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The Eminence in Shadow, la recensione della prima stagione

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La nostra recensione della prima stagione di The Eminence in Shadow, disponibile su Prime Video: quando le buone idee non bastano.

Il 15 febbraio scorso è stato finalmente rilasciato l’ultimo episodio della prima stagione di The Eminence in Shadow su Prime Video. La serie completa è disponibile in versione originale, mentre quella doppiata è stata rilasciata dalla puntata 1 alla 13 lo scorso 3 marzo. Non è ancora nota la data per il rilascio delle 7 puntate mancanti. Questo problema è probabilmente legato allo sciopero dei doppiatori italiani e che ne ha rallentando l’uscita.

La prima stagione di The Eminence in Shadow è un adattamento prodotto da Nexus, tratto dell’omonima serie di light novel scritte da Daisuke Aizawa e illustrate da Tōzai. La serializzazione, ancora in corso, è cominciata nel maggio 2018 sul sito di “Shōsetsuka ni narō, un sito web giapponese completamente gratuito sia per gli utenti che per i lettori, che permette la pubblicazione di romanzi amatoriali. Nel novembre dello stesso anno la serie viene acquistata da Enterbrain, che ne prosegue la pubblicazione. 

Precedentemente al già citato adattamento anime, The Eminence in Shadow aveva già ricevuto anche un adattamento manga disegnato da Anri Sakano e serializzato sulla rivista shōnen e seinen Comp Ace

Della distribuzione in Italia se ne è occupata Yamato Video. Inizialmente la serie è stata rilasciata sul canale Anime Generation di Prime Video, per poi passare disponibile sulla piattaforma principale così come già successo per Call of the night. (Qui la nostra recensione)

La light novel di Aizawa ha riscontrato anche un discreto successo con oltre 4 milioni di copie vendute a febbraio 2023 secondo PR Times Japan.


La pratica rende perfetti 


Durante il giorno Minoru Kagenō è apparentemente un normale liceale, schivo e silenzioso. Quello che lo differenzia da tutti gli altri è la sua devozione alla causa del bene. Minoru, infatti, si allena segretamente per diventare un abile combattente pronto a tutto per contrastare il male.Cid Kageno, the eminence in shadow

Nel corso del primo episodio dimostra le proprie abilità salvando una compagna di classe rapita da dei criminali intenzionati a chiedere un riscatto. Minoru, dopo aver affrontato valorosamente i delinquenti, riesce a liberare la giovane ragazza, tenendole nascosta la sua vera identità. 

Poco dopo questo atto eroico, però, Minoru muore investito da un camion durante il suo addestramento.

In seguito a questo terribile incidente Minoru si reincarna in un nuovo mondo magico, con il nome di Cid Kagenō, caratterizzato da un’ambientazione d’ispirazione fortemente europea. Così come nella sua vita precedente, Cid Kagenō di giorno è un normale studente che fa di tutto per confondersi tra gli studenti e passare inosservato, mentre di notte, con il favore delle tenebre, combatte il malvagio culto di Diablos con l’alias di Shadow. Nel combattere questo potente nemico Shadow non è da solo, egli è infatti a capo di un’organizzazione di potentissime e fedeli guerriere magiche chiamata Shadow Garden. Il gruppo è formato esclusivamente da personaggi femminili, che vanno a formare un vero e proprio harem devoto a Cid. Ma quanto c’è di reale in tutto questo? Il culto di Diablos esiste davvero o è solo frutto dell’immaginazione del protagonista? Ma soprattutto, quanto è veramente consapevole delle sue azioni Cid?

Se da una parte la prima stagione segue le vicende della potentissima Eminenza Grigia, altro nome di Shadow, dall’altra segue anche quella di Cid. Quando frequenta la scuola per schermidori magici, egli è pronto a tutto pur di non rendersi protagonista di nessuna situazione e rimanere solo una comparsa. Qui troviamo il primo parallelismo tra la vita precedente di Cid e quella nel nuovo mondo.

The Eminence in Shadow va quindi ad inserirsi perfettamente in quel preciso genere, chiamato Isekai, che vede il protagonista dell’opera reincarnarsi e rinascere in un nuovo mondo. A questo si aggiungono elementi fantasy, tipici del genere, come l’ambientazione e la caratterizzazione dei personaggi (il mondo non è popolato solo da umani, ma anche da elfi) e un’importante vena comica e autoironica. 

Quello che rende la prima stagione dell’anime dello studio Nexus un prodotto differente da quelli che sono i classici del genere, è il modo in cui Aizawa presenta il personaggio di Cid. Infatti, dopo essersi reincarnato in questo nuovo mondo, il protagonista mantiene la consapevolezza della propria vita precedente, introducendo elementi culturali del suo mondo, e ben noti agli spettatori, in un contesto completamente estraneo a questi ultimi. Questo espediente narrativo permette di inserire continui riferimenti alla cultura occidentale pop, e non solo, all’interno di un’ambientazione fantasy.

Il personaggio di Cid, durante la sua vita diurna da studente, è forse tra gli aspetti più riusciti dell’intera opera. Infatti, attraverso monologhi interiori che sembrano rivolgersi allo spettatore, il protagonista continua a ribadire come all’interno della storia voglia essere solo una comparsa, quasi avesse la consapevolezza di essere parte di un racconto di fantasia. Questa meta narrazione permette di creare innumerevoli situazioni assurde e divertenti e, allo stesso tempo, furbescamente di prendersi gioco dei cliché tipici dell’animazione giapponese. 


Un’arma a doppio taglio


Nel corso della prima parte dell’opera le due identità del protagonista sono ben delineate e definite, ma soprattutto vengono trattate quasi come due personalità diverse. La stessa atmosfera e il mood dell’anime cambiano radicalmente in base a quale dei due alias è protagonista della scena. 

Shadow è un guerriero formidabile la cui potenza magica è ineguagliabile e agisce di notte, il tono del racconto è sempre cupo e lo stesso genere assume tinte dark fantasy e, in alcuni momenti, anche horror. 

ShadowIn totale contrapposizione ci sono le ambientazioni calde e luminose che vedono Cid come protagonista. I toni sono più rilassati, i personaggi che popolano questi momenti sono prevalentemente comic relief e il genere si sposta sulla commedia.

Attraverso i monologhi di Cid, l’autore non si limita a porre le basi della trama, ma li sfrutta per muovere una critica al panorama degli anime esasperandone i cliché e facendone una parodia. Uno su tutti è il “salto dal tetto con posa figa”, azione che il protagonista effettua ed annuncia in modo tanto plateale quanto divertente. Altri esempi possono essere i nomi che lo stesso Cid dà ai suoi compagni di classe, ovvero giochi di parole che ne ricordano l’aspetto fisico o la personalità (Speel Ungone e Pat Ata sono alcuni degli esempi degli adattamenti italiani). O al come egli voglia essere una “comparsa” e non un “personaggio con nome”, perché attirerebbe troppo l’attenzione.

Le premesse sembrano essere interessanti, ma tutto crolla come un castello di carte quando, nella seconda parte dell’anime, la personalità di Cid viene messa da parte per lasciare spazio quasi esclusivamente a quella dell’Eminenza Grigia, anche quando il protagonista veste i panni dello studente. A questo punto non solo viene a mancare parte di quella vena comica e parodistica al quale ci aveva abituato la serie, ma lo stesso anime inizia a scadere in tutti quei luoghi comuni che fino a pochi episodi prima aveva messo alla berlina.

Shadow è di fatto un classico antieroe che agisce con uno scopo ben preciso e per un bene superiore, incurante dell’opinione altrui. Il suo atteggiamento di superiorità, la sua potenza incontrastabile e le diverse frasi ad effetto che pronuncia durante gli scontri sono tutti stereotipi, anche se ben realizzati, che, dopo le premesse iniziali, risultano essere delle forti stonature all’interno dell’opera.


L’influenza occidentale


Nell’opera di Aizawa è presente una fortissima influenza della cultura occidentale fin dai primi episodi. Il primo elemento che salta all’occhio è l’ambientazione fortemente europea. Le strade, l’architettura dei palazzi e l’abbigliamento delle persone sono tutti elementi decisamente e chiaramente ispirati alla cultura occidentale e, appunto, più precisamente europea. Nei campi lunghi è quasi sempre possibile riconoscere monumenti ed edifici. Degli esempi sono l’Arc de Triomphe di Parigi o la Cattedrale di Santa Maria del Fiore di Firenze. L’ambientazione di The Eminence in Shadow è molto ben realizzata e risulta molto coerente con se stessa, nonostante l’utilizzo di stili architettonici molto diversi.

L’idea di utilizzare questo tipo di ambientazione è riuscita solo in parte. È comprensibile come per un pubblico asiatico o americano, abituati ad estetiche molto differenti, possa risultare credibile come ambientazione fantasy. Per uno spettatore europeo, abituato a vedere edifici simili nel quotidiano, l’effetto potrebbe non essere così tanto efficace.

Ma non è solo in ambito estetico che l’anime targato Nexus mostra l’influenza occidentale. Lo stesso nome del protagonista, Cid, potrebbe essere un riferimento a El Cid, celebre cavaliere e condottiero medievale spagnolo. Il significato di questo nome, che ha origini arabe, è quello di “signore” o “padrone”. Quest’ultimo è lo stesso appellativo con il quale le sue adepte si rivolgono a Kagenō.

Le stesse guerriere dello Shadow Garden hanno moltissimi elementi derivanti dalla cultura e dalla mitologia occidentale. Innanzitutto esse sono tutte quante elfe, creature presenti nella mitologia germanica e norrena e non certamente da quella nipponica. Inoltre i loro nomi corrispondono alle lettere dell’alfabeto greco. Partendo da Alpha, la prima ad essere reclutata da Cid, passando per Beta, Gamma, Delta, Epsilon, Zeta fino ad Eta. Loro sono le prime 7 ad entrare a far parte dello Shadow Garden, reclutate direttamente da Cid. A tutti i membri reclutati successivamente, invece, viene dato un numero.

the eminence in shadow

Infine, all’interno della storia ci sono tantissimi riferimenti sia alla cultura pop occidentale che a quella orientale. Questi riferimenti nonostante siano posti in secondo piano, funzionano bene e servono a ribadire il legame tra Cid e la sua vita precedente. Il protagonista è infatti solito condividere la propria conoscenza con le sue sottoposte, le quali mettono in pratica i suoi insegnamenti inserendo in un contesto fantasy elementi tipici della nostra cultura, leggermente modificati. Gli esempi sono davvero tanti, ma tra quelli più riusciti sicuramente ci sono i libri “scritti” da Beta, che non sono altro che plagi di racconti classici come “Romea e Giulietto“, “Cappuccetto Rosso Cremisi” o “Star Traps“. Non mancano i riferimenti alla cultura giapponese dei manga con ulteriori plagi, sempre scritti da Beta, come “Dragon Bell” e “One Peace“.

Questi riferimenti sono apparentemente secondari. Il loro scopo sembra essere solo quello di arricchire la costruzione del world building, ma potrebbe esserci sotto qualcosa di diverso? Quanto è profondo il legame tra Cid e la sua vita precedente?


The Eminence in Shadow o l’arte di accontentare 


Riuscire ad inquadrare la prima stagione di The Eminence in Shadow in uno o pochi generi non è scontato. Seppur siano presenti dei generi predominanti, come i già citati isekai e fantasy, l’intera opera racchiude una grandissima quantità di sottogeneri.

shadow garden

Nel corso dei 20 episodi l’anime targato Nexus spazia da un sottogenere all’altro in modo molto repentino e non sempre lineare.

Oltre a quelli già citati si possono trovare generi quali comedy, fantascienza, action o teen drama, passando per episodi con elementi tipici del genere horror e grottesco, arrivando fino all’ecchi. L’ecchi è un genere erotico, seppur molto differente dall’hentai, il quale è decisamente più esplicito. Infatti, in questo sottogenere non ci sono scene di nudo e le tematiche sessuali, comunque presenti, sono trattate in modo soft o comico. Rimane il fatto che gli elementi e i riferimenti sessuali più o meno espliciti sono ben presenti all’interno dell’opera. Principali portavoce di questo genere sono le guerriere dello Shadow Garden, che si contendono l’interesse di Cid. Per farlo non esitano a mettere in mostra i loro corpi formosi e accentuandone le forme attraverso abiti attillati.

Questo continuo cambio di genere nei primi episodi è fonte di interesse e sorpresa per lo spettatore. Man mano che si procede con la visione, però, diventa ridondante andando ad eliminare quell’effetto sorpresa appena citato. Inoltre, rischia anche di creare un senso di confusione e smarrimento nello spettatore che potrebbe domandarsi se questi elementi abbiano uno scopo ben preciso o siano solo di contorno.

L’impressione è che l’autore abbia voluto inserire quasi ad ogni costo elementi di generi differenti per coprire un bacino di utenza quanto più ampio possibile, con il risultato di tralasciare un po’ la coerenza narrativa degli stessi.


Un ottimo lato tecnico per compensare


La prima stagione di The Eminence in Shadow trova nell’aspetto tecnico uno dei suoi punti di maggior forza. La resa estetica delle ambientazioni e i personaggi è ben caratterizzata e questi ultimi rimangono impressi allo spettatore sin dalla loro prima apparizione. Ognuno dei personaggi principali ha un proprio stile di combattimento, un’estetica ben precisa e delle abilità magiche uniche e ben diversificate tra loro. Grazie all’ottimo lavoro svolto dallo studio Nexus, l’adattamento dell’opera di Aizawa riesce a mantenere sempre alta l’attenzione. Anche nelle scene più concitate dei combattimenti le animazioni non risultano mai confuse o poco chiare.

Allo stesso modo, per quanto riguarda il doppiaggio siamo su buoni livelli. Sia in lingua originale che in italiano i personaggi risultano credibili nel contesto in cui si trovano e mai fuori luogo. Nel corso della prima stagione sono innumerevoli i giochi di parole e il lavoro fatto in fase di adattamento è anch’esso promosso. I nomi di molti personaggi sono basati su questo tipo di comicità. Oltre ai già citati compagni di studio di Cid, possiamo trovare Sam Pliciotto, un travestimento di Shadow per passare inosservato, o Vince Soloquesta, personaggio che vincerà un solo incontro durante il torneo degli ultimi episodi.

shadow

Come recentemente annunciato, visto il successo della prima stagione di The Eminence in Shadow, ne è stata confermata una seconda. Al momento però, non è ancora stata resa nota la data di uscita (Qui un articolo di approfondimento). Quello di cui possiamo essere certi, però, è che rivedremo Shadow e la sua Organizzazione all’opera quanto prima. 

#INBREVE
3

THE EMINENCE IN SHADOW - STAGIONE 1 IN BREVE

Le considerazioni finali sulla prima stagione di The Eminence in Shadow non possono essere del tutto positive. L’anime presenta un ottimo incipit, anche se tipico del genere isekai, e una brillante idea di base per caratterizzare in modo originale il protagonista. Purtroppo però, questa originalità si perde sempre di più man mano che si avanza con la visione dell’anime. Il punto di vista di Cid viene sempre più sostituito da quello di Shadow, che nelle battute finali oscura completamente il suo alter ego. L’anime si pone come prodotto che vuole uscire dai soliti schemi e luoghi comuni tipici dell’animazione giapponese, ma ci riesce solo nella prima parte, per poi scadere in tutti quei cliché dai quali aveva provato a distaccarsi.

Al netto dei difetti, però, è un prodotto che merita la sufficienza e una visione dagli appassionati del genere o da chi è alla ricerca di un prodotto ben curato dal punto di vista tecnico, ma che allo stesso tempo si lasci guardare senza troppe pretese.

1 Commento

1 Commento

  1. Samu

    15/12/2023 at 6:28 pm

    Ho notato solo adesso la recensione su The Eminence in Shadow. Sembra un giudizio abbastanza severo, avendo dato solo la sufficienza ( personalmente gli darei 8/9 ). Poi la seconda parte dell’anime è stata quella più apprezzata ( soprattutto il torneo di scherma dove appare sotto le spoglie di un’altro personaggio).

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