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Dr. Stone, la recensione della prima stagione dell’anime: una vecchia favola che parla di scienza

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Dr. Stone recensione prima stagione copertina
La scienza diviene linguaggio intergenerazionale in Dr. Stone, una serie animata che urla la potenza creativa dell’umanità.

Parlare a un pubblico di giovani adulti o di neo-adulti, come lo è per la maggior parte quello degli anime, non è cosa facile. La difficoltà incrementa ulteriormente man mano che l’età dei fruitori diminuisce. La problematicità di creare un prodotto animato di qualità per un pubblico molto giovane è risaputa. Incredibilmente facile è scadere in tematiche scontate o, ancor peggio, banalizzare il linguaggio e la comprensione di questo target, che merita davvero di meglio.

Questi compiti parimenti difficili lasciano però vuoto il gradino più alto del podio: creare un’opera che riesca a comunicare alle fasce di età più differenti con stessa intensità e risultati. Questo gradino riesce ad essere ampiamente occupato da Dr. Stone, opera di Riichirō Inagaki, disegnata da Boichi ed animata dallo studio TMS Entertainment.

Il manga edito da Shūeisha su Weekly Shōnen Jump, da Star Comics per il mercato italiano, viene lanciato nel 2017 e diviene immediatamente cult. Il tratto di Boichi con i suoi bordi spessi, nonostante i numerosi lavori precedenti, mantiene un look fresco ed esteticamente molto piacevole, senza mai contravvenire ai dettami classici della narrativa illustrata nipponica.

Anche la capacità narrativa del maestro Inagaki contribuisce al grande successo di “Dr. Stone” riuscendo a rendere la scoperta scientifica accattivante e divertente anche ai profani della materia.

Il più grande merito della sceneggiatura di questo manga è, infatti, il modo in cui costruisce l’avanzamento della storia seguendo il metodo ormai più che blasonato, tutto americano, della “gamification”: la trasformazione dei risultati, nei casi più classici, accademici e lavorativi in veri e propri avanzamenti di livello in un’ottica videoludica, cercando di trasportare il picco serotoninico tipico del videogioco all’interno di un contesto meno ludico. Nel caso di “Dr. Stone” questo diviene da stratagemma per incrementare la produttività nella struttura narrativa che invece incrementa l’attenzione ed il coinvolgimento del pubblico.

Una serializzazione che suona come un’interruzione delle carriere degli autori, Riichirō che passa dallo sport (Eyeshield 21) alla scienza e Boichi dai pregressi successi nella categoria seinen al più classico (per complessità narrativa) degli shonen, e che invece permette ad entrambi di rinnovarsi e dimostrare al mondo dell’editoria a fumetti con quanto successo si possa esordire in nuovi campi quando se ne hanno le capacità.


Il linguaggio universale della scienza


Il manga di Boichi e Riichirō non è sicuramente povero di pregi. La narrazione costruita dall’autore ti cattura dai primi secondi, trasportandoti immediatamente nel mondo oggetto della storia con un brusco distacco da un contesto scolastico (classico delle storie a fumetti giapponesi) che si capisce subito non essere il vero focus della serie. Due sono i punti focali che permettono allo spettatore di entrare così profondamente nella storia già dai primiDr. Stone recensione prima stagione minuti: l’incipit, nuovo, inaspettato e strutturato in maniera tale da permettere una generazione infinita di possibilità narrative ed i personaggi, agli antipodi, gli opposti del mondo moderno e, al contempo, il classico duo braccio e mente, Senku e Taiju.

La narrazione si apre su questi personaggi e Yuzuriha, loro amica e collega di studi, che dopo pochi secondi si vedono inghiottiti da una luce verde che pietrifica ogni abitante del pianeta. Un prologo stravagante, che pone un reset importante alla storia del mondo per come lo conosciamo. Quella luce verde è stata sì in grado di trasformare tutti in pietra, ma non di schiacciare la luce della coscienza dell’uomo. Stessa luce che verrà più e più volte elogiata durante tutta la storia.

Passato il peggio e scampati alla pietrificazione grazie ad un colpo di fortuna, che ben si addice ad una scoperta che confonde i limiti di magia e scienza, facciamo meglio conoscenza con i personaggi che manderanno avanti la storia della specie in questo primo atto, Taiju, la resistenza, e Senku, l’intelletto. Queste le due forze che gli autori personificano e senza le quali il rapporto uomo-natura resterebbe troppo sbilanciato in favore della madre terra. 

Senku e Taiju

È importante parlare di forze e di personaggi che le incarnano perché è proprio questa la direzione narrativa della storia. Una storia che non parla di un geniale scienziato che desidera riportare in vita la civiltà moderna per l’amore morboso che prova nei confronti della scienza ma anzi, è lo stesso atipico adolescente a farci capire come il suo obiettivo sia perseguito solo in favore delle persone che abitano la civiltà della specializzazione nella quale ha vissuto che, attraverso questa sua organizzazione, permette ad ognuno di vivere apportando un contributo secondo proprie inclinazioni e possibilità. Proprio per questo il focus si sposta dal Senku scienziato al Senku esponente della specie umana, proprio come ogni altro personaggio della serie.

Gli autori frazionano le componenti fisiche e psichiche dell’uomo e ne affidano una versione amplificata a ogni personaggio, permettendo con semplicità a chiunque di capire come ogni attitudine sia importante al servizio della società. Allo stesso modo questo approccio alla narrazione diventa un inno potentissimo alla capacità creativa dell’uomo e, più o meno direttamente, alla società dei beni e servizi comprati e venduti che noi tutti conosciamo. Da un punto di vista politico la serie di “Dr. Stone” trasmette un messaggio molto potente riuscendo a sintetizzare efficacemente concetti come liberalismo e liberismo. Gli autori donano il loro particolare punto di vista del mondo attraverso le avventure dei personaggi e comunicano in maniera universale e intergenerazionale l’evoluzione della società: quanto sia importante il progresso scientifico e tecnologico, quanto questo sia utile per l’indipendenza di ognuno e per la propria libertà e ancora come alcuni elementi della nostra società (il mercato economico e il denaro in sé) nascano autonomamente e siano dirette conseguenze dell’avanzamento culturale

Dr. Stone prima stagione

Tutto ciò sembra estremamente di parte, ma così non è. La serie infatti affronta anche tematiche difficili, come l’avidità, la volontà di prevalere e la divergenza degli ideali che, nonostante siano sottesi dalle più nobili intenzioni, nascono da decisioni personali limitate come è limitato chi è tenuto a prenderle. “Dr. Stone” dipinge la società attraverso un velo di ottimismo e speranza, trattando però senza filtri le difficoltà che si devono affrontare per tenerla insieme. Gli autori decidono di non dare mai una soluzione bambinesca, come il dialogo unanimemente desiderato o una violenta come l’assoggettamento. Le soluzioni alle dispute in “Dr. Stone” nascono sempre dall’intelletto, sono furbe e a volte maligne, creano stalli che necessitano della diplomazia come risorsa obbligata. Questa serie non foraggia l’ingenuità e la purezza ma esalta l’arguzia e l’acume che con lungimiranza punta al risultato migliore sul tavolo, senza scadere in banalità o retoriche.


Un adattamento discreto ma incisivo


Nel mondo dell’animazione, così vale per ogni altro ambito creativo, si è naturalmente portati ad essere gelosi del proprio lavoro.

Proprio per questo, affrontare quello che si chiama “adattamento” di un’opera cartacea in un formato animato è un compito assai difficile. In primis perché l’adattamento, in quanto tale, ha origine da un’opera che è prima e che per questo possiede una sua cifra stilistica e autoriale strutturate e precise. È qui che il lavoro degli animatori, di per sé creativo, contravviene alla sua stessa natura divenendo a volte poco più di una carta carbone posta sopra le tavole originali. La serie di “Dr. Stone” è in questo ambiente un caso più che virtuoso

Il manga di Dr. Stone

La direzione registica di Shinya Iino segue perfettamente le linee tracciate dal manga e anzi mette da parte la gelosia di cui abbiamo parlato e si mette al servizio della carta. Alcuni potrebbero storcere il naso confrontando l’opera animata e quella cartacea, osservando la completa mancanza di un guizzo creativo da parte dello studio TMS Entertainment. Proviamo però a guardare la cosa da un’altra prospettiva.

Trasporre un’opera con tale minuzia e rispetto per la sua versione prima è una cosa da apprezzare al pari di una serie animata estremamente creativa, fresca se vogliamo, che però rischia di edulcorare i messaggi o le tematiche di ciò a cui si ispira. Mettere la propria manodopera, in un settore artistico come quello dell’animazione, al servizio della penna e del pennino di altri artisti è un atto di estremo rispetto e professionalità

Cercando di andare più a fondo nella questione, è doveroso notare come le tavole di Boichi, al di là del tratto particolarmente cartoonesco e quasi più adatto al mondo dell’animazione piuttosto che a quello del fumetto, sianoLa trasposizione animata di Dr. Stone ideata dallo studio TMS Etertainment contraddistinte da un ottimo “occhio registico”. Difatti è quasi divertente mettere a confronto le tavole del manga con i frame dell’anime e notare le differenze praticamente assenti fra le due. Questo proprio a causa delle caratteristiche menzionate (estetica e regia del manga) che rendono la trasposizione estremamente più semplice. Il lavoro dello studio “TMS Entertainment” è comunque evidente e anzi, a volte fondamentale.

Il manga di “Dr. Stone” ha come perno un argomento forse un po’ atipico, la scienza. Questa è una materia che non riesce a stare agevolmente in un libricino di qualche centinaio di pagine, anche quando di libricini (tankobon) ce ne sono qualche decina la difficoltà non diminuisce. Questo in virtù del fatto che “scienza” è un termine generico che racchiude una moltitudine di discipline: matematica, astronomia, fisica, chimica, ecc…

Inoltre gli autori hanno deciso di optare per un approccio affatto scontato, ovvero trattare ogni processo chimico che viene utilizzato, forza sfruttata o strumento costruito con dovizia di particolari e accuratezza tecnica. Sicuramente inusuale e apprezzato da chi determinate materie le conosce, poteva rappresentare un facile “autogol” per gli autori. Le spiegazioni, infatti, occupano a volte anche diverse decine di righe che, per un media che fa del racconto visivo la sua base, rischiano di appesantire non poco la lettura, soprattutto quando queste sono molto tecniche. È qui che torna utile la forza dell’animazione. Lo studio “TMS Entertainment” e la regia di Shinya Iino riescono benissimo a condensare in serrati flussi di coscienza di Senku tutte le spiegazioni tecniche, rendendole estremamente meno pesanti e aggirando il problema che invece si veniva a creare nella versione cartacea.

Kohaku nell'anime di Dr. Stone

Impossibile non trattare anche il graditissimo doppiaggio della prima, parte foraggiato dalla stessa Crunchyroll, che detiene anche i diritti della serie animata. Del doppiaggio è stato incaricato lo studio “VSI Italia”, che ha affidato la direzione artistica a Claudio Beccari, già famoso per la direzione al doppiaggio di “Hellsing Ultimate” e “Code Geass: Akito the Exiled” (solo due delle decine di doppiaggi che ha diretto) e altrettanto famoso come voce di Marco Lasso in “Shaman King”.

Si nota lo studio della serie animata e del modo di doppiare giapponese, gli umori dei personaggi sono infatti ben mantenuti. L’adattamento dei dialoghi è puntuale, anche quando entra nel merito di discipline scientifiche, trattando alcuni processi chimici ad esempio, con termini molto tecnici ma perfettamente in tema. Tracciare dei precedenti di così buona qualità sembra essere incoraggiante per chi ama il doppiaggio italiano, che può sperare in un futuro più roseo per le prossime direzioni di doppiaggio delle serie animate di matrice giapponese da parte di Crunchyroll. 

Quella che potremmo definire “assenza creativa” dello studio TMS Entertainment potrebbe essere vista essa stessa come una cifra stilistica adottata. Lo stesso tipo di assenza si percepisce, non solo nella regia e nel tratto, che come abbiamo detto emulano manieristicamente il manga, ma anche nelle musiche. Il terzetto Tatsuya Kato, Hiroaki Tsutsumi e Yuki Kanesaka adotta un approccio di presenza discreta, creando un sottofondo musicale che non brilla per complessità ma che si adatta perfettamente ai vissuti dei personaggi e alle scene mostrate, lasciando le note sospese fra i frame della serie ma ben nascoste alle orecchie, non distogliendo l’attenzione da ciò che avviene a schermo.

Gli artisti che si sono dedicati alla serie hanno preso a cuore il progetto, come ben si evince anche dalla puntataCopertina dell'episodio "Dietro le quinte" di Dr. Stone successiva all’undicesima (Crunchyroll, S1: E-EX) che mostra un interessante dietro le quinte del progetto anime di Dr. Stone la cui visione è caldamente consigliata. Questo interesse si nota proprio in quelle che sono le peculiarità del settore animato.

Le sigle (di apertura e di chiusura) sono ben costruite, animate e musicate, anche se il comparto musicale rimane sempre un gradino indietro rispetto alla densità emotiva della storia. La migliore forse è una delle sigle di chiusura che affronta in maniera estremamente semplice il rapporto fra Senku e il padre, probabilmente il legame meglio costruito e più intenso della serie. Un’altra idea intelligentissima degli animatori è legata alle divisioni animate degli atti dei singoli episodi, quelli che saremmo abituati a chiamare “filler”.

Lo studio decide di sfruttare le tematiche della serie e utilizzare degli ingrandimenti di materiali o artifici umani come sfondo per il titolo dell’opera nel suo classico font, un modo alternativo e interessante di dividere alcuni episodi. Questa serie è dunque un mix di manierismo devoto all’arte cartacea di Boichi e Riichirō e creatività dello studio TMS Entertainment che trova il modo di inserire le proprie idee in modo discreto ma incisivo, concretizzando il messaggio che più di tutti “Dr. Stone” riesce a trasmettere: la creatività è la più grande forza umana.

In chiusura, vi lasciamo ad alcuni interessanti articoli, come il nostro AniKult dedicato a Code Geass: Lelouch of the Rebellion e alla nostra recensione della prima stagione di Blue Lock.

#INBREVE
4.5

DR. STONE IN BREVE: IL LINGUAGGIO CREATIVO DELLA SCIENZA

La serie di “Dr. Stone” riesce a trasmettere in modo efficace tutti i messaggi che hanno fatto la popolarità del manga di Riichirō e Boichi: la forza della creatività umana e l’importanza del progresso scientifico, tecnologico e, di conseguenza, culturale.
Lo studio TMS Entertainment, il regista Shinya Iino e tutto il team si mettono a disposizione del manga, non solo riproponendo manieristicamente l’estetica, la regia e la cifra filosofica, ma riuscendo anche a migliorare alcuni aspetti che su carta non avevano la stessa resa. La buona qualità del doppiaggio foraggiato da Crunchyroll lascia sperare in un futuro di questo ambiente anche migliore.

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