Connettiti con noi

Manga

Il mio Matrimonio Felice, la recensione del volume uno: può esserci felicità in un matrimonio combinato?

Pubblicato

il

Il mio Matrimonio Felice

Di seguito la recensione del primo volume de Il mio Matrimonio Felice, tra le ultime uscite di J-Pop in esclusiva su Animaku!

È possibile trovare la felicità con un perfetto sconosciuto? Può una persona soggiogata dalla propria intera esistenza trovare una dimensione attraverso il matrimonio combinato? Lo status sociale è davvero essenziale per essere considerata una persona “degna”?

Questi sono alcuni degli interrogativi veicolati ne Il mio Matrimonio Felice, manga edito nel luglio 2023 e realizzato da Akumi Agitogi (autore) e Rito Kohsaka (illustratore). La recente pubblicazione del manga in Italia ha elettrizzato i fan, ma le sorprese non terminano qui: la serie animata My Happy Marriage è su Netflix!

Tra commistione di generi, dramma, estetica classica e riferimenti alle light novel, immergiamoci in questa fantastica storia targata J-Pop della quale non vediamo l’ora di scoprire il seguito!


Tra fantasy e storia


Nel primo volume del manga tratto dalle light novel di Akumi Akitogi, veniamo catapultati in un mondo a metà tra lo storico e il fantasy. Pur collocata nel periodo storico della restaurazione Meiji (1866-1869), infatti, l’ambientazione de Il mio Matrimonio Felice è popolata da individui che possiedono abilità mentali.

Tali abilità riguardano principalmente la manipolazione psichica di elementi o stati di materia, come nel caso della telecinesi o della pirocinesi (la manipolazione del fuoco). Oltre a queste, gli individui con poteri possiedono l’abilità della “Visione spiritica”, che consente di vedere gli esseri soprannaturali.

In un contesto simile, ne consegue che gli individui speciali si ritrovino ad occupare i ranghi più elevati della società, in un rimaneggiamento in chiave fantastica delle effettive gerarchie esistenti nel Giappone Meiji.


Il dramma di Miyo


Similmente, in tale contesto si inserisce il duplice dramma che vive la protagonista Miyo, primogenita della famiglia Saimori. La ragazza viene infatti trattata come una serva dalla famiglia, in quanto priva di abilità speciali. A questo, si aggiunge il rancore provato dalla matrigna nei confronti della madre di Miyo, che tempo prima le aveva precluso l’amore del padre della ragazza.

Miyo sembra destinata a una vita infelice. Dopo un breve attimo di speranza, in cui crede di andare in sposa all’amico di infanzia Kōji Tatsuishi, scopre con sconforto che a questo andrà in sposa la sorellastra Kaya. Il futuro di Miyo sarà legato invece a quello di Kiyoka Kudō, rampollo di una delle famiglie più in vista del Paese e conosciuto per la sua crudeltà.

Tuttavia, l’informazione si rivelerà tutt’altro che vera: Kiyoka è infatti un uomo scontroso e distante, ma in virtù del suo disagio per la rigida etichetta sociale imposta dal suo rango. Sebbene aiutata dalla servitrice Yurie, Miyo troverà difficoltoso stabilire un legame con Kiyoka, il quale, dal canto suo, riconosce in Miyo una compagnia diversa dalle precedenti donne inviategli come promesse spose.

Il mio Matrimonio Felice

I protagonisti, Miyo e Kiyoka, nella copertina del primo volume. WATASHI NO SHIAWASE NA KEKKON vol.1 © Akumi Agitogi Licensed by KADOKAWA CORPORATION © 2019 Rito Kohsaka/SQUARE ENIX CO., LTD. and Edizioni BD Srl. through Tuttle-Mori Agency, Inc.


Estetica classica


Un aspetto interessante de Il mio Matrimonio Felice è riscontrabile sicuramente nella scelta tutt’altro che banale dei disegni di Tsukiho Tsukioka, che, con un occhio particolare per i pattern tipici del vestiario classico giapponese, richiama le tradizioni di corte dell’epoca Heian (794-1185), in cui la scelta dei colori e dei motivi del vestiario era fondamentale.

Questo, unito alle minuziose descrizioni che Agitogi dedica all’aspetto dei personaggi, ai vestiti, agli oggetti, sembra rievocare i testi di una delle più grandi opere di letteratura classica del Giappone: il Genji Monogatari (letteralmente Il racconto di Genji).

Questo enorme romanzo, scritto dalla dama di corte Murasaki Shikibu (973 circa-1014 circa), narra le avventure romantiche del principe Genji e dei suoi amori. Il testo conta numerose pagine in cui la descrizione dei kimono delle nobildonne, o del colore dei loro capelli sotto la luce lunare, costituisce l’ossatura poetica di quella che era l’atmosfera della corte imperiale giapponese.

Per gli appassionati di letteratura giapponese, queste piccole tracce sparse per il manga sono certamente delle chicche. E, in verità, un grande pregio di questo manga è sicuramente la possibilità di avvicinare lettori e lettrici al mondo della corte imperiale giapponese. Il tutto senza “infiocchettarla” più del necessario, ma, anzi, rendendo la complessità del cerimoniale e il valore dello status il principale cardine del disagio dei due protagonisti.


Perché non vi capite: il dilemma delle light novel


Proprio questo disagio potrebbe costituire forse il punto più “debole” del manga: considerando l’adattamento attuato a partire da una light novel, il primo volume de Il mio Matrimonio Felice presenta una mole di testo non indifferente, tale da prendere alle volte il sopravvento a discapito delle immagini. Oltre a risultare meramente grafica, questa preponderanza testuale lascia poco spazio all’interpretazione dei lettori, cui le intenzioni dei due protagonisti vengono spiegate in maniera estremamente dettagliata.

Il mio Matrimonio Felice

Le due facce dell’archetipo: il diffidente incompreso…

Questo, oltre a privare l’opera del “non detto” tipico delle opere fumettistiche in generale, solitamente bilanciato dalla carica espressiva delle immagini e dalle supposizioni di lettori e lettrici, potrebbe portare il lettore a provare un senso di frustrazione nella mancanza di comprensione tra i due personaggi. Inoltre, la loro natura archetipica di donna remissiva e dal passato travagliato, così come di uomo incompreso, scollegato dal mondo che maschera il suo disagio in un atteggiamento freddo, è evidente già dopo poche pagine. Pertanto, il lettore/la lettrice, continuando a seguire le vicissitudini del rapporto di Miyo e Kiyoka, potrebbe sentirsi frustrato dalla mancanza di un dubbio sulla natura della loro incomprensione. in altre parole, potrebbe non capire il motivo per cui i due promessi sposi abbiano effettivamente dei problemi a comprendere il rispettivo disagio.

Il mio Matrimonio Felice

… e la triste donna remissiva.

L’opera potrebbe quindi incorrere nel problema tipico degli adattamenti manga delle light novel, ossia una mole imponente di testo che “scalza” il primato del medium visivo a favore di quello testuale. Ciò non toglie che, visto il rimando a elementi della letteratura giapponese classica e la presentazione dei personaggi necessaria nel primo volume, sia ancora possibile per i prossimi volumi “aggiustare il tiro”.


Conclusione: un inizio incerto, un futuro speranzoso


Insomma, il primo volume de Il mio Matrimonio Felice possiede delle caratteristiche interessanti, ma anche altre modalità di sviluppo che potrebbero risultare problematiche procedendo con l’opera. Va anche detto, però, che verso la fine del volume sono presenti importanti anticipazioni sulla trama principale, le quali, se sviluppate nel successivo volume, potrebbero portare a delle tavole visivamente entusiasmanti e a degli sviluppi di trama, soprattutto riguardo la componente sovrannaturale, capaci di far gola agli appassionati della serie.

Rimanendo sul primo volume, non ci è possibile fare nulla di più che semplici supposizioni, nella speranza che questo ultimo “non detto” prosegua anche nei successivi volumi fino a conferire un ulteriore strato di profondità al manga, per la gioia di lettori e lettrici.

A proposito, ecco tutti i prossimi appuntamenti J-Pop!

Clicca per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Advertisement

follow us

Trending