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Attack on Titan Final Season: The Final Chapters Special 1, chi è il vero nemico?

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AOT final season the final chapters special 1 recensione
Ci stiamo avvicinando sempre di più al finale di Attack on Titan, e l’abbiamo fatto con un episodio sontuoso sotto ogni punto di vista.

Quando avevamo scoperto che la terza parte di Attack on Titan: The Final Season sarebbe stata ulteriormente divisa in due, in molti avevano storto il naso. Quello che nel 2019 venne annunciato come l’ultimo ciclo di episodi dell’anime che adatta l’opera di Hajime Isayama ha avuto un ritmo di pubblicazione piuttosto insolito: iniziato nel 2020 con una prima metà di 16 episodi, la seconda parte – che la maggior parte dei fan credeva avrebbe completato definitivamente la storia – ha avuto solo 12 puntate, chiudendosi a una manciata di capitoli dal finale del manga.

Non stupisce quindi che l’annuncio di una terza tranche da due episodi, che peraltro non saranno pubblicati nemmeno consecutivamente, ma a distanza di mesi (si vocifera che la seconda e ultima puntata arriverà a ottobre 2023), abbia portato più di un appassionato dell’opera che racconta la storia di Eren Jaeger a spazientirsi per il trattamento riservato all’anime. Inoltre, il passaggio di produzione da WIT Studio a MAPPA proprio per la Final Season era stato accolto con molto sfavore dalla community di appassionati, affezionati allo stile e alle animazioni dello studio che ha prodotto opere del calibro di Spy x Family e Ranking of Kings.

Eppure, quando nella notte tra il 3 e il 4 marzo 2023 è uscito su Crunhcyroll Italia il primo dei due speciali de L’attacco dei giganti chiamato Attack on Titan Final Season: The Final Chapters Special 1, tutto lo scetticismo circa la gestione di MAPPA del capolavoro di Isayama si è esaurito nel vedere l’incredibile lavoro compiuto dai creativi dello studio con base a Suginami.

Lo speciale, infatti, è ben più di un semplice episodio televisivo nella lunghezza (durando più di un’ora), ma soprattutto nella produzione sontuosa di quella che passerà alla storia come una delle puntate più curate nella storia recente dell’animazione giapponese.

Cosa ne pensiamo, quindi, di questo “primo tempo” del gran finale dell’anime de L’attacco dei giganti? Vediamolo insieme nella nostra recensione.


Buoni e cattivi


La trama dello speciale inizia dal momento in cui ci eravamo lasciati con l’ultimo episodio: Eren, ormai nella sua forma di Gigante Fondatore, continua la sua marcia di distruzione insieme a centinaia di giganti colossali, seminando morte e disperazione, mentre i sopravvissuti cercano un modo per fermare lo sterminio del genere umano.

Hanji e Levi 7Sin dall’inizio della puntata emerge quella che sarà la tematica principale di tutta la sceneggiatura, ovvero i differenti risvolti della tragedia. Nel giro di poche scene, infatti, assistiamo a quanto il massacro di Eren sta coinvolgendo chiunque, uomini, donne, bambini e anziani, “nemici” del protagonista, ma anche i suoi compagni più fidati, rimasti sconcertati dalla violenza dell’operato del loro vecchio amico.

La marcia del Fondatore, infatti, non è più un atto di liberazione della propria gente, ma un gesto folle apparentemente ispirato da Ymir che rischia di avere delle conseguenze catastrofiche: nemmeno i più fedeli membri del Corpo di Ricerca possono restare a guardare di fronte a questo genocidio. Di fronte a una minaccia di questa portata, non esistono più fazioni, eldiani e marleyani devono collaborare, altrimenti non esisteranno più popoli da difendere e per cui lottare.

La grandezza di Attack on Titan è misurabile dall’universalità dei suoi temi, e, soprattutto nel suo arco finale, la storia a cui assistiamo vuole insegnarci quali siano gli orrori della guerra, che non conosce né vincitori né vinti, ma crea solamente male e sofferenza. Tutti gli attori in gioco avevano le loro ragioni per combattere, non esistono davvero dei buoni e dei cattivi nella vicenda narrata, ma sono tutti egualmente colpevoli.

Il primo dei due capitoli dello speciale, intitolato Il boato della terra, vuole proprio mostrare quanto ormai il conflitto sia degenerato e che non sia più così semplice distinguere eroi e villain nella vicenda, in quanto quelle che vediamo sono solamente persone che stanno combattendo per la loro stessa sopravvivenza. Le immagini a cui assistiamo nei primi minuti, strazianti e disturbanti, non fanno che rafforzare l’empatia che proviamo per coloro che stanno subendo l’attacco dei giganti, senza poter fare niente per potersi salvare.

Oltre a costruire un forte parallelismo con i primi episodi dell’opera (che tornerà più di una volta nel corso della puntata), le scene iniziali hanno il compito di compiere un cambio di prospettiva piuttosto netto dal punto di vista della sceneggiatura: Eren non è più il nostro occhio, il nostro punto di riferimento, il nostro protagonista. Egli è il pericolo, la minaccia che va fermata, l’ostacolo più grande al lieto fine della storia.

E allora, chi sono i protagonisti? Sono coloro che vogliono fermare Eren, da quelli che erano le sue spalle – su tutti Armin e Mikasa – ai suoi più grandi nemici, come Reiner Braun e Annie Leonhart, coloro che consideravamo i veri antagonisti di AOT.

Eren da bambino 8

Sono proprio Armin e Annie a dare inizio al primo atto di quella che, da una storia di separazione e vendetta, vuole diventare un racconto di collaborazione e apertura nei confronti del prossimo. I due, da sempre appartenenti a fazioni distinte, provano qualcosa l’uno per l’altra, maturato nel periodo passato da Annie sotto copertura nell’isola di Paradis, e la ragazza mostra per la prima volta dei segni di una fragilità emotiva nel confrontarsi con Armin che aveva sempre celato. Anche i “nemici” hanno dei sogni, delle speranze, delle paure e dei sentimenti.

Ma non sono solo loro a essere il fulcro della puntata. A prendersi la scena sul finire del primo capitolo è infatti Hanji Zoe, da sempre personaggio comprimario molto amato dai fan, che finalmente ha il suo grande, commovente momento, a riprova di come i veri eroi di Attack on Titan sono le persone che hanno deciso di rifiutare da sempre l’odio e la divisione. Hanji è sempre stata interessata allo scoprire di più sui giganti, ma a questo desiderio si era sostituita la volontà di vendicare le persone più care che aveva perso nel corso del tempo.

Proprio per questo motivo la scena con protagonista il Comandante del Corpo di Ricerca a cui assistiamo riesce a emozionarci nel profondo. Hanji si è realizzata, l’ha fatto a suo modo, e – alla fine del suo percorso narrativo – ha finalmente trovato tutte le risposte che cercava, almeno su se stessa e su chi ha sempre voluto essere. Davvero impossibile non commuoversi.


Il prezzo del peccato


Il secondo capitolo – Peccatori – pur mantenendo il tema principale dell’approfondimento delle varie prospettive, ha una natura più “preparatoria” a quello che sarà lo scontro finale. Nonostante ciò, è proprio dalla metà dello speciale in poi che emergono altri grandi personaggi.

Mikasa 3Lasciati in disparte nonostante il ruolo che avevano avuto nella prima parte della Final Season, Gabi e Falco sono sicuramente tra le figure più disprezzate dai fan, anche a causa delle loro azioni contro alcuni dei protagonisti più amati della serie. Nel corso della puntata, abbiamo la possibilità di assistere anche al loro modo di vivere la drammatica vicenda della marcia, e finalmente sono state poste le basi per una redenzione che potrà completarsi con il finale della storia.

Del resto, anche i due ragazzini – come tutti gli attori principali e non di AOT – non sono altro che vittime di un peccato compiuto da vecchi popoli centinaia di anni prima. Se è vero che anche Falco e (soprattutto) Gabi hanno compiuto atti spregevoli, la domanda che Isayama sembra volerci porre, come al solito, è: se i due avessero potuto vivere un’esistenza diversa, come si sarebbero comportati? Avrebbero agito allo stesso modo?

Incitati dal popolo di Marley a ottenere una vendetta per fatti non subiti da loro direttamente, i due giovani soldati – come del resto Reiner e Annie prima di loro – hanno dovuto caricarsi sulle spalle il peso di qualcosa più grande di loro, non potendo fare altrimenti, se non difendere la propria gente a ogni costo.

Emblematica, in tal senso, la lunga sequenza finale che vede varie generazioni di marleyani a confronto, nella quale i più anziani comprendono la loro colpa più grave, ovvero di aver costretto alla battaglia persone innocenti. A pagare il prezzo del peccato, alla fine, sono sempre coloro che meno hanno responsabilità: questo è un altro dei grandi messaggi che gli splendidi atti conclusivi de L’attacco dei giganti ci vogliono raccontare.

Hanji Zoe pronta alla missione


Un capolavoro tecnico


Se questo episodio è stato in grado di colpire così tanto lo spettatore, buona parte del merito va allo splendido lavoro svolto da studio MAPPA nella realizzazione di una puntata maestosa.

A partire dalle animazioni, sempre precise e puntuali, per arrivare a una colonna sonora sempre azzeccata e in grado di guidarci tra le varie scene, il vero rammarico è quello di non aver visto questo speciale televisivo al cinema, com’è successo di recente per il film di Demon Slayer: Verso il Villaggio dei Forgiatori di Katana.

Armin e AnnieUn comparto tecnico di tale livello avrebbe meritato il grande schermo, per fruire di alcuni dei momenti più concitati della puntata, come la trasformazione di Reiner nel Corazzato, o la sequenza del Gigante Bestia all’attacco, con un’animazione di una fluidità che raramente si è vista prima in Attack on Titan.

Inoltre, il character design, nuovamente a opera di Tomohiro Kishi e Yuuko Yamada, appare ancora più raffinato e perfezionato, con i personaggi che sembrano più vivi che mai in ogni loro espressione. Anche in questo aspetto sono presenti alcuni richiami evidenti alle prime stagioni dell’opera, ai tempi nelle mani di WIT Studio, molto apprezzabili e ben curati.

L’utilizzo di due insert song già conosciute della OST della serie – nello specifico Bauklötze di Hiroyuki Sawano e Splinter Wolf di Kohta Yamamoto – per i due momenti più emozionanti della puntata si è rivelata una scelta perfettamente riuscita. Soprattutto Bauklötze, dedicata alla meravigliosa scena di Hanji, verrà ricordato a lungo come uno dei momenti più emozionanti di tutta la storia di AOT.

Originale è, invece, la nuova ending della serie, Under the Tree dei SiM, tornati a comporre una canzone per l’anime dopo The Rumbling, opening della seconda parte della Final Season. Il brano è potente e vibrante, dai tratti epici, e si presta alla perfezione per il momento solenne della storia in cui ci troviamo.

Corpo di Ricerca 10

In definitiva, lo speciale animato si è fatto attendere per molto tempo dai fan, ma non ha deluso le enormi aspettative che ci eravamo creati. Con una storia intensa e commovente, e un comparto tecnico di notevole fattura, la speranza è che l’episodio conclusivo della serie, in arrivo nei prossimi mesi, sarà in grado di mantenere la stessa eccellenza, se non superarla, per far guadagnare a L’attacco dei giganti un posto d’onore nella storia come uno dei prodotti animati più straordinari degli ultimi decenni. Ora siamo davvero pronti alla battaglia finale, e a tirare fuori i fazzoletti per salutare un’opera dall’influenza straordinaria, che ricorderemo a lungo per tutte le emozioni che ci ha trasmesso.

#INBREVE

ATTACK ON TITAN FINAL SEASON: THE FINAL CHAPTERS SPECIAL 1 IN BREVE: IL PENULTIMO, EPICO ATTO

Attack on Titan è da sempre una creatura complessa e potente. Concludere una storia così seguita e amata non è semplice, come non lo è stato per l’autore del manga di AOT Hajime Isayama. Tuttavia, MAPPA ha posto le basi per un finale che ci aspettiamo possa essere sensazionale. Le pedine sono tutte al loro posto, le due fazioni in lotta sono pronte, e il momento più teso di tutta la storia è in arrivo. Questo episodio ci ha preparati alla perfezione per quello che sarà un ultimo atto senza precedenti.

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