One Piece capitolo 1163 : analisi e approfondimento
One Piece capitolo 1163 : il tuo appuntamento settimanale
Benvenuti nella rubrica settimanale di approfondimento su One Piece, in cui ogni settimana andiamo a fondo nei nuovi capitoli del manga, tra colpi di scena, teorie e dettagli che vi siete (forse) persi; si continua oggi proprio con il capitolo 1163 di One Piece, ma attenzione: da qui in avanti ci sono spoiler belli grossi.
L’analisi si basa sulle raw scans disponibili prima della pubblicazione ufficiale, che in italiano arriva con un certo ritardo attraverso i volumi cartacei o digitali pubblicati da Star Comics. Il capitolo ufficiale è, invece, disponibile ogni domenica in varie lingue, tra cui l’inglese, sul sito MANGA Plus.
In caso vi foste persi gli eventi cruciali del capitolo precedente, niente paura: trovate disponibile sul nostro sito l’approfondimento completo sul capitolo 1162 di One Piece, dove abbiamo analizzato gli avvenimenti principali e “la storia finora”.
Se non siete in pari con il manga, fate un passo indietro. Se lo siete… siete nel posto giusto.

Attenzione: l’articolo contiene spoiler per chi non fosse in pari con i capitoli del manga.
One Piece capitolo 1163 : “Promessa”
Cover a richiesta: un attimo di fiato prima dell’apocalisse
Con le mini avventure di Yamato giunte al termine, la cover del capitolo 1163 di One Piece è un disegno a richiesta dei fan. Ci accoglie un Luffy acrobata che fa parkour tra i palazzi in compagnia di due scimmie, un siparietto leggero e scanzonato, completamente slegato dagli eventi della trama. Una boccata d’aria fresca, un quadro distensivo che Oda ci regala mentre dietro le quinte sta già facendo tremare il mondo.

Faccia a faccia con la storia: scontro tra incubi del passato
Il capitolo 1163 di One Piece, infatti, riapre senza pietà laddove eravamo rimasti: God Valley in fiamme e nel caos assoluto. Imu, dopo aver preso possesso del corpo di Saturn, attacca indistintamente marines e pirati.
E proprio lì, fra furia e fiamme, lo scontro si condensa in uno sguardo: Imu e Rocks D. Xebec, faccia a faccia. Xebec lo provoca chiamandolo “Re dei Ratti”, sputandogli addosso l’odio di chi non accetta padroni. Imu risponde col veleno di chi custodisce verità proibite, evocando un nome pesante come una maledizione: “Quindi sei tu…Davy Jones”. Lo stesso tono sinistro già sentito quando aveva pronunciato il nome di Joy Boy durante la saga di Egghead. Quasi un riflesso che rimbalza attraverso i secoli. Imu sembra percepire archetipi eterni più che uomini, come fosse congelato in una storia che si ripete ciclicamente. Forse le eredità tramandate, agli occhi di Imu, sono solo reincarnazioni dello stesso irrinunciabile nemico.
Xebec però nega, taglia corto: “Non sono quel tipo, ma la promessa deve essere mantenuta”. Xebec non parla di gloria, parla di un patto. Di un legame antico quanto l’oscurità che ha davanti.
Imu non si scompone. Spiega che è proprio per via di quella ombrosa promessa che Xebec deve sparire dalle pagine della storia. Il suo mondo, dice, non è ancora completo e non c’è spazio per chi vuole ribaltarlo. Xebec ribatte di scatto, senza fronzoli: “Il mondo non è tuo.” Poi si lancia all’attacco, deciso a dimostrarlo coi fatti più che con le parole.
In One Piece, lo sappiamo, ogni dubbio risolto genera un’eco di domande ancora più profonda. Perché Imu chiama Xebec “Davy Jones”? Che promessa lega questi due giganti della storia? E soprattutto… da quanto tempo dura davvero questa guerra?
E Oda, come sempre, invece di rispondere… ci lancia altri magnifici dubbi addosso.
La giustizia tradita e il disgusto dell’eroe
Garp resta impietrito. Davanti ai suoi occhi non c’è più Jaygarcia Saturn, uno dei santi simbolo del Governo Mondiale, ma una creatura mostruosa, deformata da un potere che puzza di dominio assoluto. Quelle fattezze grottesche non gli fanno solo ribrezzo. Gli confermano tutto ciò che ha sempre sospettato: chi comanda il mondo è marcio fino al midollo.
I marines attorno a lui tremano, incapaci di capire se fuggire oppure obbedire. Il loro presunto leader ha iniziato a schiacciare chiunque gli capiti sotto tiro, senza più divise o bandiere a proteggerli. È panico puro, una resa degli ideali. Per qualcuno la fede nella giustizia si sta sgretolando in tempo reale.
Garp invece si irrigidisce. Dentro di lui riaffiora il conflitto ideologico che lo aveva tormentato nel capitolo precedente: quella giustizia che ha servito davvero, vale qualcosa? O è solo un’altra facciata ipocrita? Se questa è la vera natura del potere che ha protetto per anni, allora tocca a lui spezzarlo. Ancorato alla convinzione che Saturn sia il nemico in carne ed ossa, si prepara a gettarsi nella mischia per sostenere Rocks in questo scontro disperato. Non per il mondo voluto dal Governo, ma per il mondo che vorrebbe proteggere davvero.

God Valley in tilt: pirati, tesori e il gioco delle ere
Il panico non ha fazioni, e a God Valley corre in ogni direzione. I pirati assistono alla furia divina che si abbatte su isola e ideali, e hanno solo una certezza: quel massacro non è affar loro. Tremano, imprecano, ma poi passano al piano B che conoscono meglio di qualunque morale. Salvare i tesori. Tutti i tesori.
La ciurma di Roger e quella di Rocks si ritrovano paradossalmente allineate, almeno su una cosa: non si abbandonano forzieri scintillanti al loro destino. In mezzo alla fuga disperata irrompe una chicca narrativa: ci viene confermato che il Capitano John, della ciurma di Rocks, possiede il potere del Jiki Jiki no Mi, il frutto del magnetismo, lo stesso che in futuro finirà nelle mani di Eustass Kid. Un passaggio di eredità che odora di ciclicità e di quell’ironia cosmica che Oda piazza quando meno te l’aspetti. Il metallo vibra e i tesori prendono il volo attirati da John come se fosse un faro per le ricchezze.
Peccato che sia anche un faro per i guai. Ganzui, compagno di ciurma, non ci sta a farsi rubare il bottino da un avido e lo attacca, usando il potere del Bomu Bomu no Mi, il frutto che un giorno farà saltare le tasche di Mister Five della Baroque Works. Anche qui, l’eco delle ere che si rispondono, come se la storia di One Piece fosse un oceano dove tutto torna a riva.
Il magnetismo del destino: Shanks e Dragon
Il magnetismo di John, però, non fa sconti. Dragon, che ancora stringe il piccolo Shanks cercando di portarlo in salvo su una nave della Marina, viene risucchiato verso quella calamita umana a causa del suo fucile. In quello sbandamento lo perde di vista. Shanks finisce per infilarsi da solo in un forziere, spinto dall’istinto, dal puro caso o dal destino. Ed ecco che, dopo tante domande, otteniamo finalmente la risposta: come ci era finito Shanks nel baule in cui Roger lo avrebbe trovato? In mezzo ai forzieri, piccolo e ignaro, ma con il destino di un futuro grande pirata già segnato.
L’assalto dei Big Six: una tavola da appendere
Il capitolo regala poi una delle tavole più spettacolari dell’intera saga di God Valley. L’attacco combinato dei Big Six è un vero e proprio spettacolo di potere e caos. Rocks D. Xebec parte all’attacco contro Imu, e non resta solo: Barbabianca e Kaido lo seguono senza esitazione, pronti a scatenare la loro furia. Garp, mosso dall’odio verso il Governo Mondiale, si unisce alla mischia. Big Mom, pur inizialmente intenzionata a vendicarsi di Kaido per il furto del frutto del Drago Azzurro, devia il suo attacco su Imu. Anche Roger interviene, deciso a imprimere la sua volontà in quel massacro. Il risultato è una doppia splash page da togliere il fiato, un quadro che cattura la potenza e l’epicità del momento: tutti contro Imu, ma con un’armonia perfetta, quasi coreografata.

Domi Reversi: Xebec, il demone soggiogato
Eppure, il colpo più potente non basta. Imu si rigenera istantaneamente, come se nulla fosse successo. Lo scontro rimane aperto, in equilibrio tra furia e impotenza. La tensione aumenta quando Imu fissa Rocks: percepisce due membri del clan Davy, una donna e un bambino, Eris e Teach, che stanno tentando di fuggire nella foresta. Ogni membro del clan Davy deve essere eliminato, questa è la sua volontà. Rocks reagisce subito, protettivo: “Non gli farai niente, te lo impedirò.”
Ma Imu, con freddezza quasi chirurgica, gli risponde: “Io non farò niente, perché lo farai tu.” Con il Domi Reversi, trasforma Xebec in un demone soggiogabile, annullando il suo controllo e lasciando aperta la strada a conseguenze devastanti. Il capitolo si chiude così, con Rocks parzialmente impotente e la promessa di caos imminente.
Fino ad ora, Xebec è stato caratterizzato come un ribelle visionario, crudele sì, ma comunque umano, persino carismatico nella sua lotta per rovesciare il mondo. Sembrava quasi difficile immaginare Roger e Garp davvero uniti contro di lui, come raccontato da Sengoku. Se il nemico appare “solo” come un pirata ambizioso, perché due leggende agli antipodi avrebbero collaborato per fermarlo?
Teorizziamo
Ci addentriamo ora in un terreno più incerto, dove tutto è supposizione e speculazione, ma che merita attenzione perché può gettare luce sugli enigmi dell’opera.
La battaglia che ha cambiato il mondo
Il modo in cui si chiude il capitolo ci lancia su un binario che, finalmente, torna a combaciare con la storia narrata da Sengoku sull’incidente di God Valley. Per anni abbiamo immaginato Garp come l’eroe che sconfisse il malvagio Rocks D. Xebec. Solo che negli ultimi capitoli quell’immagine vacillava parecchio: Xebec ci è stato mostrato come un rivoluzionario brutale, sì, ma pur sempre un uomo con una logica, un carisma, addirittura una famiglia. Una figura meno mostruosa, quasi tragica.
Ora Oda sterza di nuovo. Xebec rischia di trasformarsi nel vero cataclisma che tutti temevano. Non per volontà propria, ma perché Imu ha messo le mani sul volante. Il Domi Reversi ribalta il suo ruolo: da capo dei pirati a schiavo costretto a sterminare il suo stesso clan. Una crudeltà così chirurgica da far venire i brividi.
Teach sopravviverà, questo lo sappiamo. Però Eris? Che fine farà? Sarà proprio Xebec, controllato da Imu, a macchiarsi di un delitto irreparabile? Magari sarà quella l’ultima goccia che convincerà Garp e Roger ad allearsi, non per “giustizia” o “libertà”, ma per pura umanità. Non per fermare Xebec… bensì per salvarlo dal mostro che lo sta pilotando.
E allora la domanda finale diventa un’altra: chi è davvero il villain di God Valley? Xebec, il nemico della storia… o la storia stessa, riscritta dalle mani sbagliate?
Domi Reversi: il potere che imprigiona le radici?
C’è un dettaglio su cui vale la pena provare a speculare: il Domi Reversi, il potere di Imu, è comparso soltanto quando il bersaglio si trovava nella sua terra d’origine. Prima i giganti Dorry e Brogy a Elbaf. Ora Xebec a God Valley.
Potrebbe essere solo una coincidenza, ma se questa ipotesi fosse vera, il Domi Reversi funzionerebbe come una catena invisibile che lega l’individuo al proprio luogo natio, permettendo a Imu di soggiogarlo solo quando quella radice viene toccata. Proprio per questo, il vagabondare, l’esplorazione del mondo, il diventare pirati, rappresenterebbe l’atto di ribellione per eccellenza. Una fuga dalla portata del controllo.
E allora la figura di Joy Boy assume una luce completamente nuova. La leggenda lo descrive come il primo pirata, il primo a sfidare l’ordine stabilito solcando i mari. Che fosse proprio questa la scintilla della guerra secolare? Joy Boy come liberatore dei popoli… perché impediva a Imu di esercitare il suo dominio?
Se tutti restano nelle proprie terre, Imu può controllarli. Se salpano, diventano ingovernabili.
E la nascita della pirateria, da peccato sociale, si trasformerebbe in un atto di emancipazione collettiva.

I due Frutti per uccidere un dio
Dopo aver visto Imu rigenerarsi senza sforzo all’attacco dei Big Six, arriva una domanda inevitabile. Come si elimina una divinità? Soprattutto una che nemmeno la morte sembra sfiorare.
Rocks, anni fa, cercava due Frutti del Diavolo specifici. Non per caso, ma perché un potere del genere si contrasta solo con strumenti creati per abbatterlo.
Una teoria collega quei due frutti a Luffy (Nika, la liberazione) e Teach (Yami, l’oscurità che annulla i poteri). Due estremi che si completano e che potrebbero incarnare la perfetta antitesi a Imu: luce e buio contro il tiranno delle ombre.
Si potrebbe anche ipotizzare che l’obiettivo fosse ancora più diretto: i due frutti di Teach. Yami Yami no Mi e Gura Gura no Mi. Negazione e distruzione. Due forze capaci di demolire il mondo… o chi siede sopra di esso.
Teach potrebbe essere già il naturale avversario finale del sovrano delle tenebre. Non solo per volontà del destino, ma perché si è costruito pezzo per pezzo come la nemesi perfetta.
Il capitolo 1163 di One Piece ci lascia tra ipotesi ardite e tavole mozzafiato, confermando ancora una volta la maestria di Oda nel costruire tensione e mistero a ogni capitolo.
Settimana prossima si torna in campo, God Valley non aspetta, e nemmeno Oda. Non è prevista pausa per la prossima settimana, il viaggio continua.
Redattore e scrittore con sindrome dell'impostore



