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Issunboshi: la prima graphic novel di Ryan Lang

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Issunboshi è la prima graphic novel di Ryan Lang e noi, grazie alla collaborazione con J-Pop ed Edizioni BD, siamo qui per raccontarvela.

Sarebbe alquanto bizzarro se iniziassimo questa recensione menzionando opere come Ralph Spaccatutto, Oceania, Doctor Strange, Avengers: Infinity War Avengers: Endgame. Eppure è proprio da qui che partiremo, perché dietro questi titoli conosciuti in tutto il mondo troviamo il talento di Ryan Lang.

Nato e cresciuto alle Hawaii, lavora oggi come Production designer Visual development artist a Los Angeles. Il suo talento e la sua passione per la narrazione a fumetti lo portano a collaborare con Disney Feature Animation e Marvel Studios. I racconti di folklore lo hanno sempre affascinato, fin da quando era bambino… fin da quando sentì per la prima volta la storia di un piccolo eroe alto solo un pollice: Issunboshi.


Issun-bōshi


La graphic novel prende spunto da una fiaba tradizionale giapponese, che narra le avventure di un minuscolo ragazzo chiamato Issunboshi, nome che significa letteralmente “il ragazzo lungo un Sun – il ragazzo alto un pollice”.

Si tratta di un mito che fa parte del ricco patrimonio di racconti popolari del Giappone. A differenza di molte di quelle occidentali, le fiabe giapponesi spesso non sono attribuite a un singolo autore specifico e hanno origini molto antiche. Queste storie vengono tramandate oralmente attraverso le generazioni prima di essere scritte e raccolte. Nel caso di Issun-bōshi, è presente nell’antico libro illustrato chiamato Otogizōshi. I temi trattati sono paragonabili a quelli che ritroviamo nel folklore europeo. Ne è un esempio Pollicino, la celebre fiaba scritta da Charles Perrault, tradotta poi in italiano da Carlo Collodi con il titolo “Puccettino”.

Nella storia originale raccontata ai bambini giapponesi, Issunboshi è il dono divino concesso a una coppia che non riusciva ad avere figli. Dopo numerose preghiere rivolte al Sumiyoshi sanjin, i due videro esaudito il loro desiderio, incarnatosi in un bimbo alto solo un SunLa fiaba popolare presenta diverse versioni, ma tutte vedono il giovane Issunboshi lasciare la casa dei genitori per inseguire quello che è il percorso tracciato per lui dal destino. Alcune versioni lo vedranno sposarsi con la figlia di un aristocratico dopo averla salvata da un Oni. Altre lo vedranno diventare un famoso samurai conosciuto in tutto il Giappone. Essendo, come anticipato, una storia tramandata oralmente di generazione in generazione, è facile che le differenze dipendano dalla regione geografica in cui viene raccontata.


Ikigai


Ryan Lang dimostra molta cura e rispetto del folklore basando la sua trama su solide fondamenta, che sono i punti in comune con le vecchie versioni della fiaba. Dopo un prologo che ci introduce al mondo e alla cornice della vicenda, ci attendono cinque capitoli prima di giungere a un breve ma emozionante epilogo. Il tema della ricerca di sé e della propria ragione di vita anima le azioni del protagonista, che si vedrà costretto ad affrontare il suo destino.

Copertina di Issunboshi

In questa rilettura creata da Ryan Lang, il mondo nasce dalla volontà degli Dei che, servendosi della Ame no nuhoko (la Lancia dei Cieli), scossero i mari dando vita alla prima isola dell’arcipelago giapponese: Onogoro Shima. Si perdono poi le tracce della Lancia dei Cieli, ma in molti sostengono che gli Dei, vista la sua grande potenza, la divisero in quattro parti nascoste per il mondo.  L’asta divenne un albero, l’impugnatura un fiore, la lama una pietra. L’ultimo componente rappresentante lo spirito stesso della Lancia vagò per molto tempo senza trovare un rifugio. Lo spirito decise quindi di attendere nel cielo, affinché nessuno sarebbe mai stato in grado di trovarlo.

Un giorno però, un Oni si imbattè in un albero all’apparenza comune, ma si accorse subito che in realtà quello che aveva tra le mani era un pezzo di ciò che avrebbe potuto donargli un potere infinito, se riunito alle parti mancanti. Lo spirito della Lancia, vagante nel cielo, gemette al solo pensiero, fino a che non si imbatté in una giovane coppia di anziani intenti a pregare.


Dove nasce l’eroe


Ryan Lang omaggia uno dei punti cardine della fiaba: la nascita di Issunboshi.

La coppia di anziani si recava anno dopo anno in quel luogo, pregando che il loro desiderio di avere un bambino da amare e accudire si esaudisse. Non importava come, gli sarebbe andato bene anche un piccolo bimbo alto appena un pollice. Lo spirito decise quindi di dare una possibilità al mondo, evitando così di cadere nelle mani dell’Oni. Dopodiché svanì dal cielo, rinascendo nella forma di un bambino.

La coppia visse gli anni più felici con il loro pargolino alto un solo Sun. Anche se di piccole dimensioni, Issunboshi dimostrò subito di avere una grandissima forza fisica, ma soprattutto un cuore grande. L’amore verso i genitori viene rappresentato dai piccoli gesti quotidiani. La quiete maturata è però destinata a terminare da lì a breve.


Tra uomini e demoni


Quello descritto nella graphic novel di Ryan Lang è un lontano Giappone feudale sull’orlo di una catastrofe. Rifacendosi alle leggende nipponiche, l’autore racconta di come il mondo dei vivi e il mondo dei morti siano divisi, grazie al sigillo che Izanagi usò per sigillare Izanami negli inferi. La distruzione di quel sigillo da parte dell’Oni, tramite la potente Lancia dei Cieli, riverserebbe gli inferi nel mondo dei vivi, dando vita a una serie di tragedie inimmaginabili.

Il giovane Issunboshi, custodendo dentro di sé lo spirito della Lancia, si vede costretto ad allenarsi duramente per affrontare e sconfiggere il demone, che nel frattempo ha riunito tre dei quattro pezzi. Solo evitando di concedergli la parte mancante potrà scongiurare il tragico epilogo. Tramite le magnifiche illustrazioni di Ryan Lang, siamo riusciti a vivere le avventure del piccolo eroe: dal suo rapimento da parte di un Tengu fino al primo scontro con un Kappa. L’autore dimostra passione e profonda conoscenza delle creature mitologiche giapponesi, tanto da rappresentarle magistralmente rispettando per ognuna le caratteristiche peculiari.

Issunboshi J-Pop

Tengu e Noboru

Il lavoro svolto dal punto di vista della costruzione del mondo e dei personaggi è encomiabile. Sfogliando pagina dopo pagina e leggendone il contenuto, riusciamo a immaginare i suoni, gli odori, le sensazioni fuoriuscire da ogni tavola. Le illustrazioni create da Lang sono la testimonianza stampata del suo grande talento. Siamo rimasti letteralmente affascinati da alcuni disegni a pagina intera, che hanno sospeso la nostra lettura per qualche minuto. Minuti in cui non potevano non fermarci a contemplare queste opere, proprio come in un museo ci si ferma a osservare un dipinto cercando di coglierne ogni minimo particolare.


Mono no aware


Ryan Lang ha messo anima e talento nella realizzazione di questa sua prima graphic novel. Suoi sono i disegni, i testi e i colori. La mano è quella di un professionista, che sa bene cosa vuole rappresentare e lo mette su carta in maniera chiara e cristallina. Ogni tavola vuole comunicare qualcosa. Il dettaglio di una mano che sfiora un viso, una pagina intera per lo più buia e vuota a significare la solitudine e la paura di ciò che non si conosce, una scena veloce e confusa durante una battaglia. Lang si dimostra capace di esprimere ogni situazione al meglio. Ottimo è l’uso delle proporzioni e delle vie di fuga per mettere in risalto la bassa statura di Issunboshi, così come la grandezza dei Gashadokuro.

Issunboshi

Velocità e dinamicità

Sfogliando il volume pagina dopo pagina, abbiamo provato un mix di sensazioni. Fascino, meraviglia, adrenalina e… malinconia. Ci siamo immersi in quest’opera godendocela tutta d’un fiato, ma con la consapevolezza che prima o poi sarebbe finita. Consci che ogni tavola era un passo verso l’epilogo di questa storia, ci siamo presi il nostro tempo prima di scrivere questa recensione. Dopo una seconda rilettura di Issunboshi possiamo dirci sfamati. Sfamati di meraviglia, di fascino e di adrenalina. La malinconia di essere fruitori temporanei di qualcosa di così bello si è trasformata in entusiasmo. Un entusiasmo che siamo sicuri abbia pervaso anche Ryan Lang mentre creava quest’opera, fino a trasmettercelo in tutta la sua potenza.


Un mondo troppo piccolo


Oltre ai disegni, oltre le tavole, oltre la stessa trama, troviamo Issunboshi, un portatore di messaggi positivi.

Il mondo è troppo piccolo per uomini dal cuore grande come il piccolo eroe. Un mondo avido di potere, egoista, malvagio. Un mondo piccolo, ma a volte troppo sconfinato per coloro che hanno sogni e ambizioni più grandi di loro. La vastità del vuoto, dell’ignoto, dell’anonimo e dell’incerto possono scheggiare la corazza di perseveranza dei più coraggiosi. Solo facendo sempre del proprio meglio sarà possibile esaudire qualsiasi nostro desiderio.

Siamo tutti Davide contro Golia. Siamo tutti Issunboshi.

#INBREVE
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La prima graphic novel di Ryan Lang

Arte, trama e messaggi positivi. Ryan Lang nella sua prima opera a fumetti si fa spazio tra i più grandi. Issunboshi è un’opera completa, piacevole e profonda. L’artista si dimostra grande conoscitore del folklore e si riconferma un talento raro nel disegno. Una prima opera che, speriamo, farà da apripista a molte altre.

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