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Hell’s Paradise – Jigokuraku: un eden pieno di difetti, ma convincente

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Hell’s Paradise: tra sangue e folklore. Quando l’innovazione non è necessaria per realizzare un buon anime.

Il 22 marzo scorso Crunchyroll, con l’annuncio del palinsesto primaverile del 2023, aveva fissato la data per l’uscita dell’adattamento anime di Hell’s Paradise – Jigokuraku, manga scritto e disegnato da Yūji Kaku. Il manga è stato serializzato dal 22 gennaio 2018 al 25 gennaio 2021 sulla rivista Shōnen Jump+ di Shūeisha.

Il manga di Kaku è composto da 13 volumi, tutti già disponibili anche in Italia. L’opera ha ricevuto un discreto successo riuscendo a superare le 3.6 milioni di copie in circolazione.

Prodotto dallo studio MAPPA e diretto da Kaori Makita, il 1° aprile del 2023 proprio sulla piattaforma di Crunchyroll è cominciata la messa in onda dell’anime della prima stagione di Hell’s Paradise, composta da 13 episodi. Dopo diversi mesi di attesa, il 31 giugno l’ultimo episodio dell’anime è uscito nella sua versione originale. Per quanto riguarda la versione doppiata, anch’essa distribuita da Crunchyroll, è probabile che  termini a fine luglio.

A luglio 2023 Crunchyroll ha annunciato anche che l’anime di Hell’s Paradise verrà rinnovato per una seconda stagione.


L’arido


Hell’s Paradise è un classico battle shonen ambientato nel periodo Edo del Giappone, che va dall’inizio del 1600 fino a dopo la metà del 1800.

Il protagonista dell’opera è Gabimaru, un ninja addestrato per uccidere sin da quando era bambino. Conosciuto come “l’arido” a causa della sua mancanza di emozioni, Gabimaru viene catturato durante una missione e condannato a morte. Dopo diversi tentativi di esecuzione vanificati dalle sue capacità sovrumane, gli viene offerta la grazia a patto di portare a termine una missione apparentemente impossibile.

L’obiettivo è quello di raggiungere l’isola Shinsenikyo, un reame fantastico recentemente scoperto e recuperare l’elisir di lunga vita che si trova nel suo territorio. Per compiere questa imprese sono stati riuniti, oltre a Gabimaru, molti altri pericolosi criminali, tutti quanti condannati a morte e che avranno tutti lo stesso obiettivo.

I criminali però, non saranno da soli in questa loro missione. Infatti ad ognuno di loro viene assegnato un boia che avrà il compito di seguirli durante la loro permanenza sull’isola e, in caso tentassero la fuga, di ucciderli.

Queste sono le premesse sulle quali si basa Hell’s Paradise: un gruppo di efferati criminali dalle incredibili capacità, inviati in un territorio inesplorato e pericoloso a compiere una missione suicida per ottenere la grazia.


Poche novità…


Va detto che il concept dell’opera non è di quanto di più originale possibile, anzi. Sono presenti tutti quanti gli schemi e i cliché di un classico battle shonen. I personaggi protagonisti, infatti, non fanno altro che continuare a incrementare le proprie capacità attraverso diversi power-up, per fronteggiare pericoli di difficoltà man mano crescente.

Anche la scelta di rendere protagonisti dei criminali, che vengono presentati a tutti gli effetti come dei villain, poteva risultare decisamente vincente se ben sviluppata. Questo però purtroppo non avviene, infatti, poco dopo pochissimi episodi questi temutissimi criminali smetteranno di comportarsi come tali e inizieranno a rivelare anche il loro lato più umano, formando alleanze tea loro e i loro rispettivi boia. I protagonisti sono quindi degli anti-eroi, e non dei veri villain.

Il destino di Gabimaru non è diverso. Nel corso delle puntate, impareremo a conoscere anche “L’arido” che, ovviamente, si dimostrerà non essere poi così privo di sentimenti. Il suo approfondimento avviene principalmente grazie ai continui confronti con la sua boia Yamada.

Anche il rapporto tra Yamada e Gabimaru non nasconde grandi sorprese o colpi di scena. Molte delle rivelazioni che avvengono nel corso delle puntate sono abbastanza prevedibili e difficilmente lasceranno a bocca aperta lo spettatore.


…Ma un ottimo risultato


Quindi Hell’s Paradise è un prodotto da bocciare?

A differenza di quello che potrebbe sembrare leggendo i precedenti paragrafi, la risposta è: assolutamente no.

Se da un lato è vero che nell’anime prodotto dallo studio MAPPA vengono riproposti per l’ennesima volta elementi già visti in un’infinità di prodotti dello stesso genere, dall’altro è altrettanto vero che Hell’s Paradise funziona a meraviglia.

Come già detto nei precedenti paragrafi, Hell’s Paradise mette in scena dei personaggi e delle situazioni molto famigliari a chi non è nuovo nel mondo dell’animazione giapponese. Questo però non ne compromette la qualità. Tutti gli elementi facenti parte dell’anime diretto Makita funzionano e si incastrano tra loro in maniera perfetta.

La storia, in primo luogo, nonostante non brilli sotto l’aspetto dell’innovazione, scorre in modo fluido dal primo all’ultimo episodio. Il ritmo è incalzante e avvincente e riesce a trascinare lo spettatore nelle vicende narrate sin dai primi minuti. Anche la costruzione dei singoli episodi è decisamente riuscita. In ogni episodio, infatti, si apre una questione o problematica che da una parte riesce a portare avanti la macro-trama, e dall’altra riesce a concludersi all’interno dello stesso episodio. Questo tipo di costruzione fa si che la stagione non abbia mai punti morti o cali di ritmo. Inoltre la conclusione di ogni episodio riesce spesso ad avere un ottimo gancio per quello successivo, alimentando le aspettative dello spettatore.

I personaggi che si muovono all’interno del mondo creato da Kaku sono semplici, ma efficaci. Il protagonista è Gabimaru, affiancato dalla giovane Yamada. Il roster di personaggi però diventa ricchissimo già dai primi episodi, andando ad aggiungere sempre nuove personalità all’interno del racconto. I personaggi sono tanti e vari e vengono introdotti molto presto, per essere poi approfonditi nel corso dello svolgersi della storia.


Difetti 


L’anime non è esente da difetti però. Anzi, sono proprio i suddetti personaggi a rappresentare uno dei principali punti deboli della serie.

La premessa che viene fatta all’inizio della storia è, appunto, che tutti coloro che vengono inviati sull’isola sono dei pericolosi criminali. Questa idea poteva essere più che sufficiente per rendere la storia innovativa e darle spunti di originalità. Purtroppo però queste premesse vengono a mancare davvero troppo presto. Infatti questi feroci villain si riveleranno in realtà essere praticamente tutti dei valorosi eroi e che  hanno semplicemente delle personalità più eccentriche e sopra le righe.

A questo si aggiunge la tematica del doppio: ogni criminale sarà accoppiato da un boia, ovvero un difensore della legge. Anche questa tematica poteva avere un risvolto interessante se maggiormente approfondita. Invece spesso le dinamiche tra i due personaggi si risolvono in modi molto simili tra loro e, altrettanto di frequente, in maniera inaspettatamente pacifica. Se da una parte è credibile che in condizioni così estreme e pericolose due personalità decidano di collaborare piuttosto che ostacolasi – nonostante i differenti punti di vista – è poco probabile che ciò avvenga per tutte quante le coppie.


Un paradiso infernale


Il titolo dell’opera descrive a pieno quelli che sono l’ambientazione e il world building del mondo di Hell’s Paradise.

Questi due elementi sono, a mio avviso, i punti più forti dell’intero anime. Shinsenikyo infatti è, apparentemente, un vero e proprio paradiso terrestre. L’isola è caratterizzata da una natura fitta e rigogliosa, pieni di colori accesi e un’ambientazione fantastica. In contrapposizione a questa ambientazione paradisiaca si trovano le strane e particolari creature e entità che la popolano.

Il design delle creature è molto interessante. I mostri che popolano Shinsenikyo sono tanto spaventosi quanto affascinanti. Queste creature uniscono elementi umanoidi con parti del corpo di animali, insetti e altre tipi di creature. A essere spaventosa e del tutto innaturale non è solo l’estetica di queste creature, ma anche la loro forza e la loro pericolosità. Da subito sarà chiaro quanto quest’isola sia ostile e perché venga definita un inferno. Infatti, molti dei criminali inviati alla ricerca dell’elisir sull’isola, verranno sopraffatti dopo pochi minuti dalle creature che la abitano.

Anche il design dei villain principali è particolarmente riuscito. Sia nella loro versione “base”, ma anche nelle loro, eventuali, trasformazioni.

L’estetica di Hell’s Paradise è quindi tra li aspetti più riusciti. Questo anche grazie all’ottimo lavoro svolto dallo Studio MAPPA per quanto concerne le animazioni. Infatti l’anime è pregno di situazioni concitate, combattimenti, scontri, trasformazioni. Tutte queste animazioni sono rese in maniera impeccabile dallo studio di animazione giapponese.

A questo si aggiunge una regia mai banale e molto efficace. Nonostante gli scontri veloci e il gran numero di elementi a scontro durante questi ultimi, i combattimenti sono sempre chiari e mai confusi. Lo spettatore difficilmente si troverà spaesato nell’azione, ma al contrario riuscirà a seguire in modo chiaro e preciso tutte le azioni che si svolgono sullo schermo.

3.5

#INBREVE

In conclusione la prima stagione di Hell’s Paradise è un prodotto semplice e ordinario, ma i cui elementi si combinano e si mescolano in maniera efficace, portando il tutto da un ottimo risultato. Gli aspetti tecnici ed estetici sono sicuramente i punti di maggior forza a discapito di una scrittura della trama e dei personaggi non sempre all’altezza.

L’adattamento anime è consigliato principalmente a chi ha amato il manga;  a chi è meno avvezzo al genere dei battle shonen, che quindi troverà determinate soluzioni e dinamiche meno stantie e già viste, e a chi apprezza particolarmente un’estetica particolarmente ben riuscita.

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