolce e gentile Rushi incontrerà, così, Pher, un angelo dal sorriso beffardo e tutt’altro che innocuo.

Se per gli uomini il proprio mondo è costantemente in bilico, per gli angeli consegnare lettere sembra più un modo per affermarsi e accaparrarsi un riconoscimento in questo gioco crudele. Nel primo volume, la “società” angelica rimane avvolta nel mistero, ma è chiaro che sarà estremamente rilevante nel corso della storia.

Dunque, in questa realtà presentata da Mogiko, per l’agenzia protagonista, partecipare ed organizzare cerimonie di spegnimento comporta una grande forza d’animo, ma l’empatia rimane parzialmente distaccata nei confronti degli sconosciuti pronti alla morte. Se, però, la lettera dovesse arrivare ad una vostra persona cara, come reagireste? È possibile rimanere così distaccati anche davanti alla morte di un amico?


BELLO O BRUTTO?


Pertanto, gli angeli esistono, ma possono davvero essere chiamati così? Solitamente, quando si parla di angeli, non si pensa ad un essere malvagio ed effettivamente Pher e l’intero paradiso non rientrano esattamente nella concezione di cattiveria, ma neanche di bontà smisurata.

Black Letter

E poi, è davvero considerabile vita il tempo trascorso in attesa della propria morte? La logica direbbe di si, dato che qualsiasi essere vivente possiede la consapevolezza che un giorno la propria luce si spegnerà. Però, è meglio o peggio di saperlo “in anteprima” ? In un certo senso, sarebbe utile per passare gli ultimi momenti a dire ciò che non si è mai detto, di cui spesso ci pentiamo quando ormai è troppo tardi. Salutare i propri cari, sia vicini sia lontani.

Da questo punto di vista, la parte centrale del volume, dedicata al breve periodo precedente alla morte di Rushi, mi è parsa forse fin troppo sbrigativa. La presenza di alcuni flashback aiutano ad approfondire il rapporto tra i personaggi, ma ciò non mi è sembrato abbastanza.

Per quanto mi riguarda, avrei apprezzato addentrarmi di più nell’animo dei personaggi in questo momento cruciale. Tuttavia, questo desiderio potrebbe derivare semplicemente dalla mia personale curiosità. Inoltre, prima di poter dare un giudizio definitivo a riguardo, avrei bisogno di continuare la lettura, cosa che questo primo volume mi ha invogliato a fare.


BLACK LETTER: MACCHIA NERA.


Una delle caratteristiche più riuscite dell’opera è il disegno. Sono semplicemente belli, fatti bene. Ciò che mi ha sorpreso più di tutto, è la prepotente e prevalente impronta giapponese che si fa strada tra le pagine.

Non capita spesso di leggere un fumetto italiano e di scordarsi di non star leggendo un manga nipponico. Il tratto di Mogiko è ruvido, denso ma deciso. La penna si muove in mille direzioni nella rappresentazione di paesaggi e personaggi, creando una scena piuttosto memorabile.

Il grande occhio stampato e fisso sugli indumenti delle creature alate ideate da Giulia Monti sembrano osservare il lettore ed il mondo stesso in cui la loro presenza è dominante. In aggiunta, la presenza di grandi contrasti tra il bianco e nero che si snoda tra le pagine è fondamentale per sottolineare il lato crudele intrinseco nell’universo di Black Letter.


ORA TOCCA A ME.


C’è un motivo se questo mondo funziona così?

Oltre a questa domanda, ce n’era un’altra che mi ronzava per la testa nel corso della lettura di questo primo volume. E se ci fossi io al posto di Rushi? Insomma, cosa farei se sapessi la data della mia morte? Sarebbe come chiedere a Misa Amane di comunicarmi il giorno che riesce a vedere sopra la mia testa.

Dunque, come passerei i miei ultimi giorni? E i miei ultimi secondi? Ovviamente, questa è una domanda che non troverà mai risposta e, sinceramente, sono contenta così!

Se questa mia piccola introduzione al manga ha fatto nascere in voi la voglia di approcciarsi al lavoro di Mogiko, ho una bella notizia per voi! In fumetteria, potete trovare già, oltre al primo volume, anche il secondo e il terzo tankobon!

Fatevi trasportare dalle ali dell’immaginazione di Giulia Monti per scoprire il destino di Rushi e di un mondo deviato dalla morte!

Studentessa brianzola di 23 anni. Frequento Mediazione linguistica e culturale presso l'Università Statale di Milano. Da circa dieci anni coltivo una grande passione per il mondo animanga. Questo interesse con il tempo si è ampliato alla lingua e alla cultura asiatica, il che mi ha portato a scegliere come lingue di studio il cinese e il giapponese. Per circa sei mesi ho lavorato come commessa in una fumetteria. Inoltre, durante il quarto anno di liceo linguistico ho vissuto a Phoenix in Arizona per dieci mesi.

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