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Estate Infinita: la recensione del primo manga vietnamita in Italia

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Estate infinita
Tra la line-up di lancio della nuova casa editrice Toshokan c’è anche Estate Infinita, un’opera vietnamita piena di sentimenti, delicatezza e dubbi adolescenziali.

La recensione che state per leggere è tutta dedicata a Estate infinita, primo manga di origini vietnamite che arriva in Italia. A pubblicarlo è Toshokan, una nuova casa editrice italiana che fin dalla sua nascita ha saputo attirare a sé molte attenzioni.

Lasciatemi partire proprio da Toshokan, soffermandoci prima di tutto su come è stato impacchettato per noi italiani Estate Infinita. Sebbene l’opera venga definita più come una graphic novel che come un manga, il formato tankobon scelto per l’edizione nostrana dà fin da subito quelle stesse sensazioni che si hanno quando si tengono in mano i volumi di un manga classico (a parte il senso di lettura, che in questo caso è all’occidentale, ovvero da sinistra verso destra).

Il volume di Estate Infinita si apre con una breve introduzione curata da Davide Castellazzi, grazie alla quale possiamo già intuire molte delle tematiche e il mood generale che poi l’autrice Lâm Hoàng Trùc andrà a sviscerare all’interno della sua opera. A chiudere il volumetto, un’intervista a colei che ha dato vita ai personaggi di Estate Infinita, dove troviamo diverse curiosità non solo sui sentimenti che sono stati messi nero su bianco, ma anche della situazione del fumetto in Vietnam.

Promossa quindi l’edizione italiana curata da Toshokan. La casa editrice non solo ci permette di godere di un’opera esotica, ma ci regala un vero e proprio volumetto ricco di informazioni e, soprattutto, un bell’oggetto da aggiungere in libreria. Tocco di classe la sovraccoperta double face che, oltre alla bellissima cover, propone al suo interno una copertina alternativa super affascinante e coloratissima.


La musicalità dei sentimenti di due adolescenti


Estate Infinita si presenta sin da subito come una storia che mette al centro della narrazione due personaggi con il medesimo nome: Phuong. Forse questo è l’unico elemento che potrebbe risultare a tratti fuorviante durante la lettura, dato che spesso i due Phuong, una ragazza e un ragazzo, si trovano insieme a vivere le piccole gioie e le grandi difficoltà della crescita adolescenziale.

È proprio la tanto amata e odiata adolescenza ad essere uno dei sottofondi scelti da Lâm Hoàng Trùc per dirigere i propri attori in scena. I due Phuong, infatti, ci vengono presentati come ragazzini comuni che devono dividere le proprie giornate tra scuola e famiglia. Il rapporto con queste due importanti entità viene approfondito quasi in ogni tavola dell’opera, lasciandoci fin da subito una visione molto chiara della routine che subiscono i due protagonisti. Non a caso è stato scelto il termine “subire”, dato che, sebbene entrambi i ragazzini vivano di sogni e volontà proprie, sono costretti a seguire dei sentieri che i propri genitori sembrano aver già tracciato per loro.

Estate infinita

Le figure genitoriali in Estate Infinita sono come dei magneti da cui i due ragazzini non riescono proprio a staccarsi. C’è riverenza e voglia di non deludere chi li ha messi al mondo e continua a badare alla loro crescita, ma c’è anche spazio per dei momenti di ribellione. Questo manga può essere usato come una finestra che si apre verso la società vietnamita, e ciò lo si può notare in alcuni discorsi dei personaggi più di contorno. La necessità di abbandonare un piccolo villaggio dove la vita è blanda ma allo stesso tempo ha poco o nulla da offrire ai giovani, l’importanza di studiare duro, più degli altri, per poter accedere a una scuola superiore per dotati; sono tutte realtà che incorniciano un ambiente sicuramente lontano dal nostro, ma nemmeno così tanto.

C’è un elemento su tutti, però, che rende Estate Infinita un’opera con una sua ben definita esoticità tutta da scoprire: la musicalità. È sempre molto difficile creare delle storie a fumetti capaci di far risuonare nella mente del lettore la colonna sonora scelta dall’autore in determinati momenti. È ancora più difficile farlo utilizzando un mixtape composto solamente di canzoni vietnamite. Lâm Hoàng Trùc ha voluto fortemente rendere questa sua opera legata alla musica del suo paese. Tanto che non solo c’è un intero passaggio narrativo che ruota tutto attorno alla gioia, alle difficoltà e alla scoperta tipiche dell’apprendimento della musica, ma ogni capitolo del manga titola con una canzone made in Vietnam.

Questo elemento, in forte risonanza coi tanti sentimenti che si trovano a provare i due Phuong, è forse uno dei più ludici e curiosi dell’intera opera. Il mio consiglio è quello di segnarvi tutte le canzoni e i cantautori citati nella storia, e poi andarvi ad ascoltare quegli stessi pezzi mentre sfogliate nuovamente le pagine di Estate Infinita.


Un’estate infinita tra natura e delicatezza


Come avrete ben intuito, i temi presenti in Estate Infinita tendono a sottolineare più le difficoltà che i momenti di gioia che si possono provare durante l’adolescenza. Ci sono momenti più crudi di altri da superare nella vita di tutti i giorni, e Lâm Hoàng Trùc non si è tirata indietro nel descriverli e realizzarli, talvolta anche con un tocco di cupezza e violenza. Quel che però riesce a bilanciare molto bene i momenti di crisi a una delicatezza a tratti toccante è proprio lo stile estetico dell’autrice. I tratti usati da Lâm Hoàng Trùc sono sempre precisi, capaci di far emergere da ogni forma una dolcezza tipica delle storie più romantiche.

Da amante di un certo tipo di tratto che veniva utilizzato spesso nei manga di fine anni ’80 e inizio anni ’90, non ho potuto fare altro che apprezzare fin dalle prime tavole lo stile di disegno di Estate Infinita. I corpi dei personaggi risultano realistici, ma le loro rotondità sono profondamente ispirate a manga del calibro di: Ranma, Shonan Junai Gumi, Orange Road e via dicendo. I dettagli con cui l’autrice descrive i personaggi non sono numerosi ma bastano a caratterizzarli, una densità maggiore di particolari viene invece riservata agli scorci che compongono l’ambientazione, un paesino vietnamita di poche case e tanta – rigogliosa – natura.

Estate infinita

Ed è proprio la natura ad essere uno degli elementi più importanti e curati, quasi maniacalmente, da Lâm Hoàng Trùc. L’autrice è riuscita nel chiaro intento di darci l’idea di essere in un luogo esotico, distante, e che in questo genere di arte raramente avevamo visto come teatro di una storia. Certo, molti momenti importanti di Estate Infinita hanno luogo nella scuola, fatta di banchetti di legno e dove si riesce a sentire l’odore e il rumore del gesso contro la lavagna; ma i due Phuong e alcuni dei personaggi delle loro rispettive famiglie sembrano subire un “richiamo naturale” che li porta a vagare di notte per campi rigogliosi e a gettarsi nell’oceano senza la certezza di restare a galla.

Forse proprio questa incertezza costante verso quello che la vita riserverà ai due Phuong è il tema che si sposa meglio con una natura che, spesso e volentieri, circonda non solo il paesino vietnamita, ma anche le pagine di questo manga. Non a caso Lâm Hoàng Trùc sceglie di mostrarci, nelle prime due tavole di apertura, i protagonisti camminare spensierati in un viale circondato da alberi, cespugli e foglie portate in giro dal vento. Tutti elementi naturali minuziosamente disegnati, che rappresentano la delicatezza, ma anche l’austerità, di una forza che cresce giorno dopo giorno, esperienza dopo esperienza; proprio come un adolescente.


Cosa vuoi fare della tua vita?


La domanda da un milione di dollari viene posta in continuazione per tutto l’arco di Estate Infinita. I due Phuong sono sottoposti a sfide, scelte, possibilità multiple e, come dei giovanissimi ragazzini delle medie, si trovano in forte difficoltà a capire che cosa vogliono veramente da sé stessi e dalla loro vita. L’apparizione di una novità che spezza la noiosa routine quotidiana può trarre nuovo entusiasmo nei due; ma non sempre i percorsi di vita scelti, o che sono stati scelti per loro da qualcun altro, possono lasciare libero sfogo a quei momenti di estasi.

Ma quindi, come si può comprendere cosa si vuole fare da grandi quando c’è ancora tutta una vita davanti ai nostri occhi? Lâm Hoàng Trùc non vuole dare una risposta a queste domande troppo complesse, ma solo mostrarci come, anche in Vietnam, i ragazzini possano trovarsi a portare sul capo una spada di Damocle difficile da sopportare, e come questo peso non sempre venga capito e digerito nel modo giusto in primis dai genitori, dai professori o semplicemente dalle persone che ruotano attorno alla vita di un giovane uomo e una giovane donna.

Nei sei capitoli di quest’opera, i due Phuong ridono, scherzano tra di loro, imparano a conoscersi; ma trovano anche nuove passioni, scoprono nuovi lati dei propri genitori e provano a farsi coraggio a vicenda. Estate Infinita racchiude in sé anche il tema dell’amore, un amore che ci viene presentato alla sua nascita, in una fase di dolce sperimentazione. C’è però spazio per vedere anche un altro tipo di amore, distrutto, da cui i due ragazzini possono prendere spunto per non commettere gravi errori.

Estate Infinita è un’opera pregna di contenuti, tematiche, situazioni e riflessioni. Lâm Hoàng Trùc è riuscita a riassumere uno spaccato di crescita, sottolineando i punti critici che un ragazzino può trovarsi ad affrontare in questo momento della vita. Più che un viaggio, definirei questa storia come un’opportunità. L’opportunità di poter aprire una finestra sulla vita di due personaggi che vivono una vita normale, ma distanti parecchie migliaia di chilometri da noi. E in questa storia quel che si capisce all’istante è che davvero, in un certo senso, tutto il mondo è paese. Quel che ci lascia è la consapevolezza che non c’è e non ci deve essere un momento preciso per capire che cosa si vuole fare della propria vita, e che ognuno di noi ha i propri tempi e desideri di seguire un tracciato in divenire, non creato ad hoc da qualcun altro prima di lui.

Forse questa tipologia di morale può sembrarvi un insegnamento vecchio. Probabilmente molti di voi avranno già letto storie che portano a una conclusione simile. Ma Estate Infinita di Lâm Hoàng Trùc ha dalla sua un fascino particolare che saprà attrarvi se amate le storie delicate dal retrogusto amaro.

In conclusione, non perdetevi la nostra recensione di Goodbye, Erirecensione di Soulmate.

#INBREVE

#INBREVE

Il primo approccio al fumetto vietnamita in Italia ce lo propone Toshokan, portando nella nostra penisola Estate Infinita di Lâm Hoàng Trùc. Un’opera dolce ma anche amara, che ci permette non solo di viaggiare in un paese lontano, ma anche di scoprire come vivono due adolescenti dallo stesso nome in Vietnam. Estate Infinita convince grazie alla semplicità nei tratti, che strizzano l’occhio a uno stile di disegno apprezzato dai più nostalgici, ma anche grazie all’immediatezza di una storia basata su elementi semplici. Questo, però, non significa che non ci sia spazio per un trattamento di tematiche più mature: l’opera firmata Lâm Hoàng Trùc incuriosisce sperimentando con alcuni elementi inaspettati, come per esempio la musicalità in un racconto prettamente scritto e disegnato.

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