Windblown: che aria tira?
Ti svegli in un luogo sconosciuto, una voce ti richiama a sé. Nel mezzo della tempesta un mondo scattante, volatile e imprevedibile come le brezze marine. Tra golem e strane creature, che riconosci come tuoi simili, ti sei ritrovato nel mondo di Windblown.
Windblown, beta che fa dell’essenza del vento il suo mantra: veloce, imprevedibile e dal ritmo serrato. Il nuovo gioco dello studio indie Motion Twin, già autore dell’ancora molto attivo Dead Cells torna sul genere del Roguelite, stavolta puntando tutto sull’azione.
Anche se vi abbiamo già raccontato di quando è prevista la sua uscita, la redazione di Animaku ha provato Windblown nella sua versione beta in anteprima. Vi racconteremo cosa abbiamo visto, in attesa della sua versione definitiva
Corri come il vento
Appena si inizia una partita, si hanno pochi dubbi: anche se ancora in beta, Windblown dimostra già di essere un gioco che non perde tempo. Appena avviata la modalità single player ci verrà chiesto di scegliere il nostro personaggio, da selezionare in un roster di 6 animali antropomorfi come pipistrello, iguana o axolotl. Dopo la scelta, verremo chiamati da una voce che ci rincorre come brezza. Fino a qui tutto tranquillo, giusto? E invece no.
Già dopo poche righe di introduzione alla trama saremo subito catapultati in un terreno sconosciuto, le “isole nel cielo“. In mezzo a rovine misteriose e luci fluttuanti, nostro malgrado non ci troveremo da soli: faremo subito la conoscenza dei Guardiani, robot armati fino ai denti che non esiteranno a farci a pezzi, se avremo un momento di distrazione.
Fortunatamente il nostro personaggio non sarà completamente in balia degli eventi: all’interno del dungeon troveremo diverse tipologie di armi e abilità, la nostra unica speranza per evitare una fine impietosa. Spade, lance o bombe a mano, Windblown non si fa mancare nulla per fornire al nostro animaletto una arsenale letale con cui spazzare via chiunque voglia frapporsi tra lui e la sua sopravvivenza.
I Will Survive
Questo è quello che si pensa al primo avvio di Windblown: “devo sopravvivere a tutti i costi“. Una delle regole non scritte dei videogiochi e soprattutto dei roguelite, se finisce la nostra vita finisce l’avventura. Ma mentre ci sono roguelite che si sono diretti verso le scelte strategiche, lasciandoci il tempo di decidere, Windblown non ci concede questo lusso.
I nemici sono agguerriti, rapidi e letali mentre noi abbiamo poche manciate di secondi per adattarci ad un mondo completamente nuovo. Non è uno scontro alla pari, questo è certo, ma venderemo cara la pelle. Ci facciamo largo tra i nemici, che diventano sempre più grandi e sempre di più. Una sfida degna delle classiche campagne di Diablo, ma qui siamo soli ad affrontare le orde di nemici.
Non importa. Noi continuiamo a combattere. Veloci come il vento, feroci come un uragano. Un nemico ci colpisce. Poi un’altro e un altro ancora. Presi dal vortice turbinante di colpi, la nostra barra della salute si abbassa sempre di più. Ancora un colpo, un ultimo attacco non schivato. Siamo morti.
Si alza il vento… dobbiamo cercare di vivere
O forse no. Il nostro personaggio si risveglierà al suono di alcune voci, che stanno parlando proprio di lui. Scopriremo dopo la nostra prima sconfitta che in Windblown il nostro personaggio non può morire. Grazie ad un misterioso congegno installato sulla nostra schiena, infatti, la nostra anima avrà un backup permanente che le permetterà di reincarnarsi in caso di morte.
Queste informazioni ci verranno fornite dai “Leapers”: altri animali antropomorfi proprio come noi, che possiedono lo stesso potere. Faremo così la conoscenza di Eperin, Macaba, Cuprik e Kyle. Il primo, il capo, ci racconterà della missione dei Leapers: esplorare il Vortex, lo stesso dungeon in cui pensavamo di aver incontrato la nostra fine poco fa, per salvare chiunque si sia smarrito al suo interno e scoprire il perché della stessa esistenza del luogo. Dopo essere stati accolti all’interno del gruppo, ci verrà affidata la prima missione.
Gli altri membri del gruppo sveleranno la loro funzione nel corso di questa prima missione: scopriremo che Macaba è il medico del gruppo, colui che si occupa della rianimazione. Grazie alla sua assistenza, potremo utilizzare le anime dei caduti nel Vortex per assumere una nuova identità (in altre parole, cambiare skin). Con Cuprik avremo a che fare per maneggiare le memorie codificate, abilità particolarmente potenti che dovremo processare attraverso FRIEND-43V3r, un Guardiano dalla parte dei Leapers. Per quanto riguarda Kyle, ci spiegherà come accedere al Vortex tramite il cannone.
E così si riparte per il dungeon, con un po’ più di conoscenza. Ci aspetta di nuovo una lotta solitaria, spazzati via dai Guardiani? Non proprio. Se da un lato ora sappiamo che avremo sempre un’altra occasione, dall’altra potremo anche decidere di fare squadra.
Una rosa dei venti
Windblown non ci abbandona infatti alla nostra missione in solitaria: anche se la modalità single player è divertente, le raffiche di colpi sferrate da un party di giocatori aggiungono tutto un nuovo livello di energia.
La funzione co-op, che prevede fino a 3 giocatori per sessione, aumenta il potenziale distruttivo della partita. Non sarà più il nostro personaggio da solo ad affrontare i guardiani esplorando il dungeon, ma avremo al nostro fianco dei compagni con cui far vedere ai nemici del Vortex che siamo più di una sottile brezza. In quest’atmosfera di compagnia all’avventura dal sapore un po’ GDR, che ultimamente sta spopolando nei videogiochi anche se con qualche differenza, avremo modo di entrare in quello che potrebbe essere il vivo di Windblown, le campagne co-op.
Con un po’ di nostalgia, vedere un gruppo di animaletti che combatte ed esplora luoghi sconosciuti ci ha ricordato la serie di Pokémon Mystery Dungeon. Se però la peculiarità di quei giochi era l’assenza degli allenatori (e dei loro genitori), quella di Windblown è che i nostri animaletti non staranno troppo a pensare a dove muoversi nella mappa. Nella co-op abbiamo trovato una dinamicità dei combattimenti e delle azioni travolgente, una spazzata improvvisa nel panorama dei roguelite.
Windblown, mutevole come il vento
La beta è un oggetto strano. La versione finale di Windblown che troverete su Steam potrebbe essere qualcosa di completamente diverso da quello che vi abbiamo raccontato. In meglio, si spera. Potremmo stare per ore a ragionare sui dettagli tecnici o sullo stile grafico, su quante mappe ci saranno in più o quali personaggi di cui vi abbiamo narrato le gesta non sono uguali a quelli della beta.
Però sono tutte cose mutevoli, proprio come il vento che soffia in Windblown. Quello che vi resta, finché non deciderete di provarlo, è questa nostra esperienza. E tutto quello che ci sentiamo di dire a riguardo è che ci siamo trovati per le mani un gioco mutevole, veloce e imprevedibile. Se alle volte è piacevole prendersi il proprio tempo e trascorrere ore a vagare nel deserto, altre invece guizzare da una parte all’altra come un turbine è una bella ventata di novità.
#INBREVE
Un guizzo continuo
Windblown è un gioco imprevedibile come il vento. Tra combattimenti veloci e una storia che promette delle sorprese, dopo poche ore lascia una chiara impressione di sé. Devi prenderlo come è e seguire la corrente, lasciandoti trasportare nel suo mondo turbinante.
Classe ‘98, Filippo Recaneschi si occupa di Giappone e di videogiochi. Crede nell’informazione e combatte gli stereotipi del Giappone “pop”, analizzando i videogiochi giapponesi con occhio critico.