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Il mito dei vampiri dall’antichità a oggi: Carmilla

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I vampiri sono la figura mitologica sicuramente fra le più famose nella cultura popolare dei nostri giorni. Attraversa nel tempo diverse forme di media: dal romanzo ottocentesco, passando per il cinema, fino alle più recenti serie televisive e di animazione.

I vampiri popolano l’immaginario collettivo da sempre. Attraggono con la carica erotica di cui sono investiti, romanticizzati come anime in pena da salvare o respinti con orrore. Il loro fascino colpisce lettori appassionati, amanti del cinema o fanatici dell’orrore. Ripercorriamo assieme la storia di queste creature istrioniche, che nel tempo sono state le protagoniste di miti, racconti, ma anche di terrificanti casi di cronaca.


I primi Vampiri: ricordi del mondo antico


Nonostante attualmente la sua immagine si leghi principalmente a film horror o romanzi gotici, in realtà la storia del vampiro ha origini molto antiche. La sua figura, spesso sovrapposta ad altre figure demoniache come Lillith o Ekkimu, era già presente nei miti di civiltà molto antiche come Greci e Romani.

Nella mitologia greca ritroviamo la figura delle Strigi, uccelli notturni che si nutrivano di sangue e carne umana. Le strigi sono le prime figure considerate come prototipi precursori dei vampiri. Mostri mutaforma capaci di prendere le sembianze a loro piacimento.

Ma le Strigi non sono le uniche figure con queste caratteristiche. Nella mitologia greca compaiono anche le Empuse: mostri soprannaturali femminili, ancelle di Ecate, che terrorizzavano e divoravano i viaggiatori. Anche esse sono delle muta forma: cambiando il loro aspetto e assumendo sembianze animalesche oppure apparendo come donne docili e indifese attiravano i viaggiatori.

The Kiss of the Enchantress di Isobel Lilian Gloag 1890

The Kiss of the Enchantress di Isobel Lilian Gloag 1890

Ci sono anche le Lamie, anche esse figure femminili con sembianze semi animalesche che rapivano La loro storia origina dal mito di Lamia, regina della Libia.

Le sventure della regina iniziano quando Zeus si innamora di lei causando l’ira di Era. La dea si vendica uccidendo i figli dei due, ad eccezione di Scilla. Da quel momento Lamia, accecata dalla rabbia e dal dolore, inizia a vendicarsi divorando i bambini di altre donne ai quali succhiava il sangue; le sue orribili azioni si riflettono sul suo aspetto e ben presto perde la bellezza per cui era famosa e il suo aspetto inizia ad assumere tratti deformi e grotteschi.

L’origine di queste figure si riconduce all’archetipo della dea della notte che ha avuto molto successo nella letteratura. Il legame con la notte le rendeva creature ignote e temute, legate al mistero e ai fenomeni inspiegabili. La femminilità e la bellezza sono uno strumento di seduzione e controllo che le collocava, agli occhi delle persone comuni, al di fuori del codice morale vigente.

La loro fama nella cultura del tempo è dimostrata dal fatto che le ritroviamo nell’Odissea, nel Satyricon di Petronio ma anche nell’ Ars Poetica di Orazio.


La Controversia sui Vampiri: le credenze diventano realtà


Nel Medioevo continua la diffusione di questi miti, in questo periodo hanno un’ascendente enorme sulle persone, tanto da dare vita a dei veri e propri “rimedi anti vampiro”.

La figura del vampiro si evolve: mentre nel mondo antico le figure vampiresche non venivano ricondotte a veri esseri umani nè venivano mai considerate come propriamente vive, nel Medioevo e in seguito in età Moderna questa visione cambia. Appropriarsi del sangue delle persone non simboleggia più la morte ma comporta il mantenersi in vita, ovvero riuscire a raggiungere l’immortalità.

L’influenza di questi racconti impressi nella memoria di tutta Europa divenne tale che nel 1700 prende piede un fenomeno di l’isteria collettiva conosciuta come “Controversia sui vampiri del XVIII secolo”.

Come è noto in quel secolo le epidemie erano all’ordine del giorno, ma in mancanza di cause razionali, le persone spesso le associavano a possibili attacchi dei vampiri, tanto da arrivare a profanare le tombe per riuscire a eliminare i “non morti” per decapitazione. In realtà una spiegazione logica a questa paura c’era: per tutto il XVIII secolo si registrarono diversi casi di morti apparenti (in cui avveniva una sepoltura prematura del corpo di cui non veniva verificata la morte) e quelli di rabbia erano all’ordine del giorno. Può sembrare strano, ma in realtà questa malattia può causare perdita di sangue dalla bocca e può portare a mordere le altre persone.

Tutti i miti citati fino ad ora sono sicuramente affascinanti, ma è sicuramente molto interessante citare l’inquietante, reale caso di Erzsebet Bathory, la contessa sanguinaria.


L’inquietante caso di Erzsebet Bathory


Erzsebet Bathory è una contessa della Transilvania che visse tra il 1500 e il 1600. Dopo aver trascorso l’infanzia in Slovacchia, ricevendo un’ottima educazione e venendo curata per una malattia probabilmente assimilabile all’epilessia, a undici anni si trasferisce in Ungheria dal conte Ndasdy, suo promesso sposo.

Ritratto di Erzsebet Bathory prima del processo

Ritratto di Erzsebert Bathory, pittore anonimo. Collezione privata

Dal conte ha quattro figli, rimane vedova nel 1604 e decide di prendere le redini del suo feudo. Ma la sua storia non è nota per la sua vita famigliare. Erzsebet Bathory fu accusata nel 1610 di aver commesso dozzine, se non centinaia di efferati assassini. La sua crudeltà è nota già da prima di perdere il marito, dal momento che la coppia si scambiava inquietanti letere sui migliori metodi di tortura.

Dopo essere rimasta vedova, cominciano a circolare inquietanti voci che la accusano di praticare la stregoneria, probabilmente in seguito alla scomparsa di diverse fanciulle del luogo. Secondo le testimonianze dei suoi collaboratori più stretti, ad essi viene ordinato dalla donna di reclutare quante più giovani donne affinché svolgessero lavori da cameriere o prendessero parte alla sua corte più ristretta.

Queste povere ragazze, invece, hanno incontrato un crudele destino: una volta rinchiuse nel suo palazzo, venivano torturate e poi sepolte nel cortile. In seguito, la contessa, convinta di riuscire a ottenere l’eterna giovinezza, si bagnava nel loro sangue.

La figura di Erzsebet Bathory è sicuramente la più simile a quella di una vampira. È proprio dalla sua storia che partiamo per raccontare la vera protagonista di questo articolo: Carmilla.


L’affascinante Carmilla, la nascita nel romanzo Ottocentesco


La figura di Carmilla, l’affascinante vampira, è probabilmente meno popolare rispetto a quella di altri personaggi di racconti gotici, sebbene, il suo personaggio viene creato addirittura prima del famoso Conte Dracula.

Carmilla fa la sua prima apparizione nell’omonimo racconto horror di Sheridan Le Fanu pubblicato nel 1872.

La storia è ambientata nella Stiria austriaca. Laura è una ricca ragazza originaria dell’Inghilterra che vive in un castello isolato assieme a suo padre.

La giovane fanciulla durante una notte di luna piena incontra una donna misteriosa insieme alla figlia. Le due donne le chiedono aiuto a seguito di un incidente in carrozza. Ricevuto l’aiuto, la matrona racconta di avere altre faccende molto urgenti di cui occuparsi e chiede a Laura e al padre il favore di prendersi cura della figlia per alcuni giorni. Così Laura incontra Carmilla.

Carmilla è una ragazza estremamente bella, dalla pelle chiara e i capelli corvini. Da subito tra le due nasce un forte legame costellato da momenti di grande intimità.

The Vampire dipinto di Philip Burne Jones

The Vampire dipinto di Philip Burne Jones 1897 – New Gallery Londra

Con l’arrivo di Carmilla avvengono alcuni eventi inusuali: fra i quali la sparizione di diverse fanciulle. Laura contrae una brutta malattia dopo una visione avvenuta in sogno e Carmilla scompare durante la notte. Inoltre, Laura riconosce un’inquietante similitudine tra Carmilla e Mircalla, contessa di Kernstein vissuta duecento anni prima.

Dopo poco tempo, giunge al castello il generale Spielsdorf, la cui nipote, purtroppo deceduta prematuramente, era una grande amica di Laura. L’uomo racconta le dinamiche di questa sventura mentre si recano alle rovine di Karnstein. Si scopre che la nipotina aveva conosciuto una misteriosa donna accompagnata dalla figlia Millarca. Poco dopo, a seguito di strani sogni, la ragazza si era gravemente ammalata e aveva perso la vita, mentre Millarca si era rivelata una spietata vampira.

Il generale riconosce Carmilla, unendo i puntini dell’inquietante vicenda. Carmilla, Millarca e Mircalla sono anagrammi che danno il nome alla stessa temibile creatura. Solo grazie all’aiuto di un esperto di vampiri riescono infine a giustiziare la vampira conficcandole un paletto nel cuore e decapitandola.


Dal romanzo alla pop culture


I vampiri hanno riscosso enorme successo nella pop culture, tanto da dare vita a film, serie tv, anime e manga, come Vampire Knight, Hellsing e il più recente #DRCL midnight children di cui vi parliamo qui.

Per quanto riguarda il personaggio di Carmilla, molti sicuramente la conoscono grazie all’omonimo adattamento del noto videogioco Castlevania. Nella serie, Carmilla, tra le più fedeli servitrici di Dracula, diventa poi l’antagonista principale del racconto. È una donna molto bella, dalla pelle e i capelli bianchi e le labbra scarlatte.

E’ dotata di una forza e un’agilità fuori dal comune e la sua crudeltà e  intelligenza la rendono una leader spietata.

Carmilla vampira serie tv Netflix

Credits Netflix

Abbiamo chiesto aiuto. Cosa ha detto il resto del mondo
dei vampiri? “Dannate donne”, dicevano.
“Lasciatele morire”, dicevano. Quindi mi
prenderò tutto da tutti quanti

Nella narrativa la figura di Carmilla è carica di una forte componente erotica e sensuale, tipica delle vampire diventate poi simbolo di peccato e atteggiamenti lussuriosi. In questo caso, l’erotismo non ha un ruolo primario, ma la caratterizzazione del personaggio si fonda sulla femminilità e sul suo rapporto con gli uomini. In Castlevania, Carmilla si slega dal rapporto patriarcale di dipendenza dagli uomini e riesce a rovesciare le dinamiche di potere all’interno della corte di Dracula.

La donna si avvale di forti alleate, le sue tre “sorelle”: Lenore, Morana, Striga. Il quartetto riesce a portare avanti un articolato piano di dominio sul mondo. Circondata da donne scaltre e forti, Carmilla mostra sin dall’inizio il suo ripudio nei confronti degli uomini, sia umani che vampiri. I suoi desideri imperialistici sono dettati dal desiderio di vendetta nei confronti degli uomini che l’avevano privata di ciò che le era più caro.


Undead Girl Murder Farce: il potere della seduzione


Più recentemente il suo personaggio ritorna sugli schermi con l’uscita dell’anime Undead Girl Murder Farce di cui potete trovare un approfondimento in questo articolo.

Nell’ anime, Carmilla fa parte di Banquet, il gruppo di antagonisti principali composto da diversi personaggi letterari.

Carmilla Undead Girl Murder Farce Credits Crunchyroll

Il suo personaggo ricalca a pieno le caratteristiche tipiche della vampire nella letteratura. E’ una bellissima e seducente donna dai capelli rosso fuoco che, predilige tra le sue vittime  le giovani ragazze.

Il suo potere principale risiede nel veleno presente sulle sue labbra. Graziead esso, rilasciando dei potenti feromoni, riesce ad assoggettare le sue prede. Sfiorando la loro pelle con un gesto delicato e sensuale le fa entrare in uno stato di afrodisiaca confusione, rendendole succubi del suo volere. Dalle sue scene traspare l’erotismo e la sensualità che hanno caratterizzato anche i miti più antichi legati ai vampiri.

Carmilla, oltre che del suo veleno, si avvale di una straordinaria forza fisica e di una spada che le permette di combattere anche in scontri ravvicinati.

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