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Ritardi, rinvii e cancellazioni anime e manga: normalità o problema reale?

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Copertina rimandi e rinvii industria anime e manga
Sono molteplici i rinvii recenti delle produzioni anime e manga, e le motivazioni dietro all’accaduto non sono ancora del tutto chiare.

Negli ultimi anni sono sempre più frequenti rinvii o pause, se non addirittura interruzioni definitive di prodotti manga e anime giapponesi.

In Giappone, lo scorso anno ci sono stati non pochi intoppi per i palinsesti e le pubblicazioni in fumetteria: tra serie lasciate a metà e ritardi indefiniti nelle uscite settimanali e mensili, diversi franchise hanno registrato una serie di tracolli uno dopo l’altro, nella delusione generale del pubblico.

Difficile non citare, per esempio, come il 27 luglio 2022 venne annunciato che la quinta puntata di Isekai Ojisan (Uncle from Another World) sarebbe stato rimandato per due settimane e, successivamente, il 2 settembre, anche l’ottavo episodio subì lo stesso destino, riprendendo la sua trasmissione solo a novembre. Inoltre, l’episodio 13, che doveva essere trasmesso a dicembre, venne posticipato, uscendo solamente l’8 marzo 2023.

Un’altra nota opera che ha subito dei ritardi è Black Clover: La spada dell’imperatore magico, lungometraggio dell’omonimo fantasy shonen programmato per il 31 marzo 2023, ma che uscirà invece a giugno, in seguito alla lunga pausa dell’anime iniziata ad aprile 2020.

Non da meno è il celebre One Piece, che nel tempo ha subito diversi rallentamenti, l’ultimo dei quali riguarda l’episodio 1054 che sarà trasmesso non prima di metà marzo.

A sconvolgere gli spettatori è poi arrivata la notizia da parte di Square Enix dell’interruzione definitiva del manga di 86 – Eighty Six, adattamento della light novel che sembrava avere un futuro promettente. Malgrado il grande seguito che l’opera era riuscita a raccogliere attorno a sé – anche grazie alla serie TV anime creata dallo studio A-1 Pictures – dopo una sofferta riflessione gli editori hanno deciso di comunicare la notizia, e dalla pausa da luglio 2021 l’opera non ha mai ricominciato la propria pubblicazione, fermandosi al suo terzo volume.

Insomma, questi sono solo pochi esempi delle tantissime serie che hanno subito rallentamenti e sembrerebbero proprio il segnale che ci sia qualcosa che non sta funzionando. Ma come viene giustificato tutto ciò?


Qual è la verità?


A detta di editori e autori lo scompenso nel ritmo di produzione dell’industria anime e manga è da associare alla pandemia globale di COVID-19 che in questi anni ha minato completamente l’economia non solo della terra del Sol Levante, ma dell’intero globo.

Tokyo con locandine anime

Le industrie anime e manga sono sempre più fiorenti in Giappone.
Copyright The New York Times © (2021).

Di sicuro, il virus che ha messo in ginocchio il mondo non solo dal punto di vista sanitario ma anche lavorativo ha avuto effetti devastanti su ogni tipo di industria, anche in quella dell’intrattenimento. Nonostante la poca attendibilità dei dati emersi, dove risultava che l’impatto economico in Asia fosse inferiore rispetto alla media mondiale, il continente fulcro dell’economia globale non è stato esente da tutto ciò, seppur presentando grandi differenze tra le varie aree geografiche.

Nei periodi di larga diffusione del coronavirus le persone erano costrette a rimanere a casa e le attività che implicavano un contatto sociale sono state interrotte bruscamente. Apparentemente, questo potrebbe non costituire un grosso problema per mangaka e animatori: del resto, siamo abituati a vedere la figura del disegnatore come solitaria e autonoma, ma la realtà è ben diversa; il lavoro dietro a opere d’ingegno di questo tipo richiede una manodopera non indifferente: sceneggiatori, disegnatori, produttori, autori, editori, direttori artistici, character designer, mecha designer, direttori musicali, doppiatori e chi più ne ha più ne metta.

Oltretutto bisogna ricordare che il prodotto finale è il risultato di una concatenazione di passaggi che si intrecciano e si coordinano tra di loro in continuazione. Durante la pandemia non era più possibile condividere gli stessi spazi e i turni di lavoro venivano scaglionati per ridurre gli incontri al minimo: momenti dapprima semplici e quotidiani come i cambi di turno al lavoro sono diventati processi lenti e macchinosi.
Le misure contenitive hanno conseguentemente comportato una dilazione delle tempistiche e rallentato mostruosamente il processo di creazione già di per sé non semplice di manga e anime.

Dunque le problematiche sollevate dal virus sono piuttosto evidenti. Ma perché, malgrado la ripresa dell’ultimo anno, gli effetti della pandemia persistono, compromettendo il lavoro di migliaia di disegnatori e animatori in questo settore?

Animatore al lavoro.

Animatore al lavoro nel suo studio.
Copyright The New York Times © (2021).

Purtroppo non si tratta solo di una questione di produzione, ma a peggiorare la situazione è anche il cosiddetto fenomeno dell’outsourcing“. Per ridurre i costi e migliorare la qualità dell’end product, infatti, le case di produzione giapponesi hanno iniziato sempre più spesso a delegare il lavoro ad altri studi di animazione esterni, spesso locati in Cina e Corea del Sud, ma il trasferimento di grandi quantità di dati necessita comunque di tempo. Una pratica assolutamente non nuova nell’industria, ma che negli ultimi periodi – anche a causa delle problematiche menzionate sopra – è stata gestita peggio dalle case di produzione, rendendo drasticamente più lunghe e macchinose le operazioni di outsourcing.

Inoltre, bisogna considerare che l’industria “animanga” ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi anni e il settore fatica a stare al passo con la richiesta sempre più alta da parte degli utenti. Il popolo giapponese è rinomato per la sua serietà e dedizione al lavoro, a volte anche eccessiva, a tal punto che è stato addirittura coniato il terminekaroshi”, che indica la morte dovuta al troppo lavoro.

Il settore manga e anime è fortemente influenzato dal tema del “successo a ogni costo”. Purtroppo, l’ambiente negli anni è diventato sempre più competitivo e la necessità di avanzare nel mercato impone una tempestività assoluta, che va in contrasto con l’essenza stessa del settore e, in generale, dell’arte, intesa come momento creativo spontaneo che non dovrebbe essere forzata da rigide leggi del mercato.

Quello che il lettore divora in pochi minuti richiede settimane di lavoro senza freni. Spesso le scadenze sono molto vicine tra loro e la pressione a cui sono sottoposti i lavoratori è inimmaginabile.

Costretti a rispettare le deadline sempre più strette, i disegnatori non hanno nemmeno la possibilità di concedersi un meritato riposo e, a ridosso della consegna, i ritmi diventano veramente estenuanti.

Eiichiro Oda, autore di One Piece, ha raccontato in un’intervista di come fosse diventato ormai parte della sua routine quotidiana il dormire in media tre ore a notte e di come gli fosse risultato impossibile riuscire ad avere un ritmo di lavoro più rilassato per via del tempo limitato a disposizione per portare avanti la sua opera.

Black Clover - La spada dell'imperatore magico

Il film Black Clover: La spada dell’imperatore magico è stato tra i titoli più importanti a essere rinviati.
La data di distribuzione prevista attualmente è il 31 marzo 2023.

E non è l’unico a soffrire di questa condizione. Anche Ryuhei Tamura in un’intervista al comicon di Napoli del 2015 raccontava di dedicare giornate intere ai suoi lavori andando a letto alle 2/3 di notte, tutti i giorni.

Persino Takeshi Obata nello speciale art book di Death Note raccontava delle giornate intere dedicate al lavoro e delle poche ore di sonno che si poteva permettere.

Altro esempio lo troviamo sulla rivista Weekly Shonen Jump dove sono stati pubblicati i dati riguardanti i periodi lavorativi del celebre autore di NarutoMasashi Kishimoto, dove è possibile notare che la media delle ore di sonno ammonta alle quattro ore e mezza.


Un problema socioculturale


Tutte le storie che abbiamo riportato sinora mostrano un filo conduttore comune. Gli studi scientifici dimostrano chiaramente che la deprivazione del sonno ha risvolti nocivi non solo sulla psiche della persona ma soprattutto sulla salute. Può portare infatti a una riduzione delle funzioni cognitive, nonché malattie, ipertensione e un’aspettativa di vita ridotta. Il rischio che l’insonnia diventi cronica aumenta dopo i 3 mesi porta così a un circolo vizioso che diventa sempre più difficile estirpare, come abbiamo visto con il maestro Oda.

Nell’anno appena trascorso sono state molte le pause indotte dalle precarie condizioni di salute degli artisti: ultima nell’ordine quella del manga Darwin’s Incident andato forzatamente in pausa per permettere al suo autore Shun Umezawa di riprendersi.

Eiichiro Oda

Eiichiro Oda è stato tra gli autori che si sono più esposti circa le pessime condizioni di lavoro dei mangaka.

Un altro aspetto poco considerato riguarda tutti i piccoli problemi, di lieve o media entità, che purtroppo attualmente vengono considerati come “normali” dall’industria. Grave esempio sono gli svariati disturbi metabolici (tra cui anche il diabete) dovute alla sedentarietà, o alle continue infiammazioni come la tendinite di cui gli artisti soffrono costantemente e che non ricevono la giusta attenzione perché ritenute di routine per chi fa un lavoro simile. Viene da chiedersi se sia giusto considerare tali condizioni semplicemente un “effetto collaterale” del lavoro, piuttosto che una reale problematica da affrontare.

Le uniche “pause” di lavoro concesse avvengono nei momenti di reale indisposizione, evidentemente sintomo di un limite che è stato passato oltremisura. Nonostante ciò la presa di coscienza è piuttosto dismorfica, perché la malattia diventa quasi una colpa per i creativi, che non si sentono in grado di rispettare delle aspettative nei loro confronti.

Nel 2013 Eiichiro Oda è stato visto nel letto d’ospedale, dopo essere stato ricoverato per un ascesso peritonsillare, a disegnare dei capitoli di One Piece scusandosi con i fan (che lo hanno rassicurato con premura) per la pausa di due settimane scrivendo:

“Ho fatto un casino! Ho trascurato la mia malattia per troppo tempo e le mie condizioni sono peggiorate. La storia stava per prendere una nuova piega, perciò avrei voluto farvi leggere il prossimo capitolo il prima possibile, ma al momento mi sto sottoponendo ad un trattamento doloroso, quindi mi scuso con tutti i lettori in attesa dei futuri capitoli e con la ciurma di Cappello di Paglia, che era davvero impaziente di scatenare qualche scompiglio. So bene che due settimane possono sembrare lunghissime per tutti voi là fuori, ma vi prego di pazientare solo un po’.”

A risentire gli effetti di questa “etica” professionale non sono solo i mangaka, ma anzi questa triste e preoccupante realtà è diventata la normalità per tutti i lavoratori giapponesi e la gravità della situazione ha portato nel 2018 all’avanzamento di una proposta di legge a tal proposito che limitava i giorni feriali a quattro a settimana.

86 - Eighty-Six manga

Il manga di 86 – Eighty-Six, nonostante il grande successo della light novel e dell’anime, è stato interrotto a causa delle pessime condizioni di salute dell’illustratore Motoki Yoshihara.

Se è vero che questa è una condizione coinvolge tutto il paese e vari settori lavorativi, è giusto sottolineare che particolari carenze sono state osservate da parte di Aniplex, famosa società giapponese che dal 1995 è stata coinvolta nella produzione di anime al di fuori del paese d’origine.

I trascorsi dell’azienda sarebbero piuttosto noti e la poca trasparenza con i fan ha solo aumentato i sospetti nei suoi confronti, come nel caso del sopracitato 86 il cui ritardo dovuto ai problemi di salute dell’autore è stato inizialmente fatto passare come cambio di programma.

Non è poi una novità che Aniplex attribuisca la colpa delle posticipazioni di vari progetti al COVID-19, ma è difficile sapere se si tratti di verità, o se la compagnia in qualche modo cerchi di utilizzare la pandemia per aggirare l’ammissione di aver creato una schedule troppo corposa senza essere in grado di sostenerla. Inoltre, negli ultimi anni abbiamo assistito a un aumento delle linee di produzione senza però avere una conclusione effettiva di tutte quelle precedenti.

Fiera anime e manga Giappone

Le fiere a tema anime e manga sono tra gli eventi più redditizi del Giappone.
Copyright The Japan Times © (2021).

Insomma, la risoluzione del problema sembrerebbe ancora lontana, ma speriamo che questo periodo di down possa durare poco, soprattutto per il bene di tutti gli artisti che da sempre hanno lavorato per regalarci opere sempre più belle ed emozionanti.

In chiusura, vi lasciamo alla nostra recensione del film live action di Netflix Re/Member.

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