One Piece capitolo 1164 : analisi e approfondimento

One piece capitolo 1164

One Piece capitolo 1164 : il tuo appuntamento settimanale


Benvenuti nella rubrica settimanale di approfondimento su One Piece, in cui ogni settimana andiamo a fondo nei nuovi capitoli del manga, tra colpi di scena, teorie e dettagli che vi siete (forse) persi; si continua oggi proprio con il capitolo 1164 di One Piece, ma attenzione: da qui in avanti ci sono spoiler belli grossi.

L’analisi si basa sulle raw scans disponibili prima della pubblicazione ufficiale, che in italiano arriva con un certo ritardo attraverso i volumi cartacei o digitali pubblicati da Star Comics. Il capitolo ufficiale è, invece, disponibile ogni domenica in varie lingue, tra cui l’inglese, sul sito MANGA Plus.

In caso vi foste persi gli eventi cruciali del capitolo precedente, niente paura: trovate disponibile sul nostro sito l’approfondimento completo sul capitolo 1163 di One Piece, dove abbiamo analizzato gli avvenimenti principali e “la storia finora”.

Se non siete in pari con il manga, fate un passo indietro. Se lo siete… siete nel posto giusto.

One Piece capitolo 1161
I Mugiwara in una Color Spread tratta dal manga One Piece – Immagine: © Eiichiro Oda / Shueisha – Uso editoriale

Attenzione: l’articolo contiene spoiler per chi non fosse in pari con i capitoli del manga.


One Piece capitolo 1164 : “Il sangue dei Davy”


Cover a richiesta: Un sipario leggero prima della tragedia

Come spesso accade nei capitoli più bui, Oda apre con un sorriso.
Perona, la regina dei fantasmi di Thriller Bark, torna proprio nel periodo di Halloween, come se Oda avesse voluto regalarci un piccolo ammiccamento stagionale. Nella cover a richiesta la vediamo inseguire un coniglio con un orologio in mano: una scena quasi “wonderlandiana”, che maschera la discesa all’inferno che segue. È un preludio beffardo, un attimo di leggerezza prima del tonfo. Perché il capitolo 1164 di One Piece non ha nulla di leggero. È il capitolo della dannazione di Xebec, dell’annientamento della volontà umana davanti al potere divino.

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Perona nella cover del capitolo 1164 di One Piece – Immagine: © Eiichiro Oda / Shueisha – Uso editoriale
Il re antico

La scena riparte dal dominio di Imu su Xebec. Tutti — Roger, Garp, Newgate, Kaido, Big Mom — osservano senza capire.
Imu lo tiene sospeso come un burattino, sussurrando: «Sei duro a morire».
Ma Xebec, in uno scatto d’orgoglio, replica: «Non sottovalutare gli umani, mostro schifoso».

È in quel momento che Xebec pronuncia un nome che scuote la storia stessa: Davy D. Jones.
Non è il nome in sé a sorprendere — l’eco di quella leggenda era già sospesa nell’aria da tempo — ma la verità che lo accompagna: Davy D. Jones era l’antico re del mondo.
Un lampo che divide follia e rivelazione.
E quando Imu, furioso, grida «Egli non è mai stato un re!», finisce per ammettere la cosa più importante: tra Imu e Davy D. Jones è esistito un legame diretto, qualcosa che potrebbe precedere perfino il secolo vuoto. Non è solo un conflitto, ma una storia condivisa.

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Rocks D. Xebec in un estratto del capitolo 1164 di One Piece – Immagine: © Eiichiro Oda / Shueisha – Uso editoriale
Il timore di Imu e le volontà leggendarie

Xebec incalza: «Hai paura che la sua volontà venga ereditata?».
Poi lo sfida ancora più duramente: «Chi ti spaventa di più? Davy D. Jones oppure Joy Boy?», confermandoci che questi due sono due figure distinte, entrambe portatrici di volontà straordinarie.
Imu trema, e risponde con freddezza: «Povero illuso, non ci saranno più persone come loro se oggi tu perderai la vita!».
Ma non sarà affatto così: il destino farà incontrare per la prima volta gli eredi — Luffy e Teach — di quelle volontà secolari anni dopo, a Jaya, intenti a mangiare crostate e ignari (o forse non troppo) del peso della storia che li precede.

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Monkey D. Luffy e Marshall D. Teach “Barbanera” in un’immagine tratta dall’anime di One Piece – © Eiichiro Oda / Toei Animation / Shueisha
Tra Harald e God Valley: il filo di Imu e la razza dei Giganti

Imu cambia tono. Lo chiama “Davy”, come fosse un appellativo personale, e gli rivela di aver trovato nuovi soldati: «Una razza enorme, indifesa e facilmente manipolabile».
Xebec reagisce furioso: «Non osare toccare Harald! Quella gente desidera solo la pace!». È una delle frasi più umane che gli abbiamo mai sentito dire.

E la cosa diventa ancora più inquietante se guardiamo al presente della storia: a Elbaf, Imu è intento a soggiogare i giganti e ha già preso il controllo di alcuni di loro. Ricordiamoci che questo flashback è nato inizialmente come quello di Harald, che si è poi ampliato fino a diventare il racconto di God Valley, ma abbiamo ancora molto da scoprire in merito al ruolo del Re di Elbaf nella storia.

Follia e obbedienza

Imu ordina a Rocks di decretare la fine del sogno di Davy D. Jones, e da lì Xebec precipita.

Ovviamente, resta ancora sconosciuto quale fosse il sogno di Davy D. Jones, ma è ancora troppo presto per teorizzare. Oda ci darà le risposte che cerchiamo al tempo giusto, mantenendo intatto il mistero e la tensione della saga.
Scagliato al suolo, Xebec perde il controllo, ricevendo telepaticamente l’ordine di annientare ogni membro del Clan Davy e qualunque vita legata a quell’isola.
La trasformazione è completa: la follia diventa obbedienza. Kaido, Big Mom, Barbabianca, nessuno riesce a fermarlo.

Xebec indemoniato: la tavola da brividi e l’isola in rovina

Il momento clou arriva nel clash con Barbabianca: una vignetta potentissima, che cattura tutta la furia e la devastazione del combattimento. La composizione è magistrale e il character design di Xebec indemoniato con le ali nere trasmette un senso di terrore e grandiosità quasi ultraterreno.
A voler essere audaci (e forse un po’ blasfemi), sembra quasi una tavola uscita da Berserk, per intensità e drammaticità visiva. Con il suo tratto più ispirato e drammatico, Oda, con questo capitolo 1164 di One Piece, ci ricorda che a volte il disegno parla più forte delle parole.

La montagna al centro dell’isola crolla, il fuoco divora tutto e Oda disegna la caduta di un guerriero come se fosse la fine del mondo.

In mezzo al caos, Pirati e Marines scappano, mentre lo sguardo del lettore viene guidato attraverso una panoramica di altri personaggi: Dragon si affligge, convinto di non essere riuscito a portare in salvo Shanks che, nel capitolo precedente, si era rifugiato autonomamente in un forziere tra i tesori. Nel frattempo, notiamo la simpatica onomatopea “zzz” provenire da un forziere tra le mani dei pirati di Roger: è Shanks, che dorme beatamente nonostante il caos circostante, regalando un momento leggero e divertente nel mezzo della tragedia.
Vediamo inoltre i Pirati Rocks, il Capitano John in fin di vita, Shiki che fugge con un forziere e Kuma con Ivankov, mentre Xebec, ormai fuori controllo, si dirige verso Eris e Teach, portando con sé una minaccia diretta e incombente.

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Rocks D. Xebec e Edward Newgate “Barbabianca” in un estratto del capitolo 1164 di One Piece – Immagine: © Eiichiro Oda / Shueisha – Uso editoriale
Eris, Teach e il sangue dei Davy
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Kuma in un’immagine tratta dall’anime di One Piece – © Eiichiro Oda / Toei Animation / Shueisha

Nel caos, un grido riecheggia. È Eris, che stringe tra le braccia il piccolo Teach. Di fronte a lei, il marito trasformato in mostro.
«Anche tu sei stato tratto in inganno… era troppo presto», gli dice.
Parole enigmatiche, che svelano conoscenze antiche: Eris sa cosa sta succedendo, forse perché conosce il potere di Imu e sa che sono necessari i due frutti del diavolo che Xebec bramava per annientare il re del mondo.
Quando urla «Il sangue dei Davy non deve estinguersi!», capiamo che la fuga non è solo per amore materno, ma per preservare una stirpe. Teach non è solo suo figlio: è l’erede di una dinastia condannata.
A salvarli arriva Kuma, con il potere del frutto Pat Pat. Li teletrasporta via, insieme a se stesso, mentre il colpo di Xebec rade al suolo ciò che resta dell’isola.


La voce della supplica

Nel fumo, restano solo tre uomini. Roger, Garp e ciò che resta di Xebec.

Altrove, Imu percepisce qualcosa — forse l’Haki di Roger e Garp, o forse la ribellione di Xebec ai suoi ordini — e reagisce con un sussurro gelido: «Davy…».
Il titano si avvicina, posseduto, eppure in lacrime. E poi parla. Non con la voce, ma con la mente, la stessa lingua che usa Imu. «Vi supplico… pietà. Uccidetemi.» Roger resta immobile. «Cos’è questa voce?» chiede.
Forse la Voce di Tutte le Cose, forse l’Haki della Percezione o qualcosa di più profondo: l’eco della volontà che precede il mondo.
È l’ultima scintilla di lucidità di Xebec, l’uomo che aveva creduto di poter sfidare gli dei e che ora implora di essere liberato da loro. Un guerriero che chiede la morte come atto d’amore. Un mostro che ritorna umano solo nell’ultimo istante.


Teorizziamo


Ci addentriamo ora in un terreno più incerto, dove tutto è supposizione e speculazione, ma che merita attenzione perché può gettare luce sugli enigmi dellopera.

Il sogno, la promessa e la volontà di Davy D. Jones

Il mistero del sogno di Davy D. Jones rimane sospeso, ma è evidente che quel desiderio non ancora compiuto rappresenti una scintilla destinata a sopravvivere nei secoli. Se davvero la volontà dei D. è un’eredità spirituale tramandata di generazione in generazione, allora quel sogno, qualunque esso sia, è probabilmente arrivato fino a Marshall D. Teach, il pirata che più di ogni altro incarna oggi la brama di conquista, la follia e la libertà assoluta di Xebec.

Tuttavia, secondo me, la volontà della “D.” non coincide, almeno non completamente, con quella di Davy D. Jones. Il nome stesso lo suggerisce: sarebbe assurdo pensare che “Davy D. Jones” significhi “Davy Davy Jones”. La “D.”, dunque, non rappresenta un rimando diretto al suo nome, ma sembra essere un simbolo più antico, più profondo, forse legato a un segreto che precede persino l’esistenza del Regno Antico. È una sigla che racchiude una verità dimenticata, un legame ancestrale tra coloro che sfidano gli dei e il mondo che questi stessi dei hanno creato.

Il prologo della leggenda di Teach

In questo punto della storia, è come se Oda stesse finalmente srotolando il prologo della leggenda di Barbanera. Tutto ciò che riguarda Marshall D. Teach sembra nascere qui, tra le macerie di God Valley e i segreti legati a Davy D. Jones. Fin dall’inizio, abbiamo avuto l’impressione che Teach non fosse un pirata impulsivo, ma un uomo che agisce secondo un disegno preciso, come se seguisse istruzioni scritte da qualcun altro secoli prima.

Xebec stesso parla di due Frutti del Diavolo che avrebbe voluto ottenere, presumibilmente per sconfiggere Imu. In questo capitolo, Eris dice al marito di aver sfidato Imu troppo presto; non possiede ancora i due agognati frutti, non è pronto. E non è un caso che oggi, nel presente, Teach sia l’unico uomo al mondo ad aver infranto quella regola divina, riuscendo a possedere il potere di due frutti. Il suo potere, dunque, sembra essere il compimento di un piano, un’eredità che risale a quell’incidente.

Forse Teach, crescendo, avrà ascoltato dalla madre la verità sul Clan Davy, sulle parole di Xebec, su Imu e Davy D. Jones. È possibile che quella conoscenza nascosta sia diventata la base della sua ossessione: capire il mondo, distruggerlo e ricrearlo a modo suo.

Quello che vediamo oggi, insomma, non è altro che il seguito naturale della volontà di Xebec, ma filtrata attraverso una mente ancora più metodica e spietata. Teach non è il nuovo Davy D. Jones, né il nuovo Joy Boy, è il risultato di entrambi, la sintesi di luce e oscurità che avanza secondo un disegno che solo lui comprende.

Per la prossima settimana non è prevista pausa, il viaggio continua.

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Marshall D. Teach “Barbanera” in un’immagine tratta dall’anime di One Piece – © Eiichiro Oda / Toei Animation / Shueisha
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Redattore e scrittore con sindrome dell'impostore

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