Outer Wilds – Perle videoludiche da scoprire
L’esplorazione più importante della vostra vita
Outer Wilds. Questo titolo, siamo certi, è arrivato alle orecchie di molti dei nostri lettori a causa della diffusione che sta ricevendo grazie al numero sempre più alto di personalità del web intente a giocarci. Il nostro desiderio, in questo contesto, è essere lo step decisivo per convincervi a dare una chance ad un gioco che è riuscito a far breccia nel cuore di molti giocatori in brevissimo tempo. Anzi, di più: alcune persone dichiarano che c’è un prima e dopo Outer Wilds, nella loro vita, tanta la delicata potenza di questo gioco. Se pensate siano dichiarazioni da poco, continuate la lettura: potreste star scoprendo una perla che ricorderete per sempre.
Cos’è Outer Wilds?
È difficile razionalizzare Outer Wilds, o spiegarlo mantenendo al minimo gli spoiler. Si potrebbero dire davvero tantissime cose, ma fondamentalmente possiamo dichiarare che è un gioco che si basa sull’esplorazione di un piccolo sistema solare. Il protagonista è un silente (per noi) e novello esploratore, che intraprenderà viaggi spaziali al fine di conoscere ciò che si trova fuori il proprio villaggio. I pianeti sono piccoli, pochi, caratterizzatissimi e circumnavigabili in poco tempo. L’esatto contrario di titoli come No Man’s Sky, per capirci. È tutto a portata di mano. E non c’è nessuno a dirci dove andare, o cosa fare.
A dispetto di ciò che può sembrare finora però, Outer Wilds è un titolo pesantemente story-driven, dato che si pone alla fine di una storia di cui non abbiamo inizialmente alcuna informazione. La progressione, infatti, sarà guidata essenzialmente dalle scoperte che faremo, le quali avranno una duplice valenza: porteranno avanti la bellissima trama secondo le nostre scoperte (rendendo quasi esclusiva la nostra run) e ci daranno modo di allargare le nostre possibilità di gameplay in un modo geniale.
La storia e la particolare narrazione di Outer Wilds
Come detto in precedenza, la libertà pressoché totale di esplorazione potrebbe scoraggiare i giocatori in cerca di un’avventura story-driven, dove spesso viene indicato il punto preciso in cui andare. Beh, il paradosso è proprio questo: Outer Wilds è un titolo che fa della propria trama un punto fondamentale, se non quello più forte. E ciò emerge dopo un po’, dopo uno smarrimento iniziale plausibile e previsto.
Pian piano, guidati soltanto dalla nostra curiosità verremo a conoscenza della storia di cui facciamo parte inconsapevolmente, e che siamo chiamati a ricostruire. Grazie a queste informazioni saremo in grado di avanzare nella nostra avventura, che sarà appunto personale, dato che la nostra curiosità potrebbe portarci su una pista piuttosto che su un’altra. Ed è questo a sorprendere al livello narrativo: infatti, determinati colpi di scena (di cose già avvenute) e concetti chiave potremmo conoscerli nelle prime ore di gioco, mentre un altro giocatore potrebbe viverli soltanto dopo sette/otto ore. È quasi tutto narrativamente nelle nostre mani.
Tutti, però, convergeremo verso lo stesso finale, intriso di tematiche che uniscono fisica ed escatologia. Ecco perché, dopo aver giocato questo titolo, potreste non essere più le stesse persone. Vi interrogherete molto sulle vostre scelte, sul futuro, sul concetto di inevitabilità ma anche di rinascita. Outer Wilds è un gioco molto personale, e il nostro ruolo è fondamentale anche nel gameplay.
Il geniale approccio al gameplay di Outer Wilds
Il titolo si fonda sulla conoscenza, e le informazioni scoperte aiuteranno a risolvere il puzzle narrativo. La nostra curiosità sarà insomma la chiave per poterlo fare. La conoscenza, però, non è fondante solo per la progressione di trama, ma anche per il gameplay. Infatti, qui la distanza tra il protagonista e noi giocatori è ridotta al minimo. Ciò significa che la comprensione del funzionamento del mondo di gioco è un qualcosa di nostro, che resta anche dopo aver concluso la nostra run. Questo come si traduce? Ad esempio, è possibile finire il titolo in una ventina di minuti, sin dal primo avvio. Il problema è che, senza sapere nel concreto cosa sia necessario fare, dove e perché, sarà praticamente impossibile eseguire quegli step precisi. Una persona che già sa tutto, invece, potrebbe serenamente portare a termine il gioco in pochissimo tempo.
In Outer Wilds ogni meccanica è accessibile sin dall’inizio, semplicemente non abbiamo ancora le conoscenze giuste per poterle usare. Tra l’altro quando si scopre che avremmo potuto compiere determinate azioni sin dal principio vivremo un vero e proprio colpo di scena di gameplay. Non solo: alcuni elementi narrativi molto forti diventeranno delle meccaniche che useremo attivamente per progredire nella storia, facendoci connettere entrambi gli aspetti di continuo. Stessa cosa vale per il sistema solare, processato tutto nello stesso momento, nonché per alcuni concetti di fisica (ed oltre) da padroneggiare e da conoscere, dato il ruolo che hanno nella trama.
Tutto questo, infine, chiarisce la natura dell’esplorazione. I pianeti sono pochi, e sono piccoli. Il punto però è che l’esplorazione non è orizzontale, nel senso che non avremo una grande landa a disposizione, bensì verticale. In sostanza, all’inizio sarà molto rapido visitare i pianetini nella loro interezza, almeno superficialmente. Con l’incrementarsi delle nostre conoscenze e seguendo le nostre intuizioni però, quei piccoli corpi celesti diventeranno grandissimi e profondi. Avremo progressivamente accesso a nuove zone e meccaniche e la soddisfazione di averle scoperte grazie alle nostre deduzioni sarà impagabile. Anche perché, di nuovo, avranno sempre un grande rilevanza nella storia.
Cos’è Outer Wilds?
Ed eccoci di nuovo all’inizio, e alla domanda di apertura. È difficile riassumere in poche righe cosa è in grado di restituire questo titolo, dato che molti aspetti non trattati come la colonna sonora maestosa, il riuscitissimo mood da campeggio spaziale, la cura nei dettagli minuscoli da parte del team di sviluppo (maniacale, come solo alcuni autori o software house hanno saputo fare nella storia del medium) avrebbero meritato il loro spazio. La nostra risposta alla domanda, dunque, è che Outer Wilds è un gioco d’esplorazione personale, sia dal punto di vista del gameplay che della trama/narrazione. Ma se è vero che ogni run è esclusiva, e che la conoscenza è il fulcro del gioco, a questo punto vi invitiamo a considerare questo titolo, così da dare la vostra risposta personale. Sarà significativa e valevole come quella di chiunque abbia già intrapreso questo meraviglioso viaggio.
Classe '92 senza esserne pienamente consapevole, mi nutro di videogiochi, fumetti e prodotti video sin da quando ho memoria. Dato che non finirò tanto presto, perché non discuterne?