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AniKult – Kiki: consegne a domicilio, uno dei primi capolavori del regista Hayao Miyazaki

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Kiki consegne a domicilio

In questo AniKult, torniamo indietro nel tempo fino al 1989, anno di uscita di Kiki: consegne a domicilio. Il film, tratto dall’omonimo romanzo di Eiko Kadono, inizialmente non soddisfatta della trasposizione cinematografica, riuscì a battere i precedenti record d’incasso giapponesi.

La locandina del film

Locandina italiana del film – uscito per la prima volta in DVD nel 2002 e successivamente al cinema il 24 aprile 2013 in Italia

Quando parliamo di un’opera del maestro Hayao Miyazaki ci troviamo a descrivere il quadro di un grande artista, un genio che, con pennellate precise e colori accesi, rappresenta e racconta le emozioni in maniera poetica. Questo è anche il caso di Kiki: consegne a domicilio, un film generalmente considerato un’opera minore dell’autore ma che, paradossalmente, lo ha lanciato nell’empireo dei geni del cinema, concedendogli fama mondiale. La pellicola è la quarta prodotta dallo Studio Ghibli, fondato nel 1985 da un gruppo di cui faceva parte Miyazaki, un’eccellenza dell’animazione. Il film è tornato nelle sale italiane dal 13 al 19 luglio di quest’anno.


L’ambientazione del film


Kiki: consegne a domicilio, è ambientato prevalentemente nella città di Koriko. L’ispirazione per la metropoli, Miyazaki e la sua troupe, l’hanno ricercata in Svezia. Furono, infatti, le fotografie fatte a Stoccolma e Visby a fornire le basi della città immaginaria. Altri elementi caratterizzanti sono tratti da Lisbona, Parigi, San Francisco e Napoli.

In Kiki: consegne a domicilio è facile notare la classica dicotomia miyazakiana tra la campagna, luogo in cui Kiki vive assieme alla sua famiglia a inizio film, simbolo di spensieratezza e luogo in cui i bambini vivono a contatto con la natura, e la grande città, Koriko, in cui la streghetta va a vivere. Città che è inizialmente ostile alla giovane, come se cercasse di rigettare il corpo estraneo (magico) che non segue le sue leggi. Col tempo Kiki riuscirà a farsi apprezzare dagli abitanti ed a mutare almeno in parte le stesse regole alle quali ha dovuto sottostare. 


Un apprendistato per diventare adulti


In Kiki: consegne a domicilio, la protagonista è una streghetta che, raggiunti i 13 anni, deve compiere l’anno di noviziato in una grande città. Come già detto la ragazzina vive in campagna e il primo impatto con la metropoli sarà traumatico. Durante il viaggio sulla sua scopa volante supera una tempesta e incontra una seconda streghetta di ritorno dal tirocinio. Una volta arrivata a Koriko, una grossa cittadina di mare, la ragazza è scossa dalla brutta accoglienza che la metropoli le dà. La situazione migliora quando conosce la gentile Osono, fornaia incinta che le fornisce un tetto e un lavoro. Infatti grazie alla donna Kiki apre un servizio di consegne a domicilio volanti.

Attraverso il suo nuovo lavoro, Kiki conosce molte persone e fa nuove amicizie. Da sottolineare Tonbo, suo coetaneo simpatico, appassionato di volo, Ursula, giovane pittrice e l’anziana signora, di cui non sappiamo il nome. Ognuno di questi personaggi rappresenta una fase della vita umana, e ognuno di loro contribuirà alla crescita di Kiki. Il punto di svolta di Kiki: consegne a domicilio è la perdita dei poteri della giovane. Il gatto parlante Jiji, che fino ad allora svolgeva la funzione di aiutante, smette di parlare. Kiki così affronta un momento di smarrimento, perdendo anche la capacità di volare sulla scopa.

Jiji, il gatto parlante di Kiki

Jiji, il gatto parlante di Kiki

Proprio nella fase in cui perde i suoi poteri si trova il “senso” di Kiki: consegne a domicilio: crescere, superare le proprie debolezze, acquisire nuova consapevolezza di sé. Infatti la giovane sarà chiamata a diventare adulta quando dovrà salvare Tonbo, rimasto impigliato alla fune di un dirigibile in balia del vento. La neo-strega, preso uno spazzolone, riuscirà a librarsi in volo e a salvare l’amico, superando le sue difficoltà. Kiki così riacquisisce fiducia in sé stessa, conquista i cittadini e, al termine dell’anno di noviziato, può tornare a casa maturata. La stessa simbologia la ritroviamo in Jiji, che rimane muto perché ormai lei non ha più bisogno del suo aiuto.


La crescita come tema fondamentale


Kiki: consegne a domicilio ha, come molti altri film di Miyazaki, una struttura semplice e una narrazione favolistica, caratterizzato da uno stile essenziale ma molto espressivo. L’estrema cura per i minimi particolari (crepe nei muri, pareti stinte di un edificio, muschio sugli oggetti, il vento tra i fili d’erba) viene nascosta, per dare l’impressione di spontaneità e realtà. Si cerca in tutti i modi una verosimiglianza che non fa notare il grande lavoro che sta alla base, soprattutto nell’attenzione alla luminosità delle immagini e alla fluidità dei movimenti.

Il tema della crescita, del superamento delle proprie debolezze e dell’emancipazione ha un ruolo fondamentale in Kiki: consegne a domicilio. Si può notare come il racconto segua lo schema della fiaba individuata da Propp: equilibrio iniziale, sua rottura, peripezie dell’eroe, ristabilimento dell’equilibrio.

Da sottolineare il fatto che Kiki sia una ragazza: nel periodo in cui è uscito Kiki: consegne a domicilio, in Giappone spopolavano le majokko. Con questo termine si identificano le maghette stile Sailor Moon, ragazze che risolvono i problemi solo grazie alla magia. A differenza di queste figure, però, Kiki, pur essendo una strega, non supera le difficoltà grazie ai suoi poteri. Qui emerge bene il tema dell’emancipazione femminile che sta a cuore al regista. Per questo motivo Miyazaki è spesso stato considerato un regista femminista.

Anche negli anni ’80 c’erano negli anime delle ragazze emancipate, basta pensare a Mila e Shiro od Occhi di Gatto. Però, mentre in quei casi le figure femminili avevano caratteristiche virili, Kiki invece usa la sua femminilità come punto di forza. Questo rende Kiki: consegne a domicilio un unicum nel panorama giapponese degli anni ’80.

[…] Non c’è nessuno, nemmeno io, che si preoccupi dei problemi e delle esigenze delle ragazzine. […] è per questo che ho scelto di scrivere qualcosa che arrivasse soprattutto alle bambine. Qualcosa a cui potessero fare riferimento quando immaginano il loro futuro e i loro rapporti con la società.

Un altro tema fondamentale è, come già sopra citato, la crescita, che si compie mediante il superamento delle difficoltà. Questo inserisce Kiki: consegne a domicilio nel filone dei “racconti di formazione. La protagonista deve affrontare varie prove, come l’ambientamento in una nuova realtà e la perdita dei poteri, per crescere e diventare adulta. Questo rende il film non una semplice favola, ma un racconto adatto a tutte le fasce d’età, che contiene un importante insegnamento: non c’è bisogno della magia per crescere, bisogna fare affidamento solo e unicamente sulle proprie forze.


Altre tematiche affrontate


Come poi non citare il tema del volo, tanto caro al regista e presente in molte sue opere. Una passione che probabilmente arriva dall’infanzia dell’autore, difatti il padre di Miyazaki lavorava per un’azienda che costruiva componenti aeronautici. In Kiki: consegne a domicilio il volo è l’unica capacità magica della strega, appunto volare su di una scopa, e passione del suo amico Tonbo che si diletta nella costruzione di macchine volanti assieme agli amici. Inoltre, il punto di svolta della storia si verifica quando Kiki salva l’amico rimasto impigliato nella corda di un dirigibile, proprio mediante la capacità della strega di volare. Il volo, per Miyazaki, è libertà dalla gravità, è il sogno dell’umanità, l’evasione dalla realtà.

Kiki che vola sulla scopa

Scena del film in cui Kiki vola al largo della costa di Koriko

Altro tema importante, per certi versi autobiografico, è quello della solitudine. Come Miyazaki per affermarsi professionalmente ha dovuto trasferirsi a Tokyo, in un contesto in cui era solo, allo stesso modo Kiki è più volte oppressa dal senso di solitudine. Infatti, nel lungometraggio, la ragazzina si sente dapprima rifiutata dalla città e poi dai suoi poteri magici. Sarà aiutata a superare il senso di abbandono dai vari aiutanti e amici che incontrerà durante l’avventura: Tonbo, Osono e Ursula, la quale ha la stessa doppiatrice, sia in giapponese che in italiano, di Kiki. Stando forse a significare che la pittrice rappresenta il modello a cui Kiki tende.

Come poi non citare ciò che forse sta più a cuore al regista nipponico: il rapporto tra uomo e natura. Kiki, che dapprima vive in campagna coi genitori, dovrà trasferirsi nella città di Koriko, in analogia a quello che in gioventù ha fatto Miyazaki. Koriko, teatro della maggior parte degli avvenimenti di Kiki: consegne a domicilio, è una città in cui il cielo azzurro, il sole e il mare dominano. Come detto in precedenza, la città è modellata sulla base di varie metropoli famose per il loro positivo rapporto con la natura.

Kiki troverà nuova armonia senza perdere l’essenza di giovane donna entusiasta, prendendo i suoi spazi nella città e facendosi apprezzare da tutti, anche quelli che inizialmente le erano ostili. Sta proprio in questo il senso profondo di Kiki: consegne a domicilio: passare attraverso le avversità per crescere e cambiare, non perdendo mai di vista se stessi.

#INBREVE

Kiki: consegne a domicilio - una meravigliosa favola di formazione e crescita

La pellicola che ha reso grande Miyazaki e lo studio Ghibli è una vera e propria opera d’arte: poetica, dai colori vivaci, con tematiche che possono sembrare semplici ma che hanno uno spessore maggiore di quanto possano sembrare.

La crescita, l’emancipazione femminile, il superamento delle difficolta mediante le proprie forze, unitamente a un comparto tecnico di altissimo livello, rendono questo film un capolavoro.

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