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L’importanza dei legami: la lezione di Mob Psycho 100

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Mob Psycho 100 è un anime prodotto da Bones (famosa casa di animazione produttrice di celebri opere come My Hero Academia, Full Metal Alchemist e Bungo Stray Dogs)

La serie è un adattamento dell’omonimo manga, scritto e illustrato da One, ormai noto per la serie One-Punch Man. E’ diviso in tre stagioni, trasmesse in Giappone dal 2016 al 2022, attualmente dispoinibili in streaming su Crunchyroll.

Se cercate una serie divertente, capace di non prendersi sul serio, ma anche ricca di scene di tensione e carica emotiva, Mob Psycho fa al caso vostro.


C’era una volta Mob Psycho 100


Shigeo Kageyama è un giovane studente delle medie dotato di grandi abilità dovute ai suoi poteri psichici. Sebbene i suoi poteri gli permetterebbero di superare con estrema facilità le sfide quotidiane di un normale quattordicenne, il ragazzo è intenzionato a vivere la sua vita senza doverli sfruttare.

In effetti è Shigeo non spicca per doti atletiche, intelligenza o bellezza. Il suo carattere introverso gli rende difficile fare amicizia e socializzare con gli altri studenti. Insomma, potrebbe essere descritto come una persona anonima, non a caso il suo soprannome è Mob, letteralmente “personaggio di sfondo”.

Mentre a scuola Mob cerca di integrarsi – ad esempio entrando a far parte del Club di perfezionamento corporeo – il pomeriggio passa le sue giornate con Reigen, un carismatico ciarlatano che si professa come grande psichico, ma che manca di qualsiasi potere. Reigen è proprietario dell’ Ufficio di Consultazione su Spiriti e Simili  e ha assunto il giovane come suo assistente.

Dal momento che i poteri di Mob sono strettamente legati alle sue emozioni, sono molto instabili. La sua energia psichica è dotata di enorme potenza che, ogni giorno, rischia di raggiungere il suo 100%. Per questo motivo tende a  reprimere e nascondere le sue emozioni. Ciò lo rende un ragazzo estremamente chiuso e (apparentemente) apatico.

Le sfide giornaliere tra entità psichiche e problemi adolescenziali vengono bruscamente interrotti dall’arrivo di un’organizzazione segreta di psichici che voglio conquistare il mondo: l’Artiglio.


Bones vuole stupirci


Lo stile di One conferisce all’opera un tratto distintivo e caratteristico. I disegni dei volti tendono ad essere molto semplici  e con caratteristiche simili: occhi un po’ a palla, volti tondeggianti, mancanza di dettagli nei lineamenti. Nonostante questo stile un po’ scarno, l’anime non delude affatto dal punto di vista grafico .

Le sequenze dei combattimenti sono avvolgenti e dinamiche. Le scene si alternano tra esplosioni iper colorate a frame in bianco e nero con tratti spessi, a volte caricaturali.

I momenti di action si sviluppano attraverso sequenze movimentate e fluide che alternano diversi stili di disegno. Sono emblematici i frame che rappresentano la perdita di controllo da parte di Mob a cui scompaiono i lineamenti per lasciare spazio ad una scura silhouette.

Le animazioni sono lo strumento che permette alla narrazione non solo di rimanere dinamica e irriverente, ma anche di rappresentare tutto l’universo emotivo racchiuso nel protagonista. Il tratto e i colori seguono i picchi emotivi di Mob e rispecchiano l’ambientazione in cui si trova.

Le palette variano molto anche nella sigla: un susseguirsi quasi psichedelica di immagini della città e delle facce dei personaggi alternate ad oggetti (apparentemente) casuali.

La prospettiva è sfruttata per creare inquadrature espressive: spesso il punto di vista si sposta dall’alto verso il basso o da destra a sinistra in modo molto veloce. La bellezza delle scene di combattimento è data dalle inquadrature di ampissimi panorami urbani o addirittura spaziali che immergono lo spettatore nel turbinio dei poteri dei personaggi.

La grande novità in fatto di animazioni riguarda la terza stagione dell’anime. La stagione, disponibile da ottobre dello scorso anno, non presenta alcuna animazione in CGI. Le scene sono disegnate e animate a mano. Ciò conferisce un grande livello di qualità tecnica ed espressiva.


Un pizzico di ironia


Una delle caratteristiche della serie è il cercare di non prendersi mai troppo sul serio. Sin da subito è chiaro come Mob Psycho 100 punti molto ad intrattenere il pubblico non solo con scene di azione, ma soprattutto grazie ai suoi toni leggeri. E’ un’opera ricca di gag divertenti e battute. L’umorismo sprezzante e il gusto del ridicolo si riflette molto nelle animazioni che rappresentano personaggi buffi e grotteschi

Le scene sono volutamente esagerate per creare una stridente contrapposizione fra toni seri e irriverenti. Spesso le avventure di Reigen e Mob si trasformano in piccoli siparietti comici che contrastano molto con la serietà della situazione che stanno affrontando (Per dare un’ idea: la terza stagione si apre con il culto da parte di alcuni cittadini di un broccolo gigante).

Guardando la serie ci si deve aspettare di veder rappresentati temi di critica sociale – stalking, bullismo, depressione – alternati a sketch irriverenti.

Come anche altre opere di One, Mob Psycho 100 non manca mai di ironizzare sul mondo dei manga creando macchiette di archetipi presenti nei fumetti. L’anime è costellato di riferimenti alla cultura pop, al mondo dei meme e dei videogiochi e di easter egg. (Se volete divertirvi provate a cercare tutti i riferimenti a One-Punch man).


I fratelli Kageyama


Il personaggio di Mob è sicuramente quello con l’evoluzione più evidente nel corso delle stagioni. Tutte le persone (e gli spiriti) con cui interagisce lo aiutano ad evolversi e cambiare.

Come già accennato, le sue emozioni lo spaventano e per questo la sua apatia diventa uno scudo per proteggere sé stesso e gli altri. Ma sotto a questo muro nasconde una grande empatia e intelligenza emotiva che gli permettono di aiutare le altre persone.

“Ciò che lo rende davvero speciale è la sua capacità di capire ciò che provano gli altri”

Mob è intenzionato ad usare i suoi poteri solo per aiutare le persone e fare del bene. Ha un saldo codice morale ed è determinato a migliorare senza scorciatoie né aiuti da parte dei suoi poteri, anche a costo di dover faticare molto più degli altri.

Questo timore verso i suoi poteri deriva da un incidente avvenuto a suo fratello Ritsu quando erano molto piccoli. Shigeo per proteggere sé stesso e il suo fratellino da alcuni bulli avrebbe scatenato per la prima volta il 100% dei suoi poteri. Non riuscendo a controllarli ha ferito chi gli stava attorno.

Ritsu è una grande fonte di ispirazione per Shigeo. Intelligente, popolare, bravo negli sport, possiede tutto ciò che lui non ha. Questa mancanza però lo sprona a migliorarsi. Ma, nonostante l’enorme affetto che provano l’uno per l’altro, il loro rapporto è segnato dalla mancanza di poteri di Ritsu, il quale nasconde una certa invidia verso il fratello maggiore.

Last but not least, c’è un altro importante personaggio che calca la scena di quest’opera: Arataka Reigen.


Un onesto truffatore


Il personaggio di Reigen è uno dei più iconici ed apprezzati dell’intera serie. Il maestro (o meglio, il datore di lavoro) è un saldo punto di riferimento per Mob. Con il suo charm e la sua abilità dialettica riesce a convincere le persone di avere potenti poteri psichici. E’ un personaggio comico e infantile ma anche carismatico e determinato, è molto affezionato a Mob e lo dimostra in svariate occasioni.

Quando Mob perde il controllo e inizia la sua carica (auto) distruttiva è Reigen uno dei pochi capace di fargli riprendere il contatto con la realtà. Lo aiuta a controllare i suoi sentimenti che rischiano di corrodere il suo animo ancora fragile.

Reigen è stato il primo a cogliere le potenzialità di Mob e a volerle sfruttare per aiutare le persone (e nel frattempo fare qualche soldo). Rispetto, bontà e aiuto reciproco sono valori che gli ha insegnato da quando, ancora molto piccolo, Shigeo ha varcato al soglia di quella pseudo agenzia di arti psichiche.

“[i poteri] Devi accettarli come parte della tua individualità e continuare a vivere con positività, la gentilezza è l’unica verità dietro al fascino. Sii una brava persona”

Ben presto diventa chiaro che il rapporto tra allievo e maestro non è unilaterale. Mob ha bisogno dell’aiuto di Reigen tanto quanto il contrario. L’incontro con Shigeo è stato quasi provvidenziale per la sconclusionata vita di Arataka.


Your life is your own


“Your life is your own” è la frase che appare nella sigla “99.9” della seconda stagione e racchiude un messaggio importante: nel bene o nel male, la tua vita è nelle tue mani. Le tue scelte ti indirizzano nella ricerca del senso del vivere. Alla fine, ognuno è protagonista della propria vita.

Shigeo è fermamente convinto che chiunque possa riuscire a cambiare, che si tratti di un criminale appartenente ad un organizzazione segreta o un ragazzino delle medie. Lui stesso cambia molto nel corso della serie. Il suo percorso per controllare i suoi poteri riflette la sua evoluzione emotiva. Acquisendo più sicurezza riesce ad aumentare il controllo dei poteri psichici e con il tempo risulta evidente a tutti la sua forza smisurata.

“A volte basta che qualcuno tenda una mano in aiuto per permetterci di ritrovare la determinazione”

Ciò che lo terrorizzava scopre di poterlo sfruttare per fare del bene e per aiutare gli altri. Ma come riesce a sopportare il suo fardello emotivo? Di certo non da solo. La sua forza nasce anche dall’aiuto che riceve dagli altri: i suoi amici, suo fratello e il suo capo strampalato.

In perfetta contrapposizione con la filosofia di Mob, abbiamo il capo dell’Artiglio. Freddo, calcolatore, il suo unico obiettivo è quello di elevarsi ad essere superiore e dominare sul resto del mondo. Investito da poteri fuori dal comune, la sete di potere è legittimata dalla sua immisurabile forza psichica.

Il suo personaggio crea un perfetto binomio complementare con Shigeo. Per lui i rapporti umani non valgono nulla e le persone rappresentano uno strumento per raggiungere il proprio obiettivo o, a volte, un intralcio.

“Ciascuno di noi cresce grazie alle persone che incontra”

L’opera è un inno alla connessione e la fiducia tra gli individui, a ciò che Leopardi definiva “la social catena”: una rete di solidarietà e aiuto reciproco. Insegna a valorizzare i rapporti umani per non rischiare di perdere sé stessi tra solitudine, orgoglio e ambizione.

Per quanto sia faticoso o pericoloso mostrarsi vulnerabili davanti agli altri, i legami che uniscono gli individui sono ciò che li rende migliori.

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