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Monsters: 103 Mercies Dragon Damnation, il cuore del guerriero

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Kazuya Nakai Monsters

L’antico Corno del Drago è stato rubato e, poco tempo dopo, una bestia portatrice di distruzione ha minacciato di incrinare per sempre la pace. È questo l’incipit che dà il via al nuovo ONA frutto della mente del grande mangaka Eichiirō Oda. Ecco la recensione di Monsters: 103 Mercies Dragon Damnation!

Monsters: 103 Mercies Dragon Damnation è un Original Net Animation (ONA), ovvero un anime pubblicato solamente in streaming. Composto da un unico episodio di 25 minuti, è tratto dal manga one-shot Monsters di Eiichirō Oda, celeberrimo autore di One Piece. Nel 1994 è stato pubblicato su Shōnen Jump Autumn Special. In seguito, è diventato parte della raccolta di one-shot firmati da Oda intitolata WANTED!, edita in Italia dalla casa editrice Star Comics.

La regia e la composizione di Monsters: 103 Mercies Dragon Damnation sono da attribuire a Sunghoo Park, conosciuto per aver diretto la serie Jujutsu Kaisen e il film Jujutsu Kaisen 0. Inoltre, le animazioni sono opera proprio del suo nuovo studio E&H Production.

Dal 21 gennaio 2024, l’anime è disponibile su Netflix, mentre su Prime Video, con il titolo Monsters – Centotrè emozioni… inferno del drago volante, è disponibile il doppiaggio italiano con l’utilizzo di Anime Generation.


Il cuore di un grande guerriero


Essendo un anime incredibilmente breve, non c’è né necessità né motivo di raccontarne puntualmente le vicende. Si può però definire una trama semplice e coinvolgente, ma anche decisamente “alla Oda”. La trasposizione della storia dalla carta allo schermo è accurata, se non quasi identica. Tuttavia, oltre all’aggiunta di brevi sequenze rispetto al manga, c’è anche un nuovo e piccolo personaggio che fa capolino nel corso dell’episodio. Infatti, un gattone nero e decisamente sovrappeso accompagna lo spettatore nei luoghi in cui si svolgono gli eventi principali. Con il suo miagolio, ci dà il benvenuto in una città ignota, che ricorda vagamente quella di un ipotetico “far west moderno”.

Monsters: 103 Mercies Dragon Damnation

Monsters: 103 Mercies Dragon Damnation via @sodiumchloridess_ on Pinterest

Lasciando da parte la trama in senso stretto, ciò su cui vale la pena concentrarsi è l’uomo attorno al quale essa gira. Tra la folla di abitanti che brulicano in quella che sembra essere la via principale, l’attenzione viene rivolta alla letterale “entrata in scena” del protagonista, lanciato in strada perché non può permettersi il cibo. Un ragazzo giovane, l’unico con abiti e aspetto che ricordino agli appassionati di One Piece quello dei samurai dell’incredibile Paese di Wano.

Ciò che salta più all’occhio della sua figura è, tuttavia, la sua katana. Queste spade hanno un valore immenso nella grande opera di Eiichirō Oda e quella brandita da questo protagonista, del quale ci viene nascosto il nome, ha un aspetto fin troppo riconoscibile.

A prescindere da ciò che vediamo, è il suo carattere a lasciare il segno. In lui è impossibile non trovare un pezzo dell’animo del grande spadaccino della ciurma di Cappello di Paglia, Roronoa Zoro. Il suo incredibile senso dell’onore e la sua abilità con la katana non possono precludere la mente dal ricordo della “testa di muschio” con il peggior senso dell’orientamento al mondo.

Infatti, è proprio il suo doppiatore Kazuya Nakai a narrare l’antefatto dell’opera. Eppure, se si osserva la sua personalità ancora più a fondo, è possibile notare anche caratteristiche riconducibili al suo capitano, Monkey D. Luffy. Il suo modo divertente di reagire a situazioni anche sgradevoli, la sua fame smisurata e l’abitudine di dare soprannomi inerenti l’aspetto fisico di coloro che incontra vengono inglobate dal misterioso samurai.

Si può dunque considerare questo ragazzo come il predecessore di uno dei protagonisti più amati del mondo animanga? Sotto certi aspetti probabilmente no, ma la sua personalità ci dà sicuramente un chiaro segnale di ciò che Eiichirō Oda ama vedere nei suoi personaggi principali. La loro bontà, unita a una considerevole forza fisica e spirituale, si aggiunge all’irrefrenabile simpatia che questi suscitano nel cuore dello spettatore. Ormai, si hanno le prove concrete del successo di questa commistione. Anno dopo anno, infatti, Monkey D. Luffy si fa amare sempre di più, guadagnando sempre più rispetto e ammirazione da tutto il pubblico di One Piece.


Un classico psichedelico


Per il novello studio E&H Production non dev’essere stato semplice portare sulle spalle (come uno dei primissimi progetti) un’opera firmata da uno dei mangaka più famosi al mondo. Infatti, per quanto riguarda specificamente le animazioni, si può dire che è un prodotto senza infamia e senza lode. Tuttavia, è opportuno riconoscergli un po’ più di lode che di infamia.

Nel corso degli anni, il grande pubblico di One Piece si è rivelato progressivamente sempre più attento nei confronti delle animazioni proposte dalla Toei Animation. Questo avviene, probabilmente, sia per l’alta qualità riscontrata in altri prodotti che per l’aumento della fama globale della serie, grazie anche all’uscita del live action targato Netflix. A prescindere da ciò, è comunque innegabile che le aspettative rimangono sempre alte e il confrontarsi con quest’opera suscita un inevitabile senso di prestigio.

Le animazioni sembrano quasi spaziare tra diversi stili. La panoramica della strada cittadina rende il senso del 3D, nonostante l’opera presenti prevalentemente animazioni classiche. Saltano all’occhio soprattutto due sequenze che si diversificano per la loro originalità, non per forza azzeccata.

Nonostante l’intero episodio presenti delle colorazioni molto brillanti, in una scena troviamo dei colori ancora più intensi e psichedelici. Nell’economia della trama, questa scelta risulta sicuramente coerente con la situazione rappresentata. Invece, in un secondo momento ci troviamo davanti ad un’animazione bramosa di onorare il segno grafico del disegno in bianco e nero. Seppur la scelta sia sicuramente audace, crea un distacco forse troppo potente e inaspettato nei confronti del resto delle scene e per questo risulta leggermente forzato.

In ogni caso, è innegabile che il lavoro tecnico dietro a Monsters: 103 Mercies Dragon Damnation sia attento, piacevole e apprezzabile. Sarà di questo tipo l’animazione che ci aspetta in The One Piece, il remake della serie? Il lavoro condotto da WIT Studio si atterrà ad animazioni più classiche o, come abbiamo potuto vedere in questo in questo episodio, ci presenterà una commistione di stili diversi? L’unica cosa certa, è che il vasto mondo di One Piece sembra essere in continua espansione, e per questo vale la pena di esplorarlo a fondo.


Il tesoro di Eiichirō Oda


Come avete potuto notare, è incredibilmente difficile, se non impossibile, parlare di Monsters: 103 Mercies Dragon Damnation senza fare una comparazione con l’opera maestra di Eiichirō Oda. Ciò avviene proprio a causa della natura di questo prodotto, un predecessore di One Piece che ha più rilevanza di quanto sembri. Infatti, sono trama e personaggi dell’opera ad essere fortemente legati alla ciurma di cappello di paglia, ma non spetta a questo articolo spiegarne il motivo.

Parlare di un autore del calibro di Eiichirō Oda non è mai un’impresa semplice. Da più di 25 anni ci sta trasportando in una storia a cui ha dedicato tutta la sua carriera. Le navi che hanno salpato i mari della sua fantasia sono state in grado di regalarci un capolavoro assoluto, destinato a rimanere scolpito nella storia. Di motivi per il suo successo se ne possono trovare milioni, ma forse questo breve episodio ce ne mostra alcuni tra i più importanti.

Monsters: 103 Mercies Dragon Damnation

Monsters: 103 Mercies Dragon Damnation via @Ryuma4z on Pinterest

Ciò che rende le sue storie così appassionanti non è riscontrabile completamente all’interno della trama o del segno grafico, ma risiede nell’anima stessa dei suoi lavori. In 25 minuti, la gamma delle emozioni provate dallo spettatore esplode in mille direzioni. Dall’ilarità causata da un samurai bizzarro si passa a stupore, frenesia, curiosità e persino rabbia. E se questo avviene in un singolo episodio, allora non risulta difficile riconoscere all’autore la sua bravura per essere riuscito a fare lo stesso per centinaia di capitoli e migliaia di episodi.

Tutto ciò non sarebbe possibile senza racconti e personaggi con uno spessore incredibile e anche, talvolta, inaspettato. Così come Monkey D. Luffy non si tira indietro nel combattere le ingiustizie, anche il cuore del grande guerriero di cui narra questa piccola opera ci dice che un drago è “solo una lucertola con le ali” paragonato a ciò che la malignità umana è in grado di fare.

Monsters: 103 Mercies Dragon Damnation costituisce proprio un episodio sradicato da One Piece, riportato in vita grazie al crescente successo della serie. Perciò, se quello che si desidera è conoscere il più possibile di del grande universo della ciurma dei Mugiwara, questa nuova uscita rappresenta sicuramente un’ulteriore “pezzo del puzzle”, magari non fondamentale, ma assolutamente interessante e gradevole. Tuttavia, nonostante la narrazione rimanga piacevole, per uno spettatore ignaro degli eventi narrati in One Piece, la storia potrebbe sembrare piuttosto blanda e contenuta.

In conclusione, si può fare riferimento a un ulteriore aspetto apprezzabile nelle trame di Eiichirō Oda, di cui questo ONA non fa eccezione: la continuità. L’incredibile quantità di episodi e capitoli di One Piece sono assolutamente spaventosi. È anomalo trovarsi ad affrontare un prodotto talmente ampio. Eppure, questa anomalia genera, in coloro che trovano il letterale coraggio per avventurarsi in essa, un avvolgente senso di familiarità. Questa accattivante e magnifica perseveranza ha il suo cuore nei finali di molti archi narrativi e nella conclusione di Monsters: 103 Mercies Dragon Damnation che, per l’appunto, non termina con un addio ma con un arrivederci capace di attraversare lo schermo per ricordare al pubblico che può sempre contare sulla ciurma del pirata con il cappello di paglia.

#INBREVE
4

La semplice profondità

Il 21 gennaio 2024 è stato aggiunto un ulteriore pezzo al grande universo di One Piece. Il manga one-shot del 1994, Monsters, firmato da Eiichirō Oda ha ricevuto un adattamento animato disponibile su Netflix e Prime Video. Legato a doppio filo alle peripezie della ciurma capitanata da Monkey D. Luffy, Monsters: 103 Mercies Dragon Damnation ci racconta una storia semplice ma lineare, breve ma appassionante e, soprattutto, sorprendentemente emozionante. Le animazioni classiche della E&H Production si colorano di tinte brillanti e rimangono piuttosto coerenti nell’economia dell’episodio, nonostante non siano particolarmente strabilianti o rimarchevoli. La grande opera di cui ci ha fatto dono l’immensa e imprevedibile mente di Eiichirō Oda si amplia anno dopo anno, e questa piccola opera ci ricorda della purezza e dello spessore racchiusi nelle sue narrazioni, portandolo verso un meritato e prolungato successo destinato a segnare per sempre la storia del mondo animanga.

Studentessa brianzola di 22 anni. Frequento Mediazione linguistica e culturale presso l'Università Statale di Milano. Da circa dieci anni coltivo una grande passione per il mondo animanga. Questo interesse con il tempo si è ampliato alla lingua e alla cultura asiatica, il che mi ha portato a scegliere come lingue di studio il cinese e il giapponese. Per circa sei mesi ho lavorato come commessa in una fumetteria. Inoltre, durante il quarto anno di liceo linguistico ho vissuto a Phoenix in Arizona per dieci mesi.

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