Jujustsu Kaisen season 2

Jujutsu Kaisen è sicuramente uno degli anime della nuova generazione tra i più visti e apprezzati. Basti pensare che solo il trailer della nuova stagione trasmessa questa estate conta milioni di visualizzazioni. L’attesissima seconda stagione è stata mandata in onda dal 6 luglio e dopo una pausa ha ripreso il 31 agosto con i resta tanti 18 episodi. L’anime ci accompagnerà, dunque, fino a dicembre.

Data la grande popolarità non approfondiremo oltre la trama. E’ interessante, però, parlare del simbolismo che viene rappresentato nell’anime. In partiolare dei primi 5 episodi che si incentrano su un doppio arco narrativo: “Inventario nascosto/Morte prematura” (in anticipazione dell’attesissimo arco “L’Incidente di Shibuya”).


Un simbolismo non troppo nascosto


In questi episodi la storia viene catapultata indietro mostrandoci i primi anni da studenti di Gojo Satoru e Geto Suguru.

Si può dire che la narrazione viaggia su due binari paralleli che rappresentano l’evoluzione dei dei due personaggi; tra questi si inserisce Toji Fushiguro (padre di Megumi), personaggio che fungerà da motore degli eventi di questa stagione.

Gojo e Geto sono una coppia senza rivali, entrambi stregoni potentissimi, legati da un sincero rapporto di amicizia e complicità. Ma le loro storie sono destinate a prendere strade diverse.

I due giovani stregoni hanno il compito di consegnare incolume il futuro “contenitore” di Tengen, stregone immortale che ha il compito di mantenere e rafforzare le barriere del mondo degli stregoni. Il suo nuovo corpo appartiene alla giovanissima Rika.

La missione crea un conflitto morale che porta a una profonda crisi. Le strade scelte da Gojo e Geto segneranno per sempre i loro destini. Da infallibile duo iniziano ad allontanarsi. Nonostante il trauma comune la rappresentazione dei due ragazzi assume dei tratti simbolicamente contrapposti.


La solitudine del numero primo


Gojo, dopo il combattimento con Toji, raggiunge l’apice dei suoi poteri grazie all’ottenimento dell’inversione della tecnica. Sin dalla nascita era in possesso di due tecniche potentissime, tramandate di generazione in generazione dal suo clan: l’Infinito e i Sei Occhi.

Nonostante ciò, lo scontro con Fushiguro sarà letale per lo stregone. Tuttavia, proprio questa esperienza di pre-morte gli permetterà di sbloccare un tecnica da lui, fino a quel momento, mai sviluppata: la Tecnica di Inversione. Gojo riesce, così, letteralmente a tornare in vita, raggiungere un potere inimmaginabile per uno stregone e elevarsi a essere superiore.

La rappresentazione simbolica caratterizza gran parte dell’anime. Lo stesso nome Gojo in una trascrizione dei Kanji giapponesi può essere tradotto come “illuminato”. Con lo sviluppo di questa tecnica Gojo è nel pieno di un delirio estatico: le scene sono dominate dalla luce e da colori brillanti (oro, bianco, giallo). All’apice dei suoi poteri si eleva da terra e, circondato da raggi di sole, pronuncia la frase:

l’ascensione di Satoru Gojo via @nuagedebonheur2 on Pinterest

“In tutto il creato, non c’è essere più prezioso di me”.

Con queste parole Gege Akutami attinge direttamente dal Sutra del Loto, uno dei testi dell’impianto filosofico buddhista che descrive il Buddha come essere che supera i confini terreni, ergendosi su una torre nel mezzo del cielo. Il parallelismo è chiaro.

Ma più si diventa forti, più facilmente si rimane soli. Il divario tra Gojo e gli altri esseri viventi ora è incolmabile. Dedito allo sviluppo della sue tecnica, non riuscirà a vedere che il suo migliore amico ha iniziato una lunga discesa verso un’oscura presa di coscienza: il mondo marcio in cui vive non ha posto per i suoi ideali.

Il simbolsimo religioso ritorna poco dopo con una scena che richiama l’iconografia cristiana. Geto si sta dirigendo verso il santuario e aprendo la porta si ritrova davanti Riko coperta da un lenzuolo e trasportata in braccio da Gojo.

Contrapposizione rosso e blu via @nuagedebonheur2 on Pinterest

L’inquadratura si sofferma sugli occhi dei due ragazzi: Gojo dallo sguardo vitreo e Geto incredulo e scioccato. La scena è incentrata su colori freddi e luminosi (bianzo e azzurro), ma appena sopraggiunge Geto l’inquadratura si divide a metà. Spalancata la porta, appunto, si trova davanti la scena agghiacciante e mentre Gojo cammina verso un corridoio tinto di rosso e nero, l’amico rimane immobile nella stanza luminosa.

Questa scena segna un punto di rottura. Gojo – come viene confermato dallo stesso autore Akutami – utilizza Geto come bussola morale. Fino a che punto si deve spingere uno stregone per proteggere gli esseri umani? La vita di una persona è sacrificabile per fanatismi e credenze?

Posti di fronte ad una scelta i due studenti decidono di non lasciar vincere la loro rabbia, ma questo trauma li segnerà per sempre.


L’inizio della fine


La prima ending della seconda stagione ci regala delle bellissime rappresentazioni, tra simbolismo e realtà, del rapporto tra Gojo e Geto.

Accompagnata dalle note di “AKARI” di Soushi Sakiyama, l’ending ci mostra i protagonisti dei primi episodi che trascorrono una giornata di tranquille attività di svago. Un occhio (neanche troppo) attento può cogliere diversi elementi simbolici che si ripetono.

Gojo e Geto parallelismo con i pesci combattenti via @rAndOmPie77 on Pinterest

Tra le immagini ce n’è una che ricorre più spesso. Compaiono diverse volte due pesci combattenti , uno bianco (che rappresenta Gojo) e uno nero (Geto). Mentre i due pesci nuotano armoniosi nell’acqua uno dei due si immerge velocemente nell’oscurità e si tinge di nero. La metafora è un chiaro rimando alla scelta compiuta da Geto di allontanarsi dalla scuola di stregoni e scegliere un destino di vendetta e violenza nei confronti degli esseri umani.

I due pesci riappaiono più avanti e li vediamo nel dettaglio. Mentre il pesce bianco passa davanti a Geto lui sceglie di abbassare lo sguardo, mostrando il rifiuto verso la vita che aveva condotto fino a quel momento; inoltre il pesce nero ha la coda sfregiata e rovinata, segnale di un grave stato di salute. Gojo guarda avvilito il suo “unico migliore amico” che si allontana ormai ferito.

I parallelismi continuano con le immagini dei due ragazzi sotto la pioggia. Mentre Geto aspetta seduto pensieroso, Gojo cammina spensierato  e non appena arriva, il cielo si apre per lasciare spazio a dei raggi di sole. In questi contrasti di luce ed ombra le immagini che si susseguono diventano piccoli indizi sul destino dei personaggi.


La pecora nera degli Zenin


Toji Fushiguro si conferma uno dei personaggi più influenti per la trama di Jujutsu Kaisen.

Toji è un essere umano senza precedenti: è l’unico essere al mondo che manca completamente di energia malefica. Ma la sua mancanza è compensata da un’agilità e una forza fisica senza precedenti. Grazie ai suoi cinque sensi altamente sviluppati riesce comunque a percepire l’energia malefica e nel tempo ha sviluppato una forte resistenza alle maledizioni.

Toji Fushiguro durante il combattimento via @lucazuha on Pinterest

Ex membro del clan Zenin, decide di abbandonarlo dopo anni di soprusi e maltrattamenti dovuti alla mancanza di energia malefica. Ma Toji (ora Fushiguro) renderà la sua debolezza un’arma iniziando a lavorare come sicario e guadagnandosi il titolo di “sorcerer killer”.

Toji è la controparte perfetta di Gojo. Satoru è uno stregone così potente da aver cambiato l’equilibrio dell’universo al momento della sua nascita, Toji manca completamente di energia spirituale. Gojo è l’astro nascete del suo clan, Toji la pecora nera: ha ripudiato il suo clan scegliendo una vita che gli permette di vendicarsi del mondo degli stregoni che gli ha fatto solo del male.

L’assenza di energia spirituale lo rende sostanzialmente invisibile agli occhi e ai sensi di Gojo che fino a quel momento ha sempre contato sulle sue tecniche, che gli permettono di non essere scalfito dagli avversari. Sarà proprio questa mancanza che gli permetterà di dare del vero filo da torcere al fiore all’occhiello del clan Gojo.

“Colui che è libero. Colui che si è lasciato tutto alle spalle”

Perchè Fushiguro è un personaggio così significativo?  Innanzitutto, è grazie a lui se Gojo sblocca l’Inversione della Tecnica. Uccidendo Riko, creerà i presupposti che porteranno Geto ad abbandonare la vita da studente per perseguire il suo obiettivo di creare un mondo esclusivamente di stregoni.

Inoltre, non dimentichiamo che in punto di morte Toji inizia a pensare alla sua famiglia, a sua moglie e alla sua “benedizione”, il piccolo Megumi. Così facendo avverte Gojo che il destino di suo figlio è quello di essere venduto al clan Zenin e ripone in lui una piccola speranza di dargli una vita migliore.

Toji è il perfetto antagonista che, per abilità, obiettivi e personalità bilancia perfettamente Gojo permettendogli un’evoluzione senza precedenti.

 

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