La mia Senpai è un Ragazzo: imparare ad amarsi e amare

#Senpai_wa_Otokonoko_先輩はおとこのこ
Non è facile essere una adolescente alla ricerca della propria identità e del proprio posto nel mondo. E lo è ancor meno per un ragazzo come Makoto, considerato anormale da tutti i suoi compagni di scuola. Eppure tutto quello che lui vuole è vivere secondo lo stile che preferisce. È così strano tutto ciò?
La mia Senpai è un Ragazzo, il manga di Pom che ci introduce ad una storia d’amore adolescenziale, segue un percorso di accettazione, di crescita e di lotta agli stereotipi di genere.
La tematica adolescenziale della scoperta ed accettazione del sé affiora nel manga di Pom, la quale sfrutta i classici tropi degli shōjo per raccontare con semplicità una storia d’amore sincera.
Cose da ragazzo
«Sono sicuro che tutti…chi più, chi meno…abbiamo dei tratti non proprio nella norma. Però nel mio caso…sono probabilmente più strani di quelli degli altri.»
Questo è il pensiero con cui il protagonista de “La mia Senpai è un Ragazzo”, Makoto, ci introduce alla sua storia. Makoto Okama ha diciassette anni, frequenta il secondo anno del liceo, ed è considerato dai suoi coetanei lo strambo della scuola. La ragione? Il giovane ama girare per la scuola travestito da ragazza, dai capelli alla divisa scolastica.
Sin da bambino, infatti, Makoto ama tutto ciò che, tradizionalmente, sarebbe considerato “da femmina”: che si tratti dei vestiti, dei tacchi, o di qualsiasi altro oggetto classificabile come carino, fa poca differenza. E sin dall’infanzia sua madre si è ben premurata di scoraggiare questa sua tendenza.
«Sembra che tutte le cose carine che ci sono al mondo siano riservate alle ragazze.»
Alter ego
Per questo motivo Makoto, fra le mura scolastiche, adotta un alter ego femminile. Perché quello è l’unico posto in cui gli sia concesso di essere sé stesso. Le prese in giro, gli scherzi e le cattiverie dei compagni non bastano a scoraggiarlo. Al di fuori delle mura scolastiche, però, deve comportarsi da ragazzo. Ogni oggetto o comportamento che potrebbero essere anche solo lontanamente considerabili come femminili devono sparire. Sarebbe la fine, se sua madre scoprisse il suo segreto.
Si sa che le parole dei genitori hanno per noi un peso e un’influenza ben maggiore di quelle degli estranei. Perché loro sono le prime persone di cui impariamo a fidarci e ad amare. Per un figlio è naturale credere che i genitori lo accetteranno sempre, perciò non c’è da stupirsi che un loro rifiuto possa influenzare negativamente la visione che abbiamo di noi.
Lo stesso Makoto non è esimio da questa percezione, che si è insidiata come un tarlo nel suo subconscio, facendolo iniziare a credere di essere davvero strano. A lungo andare, la sua scarsa autostima e la sua sfiducia nei confronti del prossimo lo hanno portato ad alzare dei muri fra sé e gli altri.
Almeno fino all’arrivo di Aoi…
L’amore puro, il cuore dell’opera
«Io diventerò il tuo primo amore, senpai! Preparati, ti ho avvisato!»
Saki Aoi, studentessa che frequenta lo stesso istituto di Makoto, incarna tutti i tropi della classica protagonista degli shōjo. Ottimista, gentile, energica, frizzante, pura di cuore. L’esatta antitesi del ragazzo, insomma.
Non c’è da stupirsi, quindi, che quest’ultimo resti a dir poco scioccato quando la giovane confessa il proprio amore alla sua versione femminile. La sorpresa cresce ancor più quando Aoi non si mostra per nulla sconvolta nello scoprire la verità sulla ragazza per cui ha una cotta. Anzi, resta ancora più affascinata dalla scoperta (forse anche un po’ troppo), e gli chiede nuovamente di diventare la sua ragazza.
Makoto, però, rifiuta categoricamente. A detta sua, non si è mai innamorato e, anche volendo, non crede che riuscirebbe mai a ricambiare i sentimenti di Aoi. Invece che disperarsi o arrendersi, però, la ragazza ribadisce testardamente che non si arrenderà e conquisterà il cuore del suo amato.
Non è difficile comprendere per quale motivo l’autrice abbia deciso di accostare un personaggio come Aoi al protagonista. Lei è ciò di cui ha bisogno, una persona in grado di abbattere i muri che il giovane si è costruito intorno.
Aoi è l’incarnazione dell’amore più puro ed il personaggio più sincero del manga, persino più dello stesso Makoto. Egli, infatti, si domanda “cosa possa trovarci in uno come lui”. Aoi non solo sin da subito accetta la verità sul compagno, ma non si fa nessun problema a gridare al mondo intero il suo amore, nonostante gli avvertimenti ricevuti da quest’ultimo. Non c’è una motivazione profonda che giustifichi o spieghi il suo interesse per Makoto. Le piace e basta.
Aoi, quindi, deve insegnare a Makoto ad essere vulnerabile, a lasciare di nuovo avvicinare le persone nella sua vita e fargli capire di essere meritevole dell’amore degli altri.
Il triangolo…no
L’introduzione di Ryuji, il migliore amico di Makoto, nel capitolo 4, sembra voler indirizzare la narrazione de “La mia Senpai è un Ragazzo” verso un altro dei più comuni tropi nelle storie d’amore: il triangolo.
Introdurre un rivale in amore, infatti, è di uso comune in questo genere narrativo, sia per ravvivare l’interesse del pubblico, sia per creare un ostacolo fisico alla storia d’amore fra i protagonisti.
Molte delle caratteristiche di Ryuji, difatti, ricalcano l’immagine del rivale: è amico d’infanzia del protagonista, innamorato di lui sin da quando l’ha “salvato”, è molto protettivo nei suoi confronti e non vede di buon occhio Aoi. Con ottime ragioni, visto il modo in cui molti tendono a trattare l’amico.
Ma nemmeno lui è immune al fascino che Aoi esercita sugli altri. Dopo i primi attriti, i due stabiliscono piuttosto in fretta rapporto di amicizia. Questo è favorito dall’ammirazione della ragazza nei confronti di Ryuji, che definisce il suo “maestro”, in quanto conosce Makoto da più tempo, e quindi sa tutto di lui. Per quanto riluttante all’idea di condividere Makoto con un’estranea, Ryuji decide di concederle una chance ad entrare nella vita del suo amico. Di fronte all’influenza positiva che la studentessa del primo anno ha su Makoto, Ryuji riconosce in lei un’amica fidata, e decide quindi di darle una mano a realizzare il suo sogno d’amore.
Questo perché, ironicamente, perfino Ryuji è vittima dei preconcetti, dato che sembra refrattario all’idea che un ragazzo confessi i propri sentimenti ad un altro ragazzo. Ma è più probabile che sia consapevole che Makoto non possa ricambiarlo.
Lo stile e i temi di La mia Senpai è un Ragazzo
Come già ampiamente discusso nelle sezioni precedenti, il fulcro de La mia Senpai è un Ragazzo è sicuramente la celebrazione dell’amore più sincero, che può anche essere considerata un monito verso l’approccio con “il nuovo”.
La risposta iniziale più naturale in queste circostanze è quasi sempre un rifiuto, dovuto all’assenza di informazioni per elaborare la novità che ci si presenta davanti. Il disorientamento provato di fronte ad una situazione che non comprendiamo, o che ci risulta fuori dalla norma, è comprensibile. Fa parte della nostra natura. Sta però solo a noi decidere se vogliamo superare questa fase. Essere curiosi, comprendere e, quindi, accettare il nuovo o restare ignoranti e cullarci nel confortante senso di normalità.
Lo stile dell’opera è essenziale. Non c’è una maniacale cura per i dettagli, e il tratto è alquanto ricalcato. Gli oggetti e i personaggi in secondo piano risultano poco definiti e, nella maggior parte dei casi, lo sfondo è completamente assente dalle tavole, se non per qualche sporadico oggetto. Questa strategia permette di concentrarsi solo sugli elementi voluti dall’autrice, in primo luogo i personaggi principali. A supportare questa scelta creativa è l’utilizzo dell’altro elemento chiave dello stile di Pom: la luce.
Caldo e freddo
La luce in La mia Senpai è un Ragazzo è un elemento messo in risalto nei punti strategici dell’opera. È fredda durante la rivelazione di Makoto, evidenziando la sorpresa e (forse) l’imbarazzo del ragazzo nel rivelare la verità alla sua kōhai. Calda di fronte alla determinazione di Aoi, o quando i tre amici si godono il pranzo sul tetto della scuola.
Il ritmo della narrazione è forse un po’ troppo veloce, trattata più come una serie di strisce settimanali che una trama consequenziale, ma di per sé non rovina l’esperienza del lettore. Un singolo tankōbon copre un lasso di tempo di circa tre o quattro mesi. E considerato che Ryuji e Aoi passano dall’essere rivali ad amici nell’arco di un singolo capitolo, sorgono dubbi su quanto tempo sia passato, o se i due abbiano condiviso altre esperienze che spieghino il loro legame.
L’anno scorso il manga ha ricevuto un adattamento anime prodotto dalla Aniplex e trasmesso su Fuji TV dal 5 luglio al 27 settembre 2024. Al finale di serie è seguito un lungometraggio che funge da seguito agli eventi della serie, uscito nelle sale lo scorso 14 febbraio.
#INBREVE
Il cammino dell’accettazione
La mia Senpai è un Ragazzo, il manga di Pom che celebra l’amore senza etichette, arriva in Italia, serializzato da J-Pop. In questa dolce storia d’amore la giovane Aoi Saki cercherà di conquistare il compagno Makoto, che adora le classiche cose considerate femminili. L’amore puro e sincero della ragazza aiuterà il giovane ad abbattere i muri che si è creato, dimostrandogli che merita di essere amato per chi è.